Il cuore non ha la forma ♥

apr 27, 2015 0 comments
Tra gli emoticon che ci scambiamo più di frequente nelle mail, nei messaggi, e sui social network ci sono quelli a forma di cuore: interi, infranti, di vari colori e dimensioni. Eppure quel simbolo che tutti associamo all’idea dell’amore (♥) e che raffiguriamo su magliette, biglietti di auguri e ciondoli, è molto lontano dall’aspetto reale del cuore umano, una massa muscolare di vene e ventricoli. Gli studiosi discutono da tempo su come un disegno così inaccurato sia universalmente associato al cuore e all’amore, e il sito Priceonomincs ha riassunto i momenti principali di questa evoluzione.
Il simbolo ♥ non è affatto recente ma era già diffuso nell’epoca antica: nel 3.000 a.C. era per esempio raffigurato sulla ceramica di Greci, Minoici, Cretesi, Minecei e Romani per indicare le foglie d’edera, di fico o di altre piante, senza alcun legame con il cuore umano o l’amore. Nell’antica Grecia era utilizzato per rappresentare le foglie di vino, sacro al dio Dioniso, e durante le feste i suoi sacerdoti indossavano spesso ghirlande che riproducevano il simbolo. Nell’arte etrusca il ♥ (Quarto secolo a.C.) indicava le foglie di edera, simbolo di fertilità, fedeltà e rinascita, e che venivano spesso regalate agli sposi il giorno del matrimonio. Per i buddisti del Secondo secolo a.C. indicava invece le foglie di fico, simbolo dell’Illuminazione. Nel Secondo secolo a Cirene, un’importante colonia greca e poi romana sulla costa dell’attuale Libia, il ♥ era utilizzato per raffigurare il silfio, una pianta appartenente al genere ferula e ora estinta, i cui semi avevano una forma simile. La pianta veniva utilizzata come spezia e medicina, e soprattutto come contraccettivo, una sorta di antenato della pillola, o per interrompere le gravidanze. Era così importante e il suo commercio era talmente redditizio che i suoi semi venivano impressi sulle monete.
I semi e la pianta di silfio raffigurati sulle monete (Wikipedia)
silfio
Gli storici non hanno ancora ricostruito con esattezza come queste rappresentazioni di foglie nel tempo siano finite per sovrapporsi all’anatomia del cuore umano. Certamente c’entra però la scarsa conoscenza da parte degli antichi di come fosse fatto il corpo umano. Alcuni primi studi anatomici vennero condotti da Galeno di Pergamo (nell’attuale Turchia), un medico greco vissuto nel Secondo secolo dopo Cristo, che lavorò come medico della scuola di gladiatori della città e che poté osservare e studiare gli organi senza praticare dissezioni. Galeno ha riempito 22 volumi con le sue teorie, che sono state il fondamento della medicina occidentale fino al Rinascimento. Tra queste c’è anche una descrizione del cuore, che Galeno definisce come una pigna o a una foglia a testa in giù, simile insomma alla raffigurazione dell’edera nell’Antica Grecia. La descrizione di Galeno ricorda quella fatta da Aristotele nel Quarto secolo a.C.: il cuore, la sede di passioni e sensazioni, era un organo arrotondato in cima e con una punta rivolta verso il basso, composto da tre “camere”. Da queste descrizioni i monaci medievali tracciarono tavole anatomiche, decisamente inesatte, dove il muscolo assomigliava molto all’attuale simbolo stilizzato del cuore.
A partire dal Tredicesimo secolo il simbolo del cuore iniziò a comparire anche nelle opere d’arte, rappresentando non più foglie d’edera ma il cuore umano e i sentimenti. La prima apparizione conosciuta di questo tipo si trova nel Roman de la poire (Il romanzo della pera), un romanzo francese scritto attorno al 1250 nella cui scena centrale una donna condivide una pera con l’amato dopo averla sbucciata coi denti. Una lettera iniziale del manoscritto, riccamente miniato, raffigurava l’uomo che porgeva alla donna il suo cuore, raffigurato in una forma simile a ♥. Nell’arte la diffusione del simbolo si deve anche alla Cappella degli Scrovegni realizzata da Giotto a Padova tra il 1303 e il 1305: in un ritratto allegorico la Carità porge a Cristo il suo cuore, che anche qui ricorda una pigna. L’opera divenne un modello per gli artisti dell’epoca, e contribuì a diffondere nei secoli successivi quel modo di raffigurare il cuore, che nonostante il miglioramento delle conoscenze anatomiche del corpo umano, divenne sempre più popolare nei dipinti, nei libri e nei simboli araldici.
L’allegoria della Carità raffigurata da Giotto (Wikipedia
giotto
Dal Roman de la poire, la prima raffigurazione di un amante che offre il suo cuore all’amata. (Dbachman)
roman
La diffusione del simbolo ♥ è stata favorita tra le persone comuni soprattutto da due eventi: uno decisamente molto mondano e l’altro strettamente religioso. Il primo è l’invenzione e la popolarità della carte da gioco: inventate durante il sultanato dei mamelucchi in Egitto verso il 1370, erano contrassegnate da coppe, monete, spade e bastoni, che nel Cinquecento i francesi sostituirono coi simboli tuttora in uso: fiori (♣), quadri (♦), spade (♠), e cuori (♥). In breve tempo giocare a carte divenne un passatempo comunissimo, contribuendo ad affermare l’attuale rappresentazione del cuore.
L’altro evento è legato, com’è facilmente prevedibile, alla Chiesa Cattolica e alle apparizioni divine ricevute da Santa Margherita Maria Alacoque dal 1673 in cui Gesù Cristo le mostrava il suo cuore presentandolo come simbolo del suo amore per l’umanità. Nacque così il culto del Sacro Cuore, e da lì moltitudini di raffigurazioni su libri, vetrate, immagini sacre con Cristo che mostrava un cuore scintillante, a volte nel petto ferito, circondato di spine.
Nell’Ottocento il simbolo ♥ era ormai riconosciuto come quello per eccellenza del cuore, dell’amore e dei sentimenti umani. La sua raffigurazione ebbe un’ulteriore evoluzione nel 1977 con la campagna pubblicitaria della città di New York con il loro “I ♥ NY”, creato da Milton Glaser: per la prima volta il simbolo venne utilizzato al posto del verbo amare. Da allora è diventato un sostituto della parole e l’espressione è stata ripresa e utilizzata per indicare la passione per qualsiasi cosa, stampata su bigliettini, lettere d’amore e recentemente negli SMS. Nel 1986 il simbolo ♥ venne impiegato nel videogioco La leggenda di Zelda per indicare il numero di vite rimanenti, ed è stato ripreso con lo stesso significato nella maggior parte dei videogiochi successivi. Oggi il ♥ è ovunque: utilizzato dalle aziende alimentari per indicare i cibi buoni e genuini, sulle cartoline, e tra le centinaia di migliaia di messaggi che ci scambiano ogni giorno in chat e sui social network, anche se sappiamo benissimo che non ha niente a che vedere con il modo in cui il nostro cuore è fatto davvero.

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