Hi Tech, Dove Ci Sta Portando?

mar 7, 2014 1 comments

Di Claudia Sazzini
Osservando i traguardi raggiunti dalla tecnologia negli ultimi anni è indubbio che si sia innescato un processo frenetico e inarrestabile di continua innovazione, appena il tempo di capire come si chiama quel nuovo apparecchio che fa un sacco di cose e sa tutto lui, che… è già uscita la versione successiva, che ne sa anche un po’ di più.
Ed eccoci qua, cari amici della specie umana, come negli scenari paventati già qualche decina di anni fa dai migliori film di fantascienza (pieni tra l’altro di precisissime profezie); come nelle più truci aspettative dei transumanisti, non siamo ancora proprio cyborg o umanoidi compiuti, ma senz’altro esseri inermi quasi completamente dipendenti dalle cosiddette macchine. Certamente il termine macchine oggi ci può far sorridere, infatti ciò che di fatto sta invadendo le nostre vite è una rete di sistemi e dispositivi sempre più sofisticati capaci ormai, non solo di interagire, ma addirittura di sostituirsi ai nostri apparati fisici e percettivi, alle nostre menti, in una parola, alle nostre coscienze.
Gennaio 2014, ci giungono dal CES (Consumer Electronic Show), l’importante fiera internazionale dell’elettronica di consumo che si svolge ogni anno a Las Vegas, diverse anticipazioni su nuovi prodotti, acquisizioni, sinergie tra grandi aziende, tutte interessate alla nostra salute, alla nostra serenità e a rendere più semplici le nostre esistenze. Molte grazie! Ma in cambio di che cosa?
Successi commerciali ovviamente, ma non solo. Ovviamente finché noi rimaniamo affascinati e pensiamo di non potere proprio fare a meno della nuova applicazione che ci consente di mandare un sms alla lavatrice o al termostato e ci facciamo prendere da un delirio di onnipotenza al sol pensiero che l’aspirapolvere lavori da sola, mentre noi ci eclissiamo davanti al nostro televisore a 110 pollici non più FULL, ma ULTRA HD, tutto questo avrà un mercato, questi aggeggi saranno successi. Verranno prodotti, proposti e venduti per essere gettati qualche mese dopo perché superati da modelli ancor più intelligenti e così via, in una spirale senza fine e senza senso. Mentre noi non ci prendiamo più il disturbo, la responsabilità e il piacere di fare niente. Ed è proprio sulla nostra pigrizia, la nostra inettitudine che questi progetti fondano il loro successo. La nostra vita sociale gira su Facebook. E ce ne vantiamo. L’organizzazione domestica? Ci pensa Smart Home di Samsung. Dove devo andare? Lo sa il navigatore. Mentre il gatto è scappato di casa perché, ops! Mi son scordata di impostare sull’Iphone di avvertirmi di dargli da mangiare! Se noi tutti ci fermassimo a pensare cosa ci serve veramente, se ci curassimo di essere connessi alla vita e a ciò che ci circonda, non solo a Internet, e non cedessimo alla tentazione di delegare tutto ad illusorie soluzioni, a fantomatiche bacchette magiche rappresentate dal dispositivo elettronico, dalle mirabolanti prestazioni della rete oppure dalla pillola miracolosa che tutto risolve… chissà!? Forse arriveremo anche a riconoscere il nostro incredibile potenziale e l’inestimabile valore delle nostre esistenze. Siamo noi il centro delle nostre vite. Quando dico noi intendo noi esseri umani, in contatto con la nostra coscienza e le nostre reali esigenze. Dobbiamo recuperare l’uso della nostra naturale intelligenza, ciò comporta fatica, errori, concentrazione, creatività ed energia… si chiama vivere, se non ricordo male.
Perdonate la deriva filosofica, frutto di un sentire molto personale e, mi rendo conto, poco attuale. Pensate che sono convinta il progresso dell’Uomo sia in divenire, che siamo su un cammino e che la nostra evoluzione non sia affatto al capolinea e che l’Umanità, così come la conosciamo, sia assolutamente da valorizzare e non di certo da superare... come invece alcuni pensano: il problema è che non si limitano a pensare. Veniamo dunque ad alcuni aspetti più pratici che potremmo definire effetti collaterali di questa bulimia tecnologica. Siamo sicuri che essere costantemente immersi in una rete di apparecchiature in comunicazione tra loro attraverso campi elettromagnetici sia innocuo per la nostra salute? Ormai viviamo immersi in queste atmosfera di onde la cui salubrità è fortemente messa in discussione ed essa non ci da tregua invadendo le nostre abitazioni, le automobili, i luoghi di lavoro, senza contare che ci vengono proposti su più fronti prodotti da indossare, agendo quindi a stretto contatto con il nostro corpo. L’ho chiamata poeticamente atmosfera, ma sto parlando di uno spazio reale, si chiama etere ed ormai dev’essere saturo, non solo di onde nocive, ma anche di frammenti delle nostre vite. Dati sempre più sensibili, sempre più inerenti le nostre abitudini personali, i nostri gusti, i nostri spostamenti, ecc., che non vanno dispersi né tantomeno protetti, ma vengono ricevuti, analizzati, convogliati, venduti ed utilizzati… per il nostro bene? O più verosimilmente per bombardarci di messaggi volti (ormai lo sappiamo non è più fantascienza!) a condizionare le nostre scelte? Sara un caso che proprio Google, la società che ha il ‘monopolio’ dei servizi sul web, sia ora orientata alle apparecchiature e nel campo della domotica?
Sia inteso che non voglio fare una crociata contro l’innovazione tecnologica in sé, invito soltanto, chi ne avesse voglia, ad una sacrosanta riflessione sulla effettiva qualità delle nostre vite. Se però state fremendo in attesa dell’imminente arrivo sul mercato dei Google Glass o di altri prodotti curiosi e inquietanti come:
Mother, che si prende cura di te… proprio come una vera mamma;
http://www.macitynet.it/ces-2014-mother-e-un-nuovo-sistema-di-monitoraggio-wifi/
e se pensate che tutto ciò vi serva, beh, allora mi taccio.

Fonti:

Commenti

  1. Quoto in toto l' articolo.
    La tecnologia ha migliorato la vita, ma ormai deleghiamo tutto alla tecnologia.
    Ogni cosa che facciamo dev' esser comunicata sui social network. Perché?!?

    La gioventù futura penso che sarà veramente rincretinita e rammollita.
    E le generazioni vecchie si stanno rammollendo per colpa di questa tecnologia.
    Siamo fritti!

    RispondiElimina

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