Gli animali torturati dalle multinazionali del tabacco per “scoprire” gli effetti del fumo

lug 13, 2013 0 comments
Gli animali torturati dalle multinazionali del tabacco per "scoprire" gli effetti del fumo

Il vizio del fumo è umano. L'hanno inventato gli uomini, una pessima abitudine che danneggia gravemente se stessi e chi ci sta attorno. Sono le persone ad aver inventato sigarette, sigari, pipe e quant'altro. Certo, non il tabacco, ma l'idea di fumarlo non è certo venuta ad altri esseri.
E allora fa rabbia scoprire che un fattore devastante come il fumo, i cui effetti sono oramai conosciuti a tutti, venga testato preventivamente sui nostri amici a quattro zampe. Per assicurarsi quanto possa far male, come se, in fondo, già non si sapesse.
Sono state le grandi multinazionali del tabacco ad ammettere l'esistenza dei test sugli animali. La prima è stata la British American Tobacco, che pure ha spiegato come preferisca "non testare i prodotti sugli animali" e attualmente non lo faccia "di routine". Ovvero, il fumo viene fatto inalare agli animali, per lo più roditori da laboratorio, soltanto quando "non vi è valida alternativa". "Nessuno dei nostri laboratori dispone delle attrezzature per lavorare con animali vivi", spiegano inoltre i responsabili della BAT "pertanto i test su animali vengono affidati ad organizzazioni di ricerca esterne” L'intento è quello di "soddisfare i requisiti legali e normativi o le aspettative di salute pubblica".
Ma anche la Philip Morris ha ammesso di utilizzare cavie animali per testare quanto le sigarette possano far male ai consumatori. Ugualmente alla BAT, viene riferito come i test vengano effettuati soltanto come ultima possibilità.  Sul proprio sito, la Philip Morris scrive che "la maggior parte della nostra attività di ricerca mediante animali da laboratorio  è mirata all’analisi dei meccanismi tramite i quali si sviluppano le patologie associate al tabacco." 
"Capire tali meccanismi", prosegue il testo, "è fondamentale per lo sviluppo e la conferma della validità di prodotti a base di tabacco a rischio potenzialmente ridotto."
"In rari casi svolgiamo ricerche su animali anche quando apportiamo modifiche ai prodotti, ad esempio aggiungendo determinati additivi al tabacco, per capire se tali modifiche siano accettabili e non aumentino la tossicità propria del fumo di tabacco."
Inoltre, test sugli animali vengono effettuati anche "nell’ ambito delle nostre ricerche volte a individuare sostanze potenzialmente interessanti dal punto di vista terapeutico nella pianta del tabacco. Tali test sono svolti secondo protocolli farmaceutici standard, per determinare la sicurezza e l’efficacia di tali sostanze." La Philip Morris, che utilizza i propri laboratori per compiere gli esperimenti, conferma comunque che continuerà "a cercare modi per utilizzare alternative ai test sugli animali, quando possibile."
Per ora, però, assicurano di non poter far altrimenti. E dunque, negli Stati Uniti e in Ue, laddove cioè è consentito, ogni giorno, migliaia di animali, dai roditori ai primati, sono costretti a vere e proprie torture quantomeno inutili, poiché, appunto, gli effetti della nicotina li conoscono tutti. I trattamenti più terribili sono riservati ai cani, per lo più beagle, e alle scimmie.
I beagle sono considerati idonei poiché presentano un sistema cardiocircolatorio molto simile a quello dell'uomo: i cani vengono bloccati e viene loro bucata la trachea. Attraverso i fori viene inserita dunque una cannuccia dalla quale sono costretti ad inalare fumo di sigarette concentrato. Una tecnica utilizzata anche per le scimmie, alle quali la nicotina viene inoltre fatta ingerire spalmata sulla pelle, mentre si trovano, ovviamente, rinchiuse in gabbie minuscole che non permettono loro neanche di muoversi. Spesso, inoltre, il fumo viene fatto aspirare ad animali gravidi con l'unico scopo di studiare l'effetto della nicotina sul feto.
In questo tremendo spaccato, vi è un'ultima scoperta, che rende il tutto ancora più inaccettabile. L'alternativa alla sperimentazione animale per il tabacco esiste. Si tratta di macchine elettroniche che "fumano" le sigarette e ne analizzano la presenza e i livelli di sostanze dannose. Testate secondo gli standard internazionali, se utilizzate con più frequenza permetterebbero agli animali di non subire torture, ripetiamolo, inutili.

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