Intervista ai The Shape

feb 13, 2021 0 comments

Intervista di Salvatore Santoru ai The Shape *

Dopo una lunga pausa, recentemente i The Shape si sono ripresentati sulle scene con un album tutto nuovo.

Morning, Paradiso è uscito il 5 febbraio per l’etichetta LaCantina Records, vero e proprio frutto di un fuoco ritrovato che ha portato i cinque ragazzi veronesi a riunire la band.

L'album è stato mixato nell’home studio di Martino Cuman, bassista dei Non voglio che Clara. Tale album non sarà pubblicato su Spotify e sulle altre popolari piattaforme di streaming, ma unicamente su Bandcamp. Si tratta di una scelta che la band ha preso per valorizzare il disco e l’impegno pluriennale profuso nella sua composizione e registrazione.


Spotify paga evidentemente royalties troppo basse agli artisti, ma allo stesso tempo la società è in perdita sin dalla sua nascita, e quindi pagare più royalties sarebbe probabilmente infattibile. Come si può risolvere questo problema apparentemente insormontabile?


Attualmente i problemi legati a queste multinazionali che offrono servizi online vanno ben oltre il settore musicale. Basti pensare agli enormi aumenti di fatturato di aziende come Amazon durante questa pandemia. Questo avviene perché non esistono regolamentazioni a livello nazionale o internazionale. Non esiste nessuno che dica a Spotify “devi pagare di più gli artisti”, semplicemente perché ormai ci sono troppi artisti che ne fanno uso, noi compresi, in parte. È una di quelle situazioni in cui il fenomeno è “too big to fail”. L’unica soluzione è una sensibilizzazione lenta e costante, dal basso e dall’alto. Recentemente Neil Young e Bob Dylan hanno venduto i diritti dei loro cataloghi perché gli introiti generati da questi servizi non sono minimamente paragonabili a quelli che ottenevano vendendo copie fisiche dei loro dischi 20 anni fa, anche questo ci deve far riflettere.


Quali sono le sensazioni e i sentimenti prevalenti all’idea di pubblicare finalmente un disco dopo cinque anni di attesa e una pausa del progetto?


In realtà non ci siamo mai fermati del tutto, c’è una forte amicizia che ci lega e in questi cinque anni in cui alcuni di noi hanno preso temporaneamente altre strade abbiamo continuato a vederci e sentirci oltre a provare ogni tanto. I cinque anni semplicemente sono stati un lungo periodo di evoluzione personale e quindi anche musicale, che sicuramente si riflette anche su questo nuovo disco e per questo non vedevamo l’ora di pubblicarlo. È una bella fotografia di ciò che siamo ora.


Secondo voi qual è il posto e il momento migliore per ascoltare il vostro nuovo disco?


Ci piacerebbe dire un concerto perché è sicuramente il motivo più grande per cui scriviamo. Purtroppo in questa fase non è possibile, quindi l’alternativa migliore potrebbe essere un bel terrazzo e due casse hi-fi a un buon volume, all’alba o al tramonto.


Qual è la canzone di Morning, Paradiso con la storia più travagliata o curiosa?


Beh, di Every Time You Go esisteranno almeno altre due o tre versioni, alcune molto più lente e meno ritmate. Fino a prima di entrare in studio è stata quella che ci ha dato più perplessità e poi improvvisamente le abbiamo dato questa veste un po’ western e le calzava bene. Un’altra che ha preso forma poco prima di entrare in studio è stata I Will Not Be There in cui c’è una buona mano di Martino Cuman, il nostro produttore, che le ha dato un’identità maggiore.


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* Realizzata in collaborazione con lo staff de LaCantina Records

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