Le origini della psichiatria moderna

lug 4, 2012 0 comments

Fino alla metà dell'800, la pratica che è divenuta nota come "psichiatria" fu responsabile solo di rinchiudere le persone mentalmente malate. I pazienti venivano trattati come animali e ci si occupava di essi con la forza bruta. Nei manicomi dominavano le punizioni fisiche crudeli.
I ricoverati venivano rinchiusi in gabbie, armadi e stalle per animali, incatenati e frustati. Lo psichiatra Lee Coleman, autore di Regno dell'Errore, afferma che le radici della psichiatria si basano sul controllo e sul potere: "Qualunque cosa fosse stata fatta per rendere più gestibile questa persona sarebbe stato chiamato semplicemente un trattamento. E la triste realtà è che molti di questi cosiddetti trattamenti erano sostanzialmente torture".

Tra il 1600 ed il 1700, i ricoverati nell'infame manicomio londinese chiamato "Bedlam" venivano incatenati, picchiati, avvelenati con cibo avariato e sottoposti con regolarità a salassi. Gli unici beneficiari di questo trattamento furono i custodi del manicomio che intascarono delle fortune esibendo le vittime come animali da circo a chiunque pagasse per entrare.
Nel 1684, in Inghilterra, il dottor Thomas Willis scrisse un testo sulla malattia mentale sostenendo che: "Sono necessari disciplina, minacce, catene e percosse... Nulla è veramente più necessario e più efficace per la guarigione di queste persone che costringerle al rispetto e ad aver timore dell'intimidazione"... 
Nel 1700 ed il 1800 i pazienti venivano incatenati nudi ai muri, picchiati con verghe e frustati per ottenere obbedienza. Il direttore del manicomio francese Philippe Pinel abolì l'uso delle catene nell'Istituto Salpêtrière di Parigi nel 1793. Tuttavia al loro posto creò le camicie di forza ed usava minacciare con la punizione di '10 forti frustate" per i pazienti che si comportavano male.
Nel 1808 il tedesco Johann Christian Reil coniò il termine “psichiatria". La parola letteralmente significa "guarire l'anima", dal greco "psyche". Eppure Reil già nel 1803 giunse alla conclusione che la causa dei disturbi mentali era nel cervello e non nell'anima, causa mai provata. Fu un fautore della punizione, dell'intimidazione, dei rumori forti, delle frustate e dell'oppio come trattamento, descrivendo i suoi sistemi una "tortura non dannosa". Per chi soffriva di “fissazione sulla purezza del sesso femminile", Reil raccomandava come cura per la sua fissazione "una prostituta".
Benjamin Rush, il "padre della psichiatria americana", pubblicò il primo manuale sulla psichiatria nel 1812. La masturbazione e il troppo sangue nel cervello furono considerate la causa della pazzia. La cura consisteva nella cauterizzazione del midollo spinale, dei genitali o nell' immobilizzare le parti intime del paziente nel gesso per prevenire la masturbazione.

I trattamenti raccomandati da Rush includevano:
- Lasciar cadere le vittime chiuse in una cassa in una vasca d'acqua basandosi sulla teoria che "se il paziente fosse quasi affogato e poi riportato in vita, avrebbe lasciato la malattia alle spalle".
- Produrre vesciche alle caviglie per far allontanare il sangue dalla "testa surriscaldata".
- Far dissanguare il paziente fino a fargli perdere “quattro quinti del sangue" per diminuire così il "flusso eccessivo" di sangue al cervello.
Verso il 1890 gli psichiatri, cercando di emulare i progressi medici del tempo, condussero esperimenti sempre più strani nella ricerca di nuove cure, per esempio iniettavano ai pazienti estratti di organi sessuali e ghiandole animali. L’estratto della tiroide di pecora (la ghiandola che influenza la crescita e l'energia) era un trattamento comune che provocò febbre, perdita di peso ed una riduzione di globuli rossi.
Negli anni '20, il professore austriaco di psichiatria Julius Wagner-Jauregg iniettò il virus della malaria nei suoi pazienti, asserendo che la febbre risultante li avrebbe aiutati a recuperare la loro sanità mentale. A Wagner-Jauregg nel 1927 fu conferito il Premio Nobel per la medicina per questa scoperta.
Queste sono le inquietanti parole di Rush: “Il terrore agisce in maniera forte sul corpo attraverso la mente e dovrebbe essere impiegato nella cura della pazzia".
Fino alla metà dell'800, la pratica che è divenuta nota come "psichiatria" fu responsabile solo di rinchiudere le persone mentalmente malate. I pazienti venivano trattati come animali e ci si occupava di essi con la forza bruta. Nei manicomi dominavano le punizioni fisiche crudeli.
I ricoverati venivano rinchiusi in gabbie, armadi e stalle per animali, incatenati e frustati. Lo psichiatra Lee Coleman, autore di Regno dell'Errore, afferma che le radici della psichiatria si basano sul controllo e sul potere: "Qualunque cosa fosse stata fatta per rendere più gestibile questa persona sarebbe stato chiamato semplicemente un trattamento. E la triste realtà è che molti di questi cosiddetti trattamenti erano sostanzialmente torture".

Tra il 1600 ed il 1700, i ricoverati nell'infame manicomio londinese chiamato "Bedlam" venivano incatenati, picchiati, avvelenati con cibo avariato e sottoposti con regolarità a salassi. Gli unici beneficiari di questo trattamento furono i custodi del manicomio che intascarono delle fortune esibendo le vittime come animali da circo a chiunque pagasse per entrare.
Nel 1684, in Inghilterra, il dottor Thomas Willis scrisse un testo sulla malattia mentale sostenendo che: "Sono necessari disciplina, minacce, catene e percosse... Nulla è veramente più necessario e più efficace per la guarigione di queste persone che costringerle al rispetto e ad aver timore dell'intimidazione"... 
Nel 1700 ed il 1800 i pazienti venivano incatenati nudi ai muri, picchiati con verghe e frustati per ottenere obbedienza. Il direttore del manicomio francese Philippe Pinel abolì l'uso delle catene nell'Istituto Salpêtrière di Parigi nel 1793. Tuttavia al loro posto creò le camicie di forza ed usava minacciare con la punizione di '10 forti frustate" per i pazienti che si comportavano male.
Nel 1808 il tedesco Johann Christian Reil coniò il termine “psichiatria". La parola letteralmente significa "guarire l'anima", dal greco "psyche". Eppure Reil già nel 1803 giunse alla conclusione che la causa dei disturbi mentali era nel cervello e non nell'anima, causa mai provata. Fu un fautore della punizione, dell'intimidazione, dei rumori forti, delle frustate e dell'oppio come trattamento, descrivendo i suoi sistemi una "tortura non dannosa". Per chi soffriva di “fissazione sulla purezza del sesso femminile", Reil raccomandava come cura per la sua fissazione "una prostituta".
Benjamin Rush, il "padre della psichiatria americana", pubblicò il primo manuale sulla psichiatria nel 1812. La masturbazione e il troppo sangue nel cervello furono considerate la causa della pazzia. La cura consisteva nella cauterizzazione del midollo spinale, dei genitali o nell' immobilizzare le parti intime del paziente nel gesso per prevenire la masturbazione.

I trattamenti raccomandati da Rush includevano:
- Lasciar cadere le vittime chiuse in una cassa in una vasca d'acqua basandosi sulla teoria che "se il paziente fosse quasi affogato e poi riportato in vita, avrebbe lasciato la malattia alle spalle".
- Produrre vesciche alle caviglie per far allontanare il sangue dalla "testa surriscaldata".
- Far dissanguare il paziente fino a fargli perdere “quattro quinti del sangue" per diminuire così il "flusso eccessivo" di sangue al cervello.
Verso il 1890 gli psichiatri, cercando di emulare i progressi medici del tempo, condussero esperimenti sempre più strani nella ricerca di nuove cure, per esempio iniettavano ai pazienti estratti di organi sessuali e ghiandole animali. L’estratto della tiroide di pecora (la ghiandola che influenza la crescita e l'energia) era un trattamento comune che provocò febbre, perdita di peso ed una riduzione di globuli rossi.
Negli anni '20, il professore austriaco di psichiatria Julius Wagner-Jauregg iniettò il virus della malaria nei suoi pazienti, asserendo che la febbre risultante li avrebbe aiutati a recuperare la loro sanità mentale. A Wagner-Jauregg nel 1927 fu conferito il Premio Nobel per la medicina per questa scoperta.
Queste sono le inquietanti parole di Rush: “Il terrore agisce in maniera forte sul corpo attraverso la mente e dovrebbe essere impiegato nella cura della pazzia".

Fonte:altrarealta

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