Le Filippine di Marcos e l’ipocrisia Usa: quei regimi che fanno comodo a Biden

mag 10, 2023 0 comments


Di Emanuel Pietrobon

La politica, in quanto amorale, può risultare cruda e crudele agli occhi dei sentimentali. Quando tenta di investirsi di una qualche moralità, invece, può produrre imperialismi spasmodici guidati da disegni universali e negoziazioni di valori inalienabili. Amoralità e moralità, in modi diversi, sono le ragioni per cui la politica viene accusata di ipocrisia dall’alba degli imperi. Giacché i popoli accusano i politici di vendere ciò che non può essere venduto, di allearsi con chi gli è nemico e di fare ciò che è proibito. E, in parte, hanno ragione.

Le critiche di coloro che tacciano la politica di ipocrisia sono fondate, talvolta legittime – ché alcuni doppi standard possono provocare dei ritorni di fiamma ustionanti –, ma nulla potranno per cambiare le cose. Perché la politica è l’arte del compromesso, e ogni compromesso prevede pegni e sacrifici, anche reputazionali.

La politica è compromesso. Il compromesso è sacrificio. Dal sacrificio deriva l’ipocrisia. Lo sanno bene gli Stati Uniti, che la presidenza Biden vorrebbe (ri)confermare quali indefessi e incorruttibili campioni del redivivo Mondo libero, ma la cui strada è irta di ostacoli e tormentata dai fantasmi del passato.

Se Bongbong fa bang-bang alla democrazia

Joe Biden ha trascorso il primo maggio in compagnia dell’omologo filippino, Ferdinand Marcos Jr, il cui curriculum e il cui lignaggio – è figlio dell’omonimo dittatore, anch’egli di nome Ferdinand, che governò Manila col pugno di ferro dal 1965 al 1986 – stanno venendo capitalizzati da Washington allo scopo di risanare un rapporto deterioratosi durante l’era Duterte.

Biden e Bongbong hanno parlato principalmente di sicurezza, giacché le Filippine sono uno dei baluardi della catena di isole e hanno recentemente acconsentito ad un rafforzamento significativo del dispositivo militare statunitense nel loro territorio, ma gli osservatori più sensibili alle tematiche democratiche hanno storto il naso.

Biden, secondo l’importante ong Humans Rights Watch, avrebbe potuto e dovuto parlare alla controparte dei problemi di democraticità che attanagliano le Filippine. Parlare, ad esempio, delle 262 persone assassinate dalla polizia nel primo anno di presidenza Marcos, nel contesto di quella guerra alla droga lanciata da Rodrigo Duterte e tanto criticata da Barack Obama.

L’auspicio di Hrw è caduto nel vuoto. Biden e Marcos hanno parlato di molti argomenti, men che di diritti umani, brutalità poliziesca o degli screzi tra Manila e la Corte Penale Internazionale. Il trionfo del pragmatismo sull’idealismo, con l’indispensabile contenimento della Cina anteposto al demagogico confronto coi regimi illiberali, autocratici e dittatoriali.

Esistono due tipi di dittature…

La critica di Hrw è lecita: se gli Stati Uniti volessero tornare a capo dell’Internazionale delle liberal-democrazie e innescare una nuova ondata democratica, dovrebbero lavorare quantomeno sulla democratizzazione dei partner che stanno scegliendo per contrastare la rete dell’asse Mosca-Pechino. Cosa che, però, non stanno facendo né con le Filippine né con nessun altro.

La logica implacabile del sempreverde amicus meus, inimicus inimici mei spiega perché gli Stati Uniti stiano investendo nel ritorno in auge dell’alleanza con le Filippine, chiudendo un occhio sui loro deficit di democraticità. Il sentimentalismo degli spettatori più emotivi e/o idealisti degli affari internazionali, delusi dai doppi standard adottati dal Mondo libero, è quel fattore da non sottovalutare che potrebbe contribuire a erodere ulteriormente il potere morbido degli Stati Uniti.

Stati Uniti in silenzio sui crimini di Marcos, che di loro è amico, ma apertamente critici su quelli di Duterte, che a loro era inviso; questo è ciò che diranno le macchine dell’informazione di Russia, Cina, Iran e loro partner a proposito. Materiale utile per rammentare il mondo di quanto sia chimerica la battaglia per la democrazia di Biden, perché fondata sulla distinzione tra autocrati buoni e autocrati cattivi, e per persuadere gli indecisi a fare la scelta di campo.

FONTE: https://it.insideover.com/politica/filippine-marcos-usa-regimi-biden.html

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