Usa. La salute come business

mar 27, 2012 0 comments
Costerà il doppio di quello che ha detto il presidente Obama”. Ecco come Rick Santorum, candidato alla nomination repubblicana, ha caratterizzato recentemente la riforma sanitaria approvata dal governo due anni fa. Santorum si sbaglia, come ha chiarito recentemente il Congressional Budget Office, un’agenzia imparziale del governo. Ma il problema più importante del nuovo decreto sarà la sfida giuridica dato che la Corte Suprema si pronuncerà sulla costituzionalità della riforma fra qualche mese. Il nocciolo della questione verte sul requisito che tutti gli americani dovranno avere l’assicurazione medica in un modo o nell’altro. Quelli che non la ricevono dai loro datori di lavoro, attraverso il Medicare (sanità per gli anziani) o il Medicaid (sanità per i poveri) dovranno comprarla. È questo il problema fondamentale, cioè obbligare i cittadini a comprare un prodotto, che secondo la destra, toglierebbe la libertà ai cittadini. Se il governo ha il diritto di obbligare il cittadino a comprare un prodotto, quali altri potrebbero essere i prossimi? La sanità non è però un semplice prodotto commerciale che secondo la costituzione sarebbe nel dominio del governo di controllare e regolare. La sanità è indispensabile, ma in America il sistema capitalista lo vede non come diritto umano ma bensì come attività di business. Il problema è che con cinquanta milioni di americani senza assicurazione medica si sta arrivando a una situazione critica. In parte ciò ha a che fare con i costi. Quando gli individui senza assicurazione medica non si curano mediante la prevenzione vanno a finire ai pronti soccorsi per le loro emergenze dove per legge non possono essere rifiutati. Se non hanno soldi per pagare, gli ospedali non fanno altro che aumentare i prezzi per i pazienti che hanno assicurazione. In effetti, gli “evasori” dell’assicurazione rubano a quelli che hanno comprato l’assicurazione. Le obiezioni della destra alla riforma sanitaria, chiamata in termine denigratorio Obamacare (cura di Obama), sono state evocate da tutti i candidati alla nomination repubblicana. Persino Mitt Romney, il probabile papabile dei repubblicani all’elezione di novembre, si è schierato contro la riforma di Obama nonostante il fatto che lui stesso, da governatore del Massachusetts, aveva firmato una legge molto simile usata dal governo federale come guida. Tutta questa retorica negativa sulla nuova legge emersa nelle primarie repubblicane ha avuto i suoi effetti sull’opinione pubblica. Un sondaggio del giornale Usa Today, per esempio, ci dice che solo il 39% degli americani è favorevole alla nuova legge mentre il 56% è contrario. Questa visione alquanto negativa va spiegata in parte con il fatto che i punti cardini della riforma sanitaria di Obama prenderanno effetto totalmente nel 2014. Fino al momento però alcune misure hanno già migliorato la situazione. Per esempio, i genitori possono adesso mantenere i loro figli nella loro polizza assicurativa fino all’età di ventisei anni. Altri benefici nel 2014 metteranno dei freni alla cupidigia delle compagnie di assicurazioni. Per esempio, la nuova legge costringe le aziende assicurative a offrire assicurazione a tutti anche coloro che soffrono di malattie preesistenti. Fino ad adesso le compagnie potevano rifiutare di assicurare i malati perché ovviamente costano di più. Inoltre elimina la discriminazione fondata sul sesso perché i costi per le donne sono in molti Stati quasi il doppio di quelli per gli uomini. La nuova legge garantisce cure preventive a tutti che eventualmente risparmieranno soldi specialmente alle donne. L’inclusione degli anticoncettivi aiuterà anche perché eliminerà le nascite indesiderate. La riforma sanitaria non risolve tutti i problemi, ma è un passo avanti anche se continua a vedere la salute come un “prodotto” da comprare e non diritto umano meritato da tutti. Alla fine però si tratterà di una questione legale e la Corte Suprema deciderà. Considerando il fatto che la maggioranza della Corte pende a destra, Obama potrebbe trovarsi nei guai. Ciononostante due dei giudici considerati conservatori, Antonin Scalia e John Roberts, si sono già pronunciati in altre occasioni sul fatto che il governo ha vasti poteri per l’esercizio di regolare il commercio. In linee generali la Corte ha storicamente confermato questo diritto del governo senza interferire. La decisione della Corte Suprema avrà ripercussioni vitali non solo sulla sanità di tutti gli americani, ma anche dal punto di vista elettorale. Se Obama dovesse perdere questa battaglia legale non si tradurrebbe necessariamente in una sconfitta all’elezione di novembre, ma costringerebbe il governo a cercare altre soluzioni per migliorare se non risolvere completamente le necessità sanitarie degli americani.


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