Di Giulia D'Agnolo Vallan
Nel calendario di Occupy Wall Street (che ha appoggiato ma non ideato l'iniziativa), sabato scorso era Bank Transfer Day,
cioè il giorno in cui si incoraggiavano le persone a trasferire i loro
risparmi da grosse banche commerciali come Bank of America, Citibank o
Chase, a banche locali no-profit, come le Credit Union, che offrono ai
propri clienti servizi individualizzati, interessi più bassi sui
prestiti, meno tasse e l'opportunità che i profitti derivati dal loro
denaro vengano reinvestiti nella comunità cui appartengono.
A lanciare la campagna, dopo che Bank of America e Wells Fargo avevano annunciato l'introduzione di una tassa di cinque dollari al mese
per l'uso del bancomat, è stata una ventisettenne gallerista di Los
Angeles, Kristen Christian, che aveva postato l'evento sulla sua pagina
Facebook invitando cinquecento amici a seguire il suo suggerimento
entro il 5 novembre. Venerdì scorso, sulla pagina Facebook, i
sostenitori dell'iniziativa erano 79.000.
Dall'esordio online di Bank Transfer Day, in un coro di proteste generali e con il rapido espandersi del movimento nato da Occupy Wall Street,
la tassa dei 5 dollari è rientrata. Ma i risparmi di parecchi
americani hanno iniziato a defluire lo stesso dalle grosse banche.
L'Associazione Nazionale delle Credit Union ha infatti riportato -
nella sola giornata di sabato - l'arrivo di 40.000 nuovi «membri»
(non usano la parola cliente) e depositi per un totale di 80 milioni
di dollari. Secondo dati del Baltimore Sun, sono stati 650mila i nuovi
membri nel mese di ottobre, con capitali pari a un valore di 4.5
miliardi di dollari. La Bethpage Federal Bank di Long Island, la
maggiore Credit Union dello stato di New York, ha registrato l'85% di
nuovi conti in più rispetto all'anno scorso, nelle cinque settimane che
anno preceduto il Bank Transfer Day e 1.471 nuovi conti correnti
nell'arco di una promozione speciale fatta in previsione di quel
giorno. Sempre alla stessa banca, sono stati 699 i membri
arrivati freschi sabato scorso, il 40% in più di un sabato qualsiasi,
seguiti da altri 799 il lunedì successivo. E la Lower East Side
People's Federal Credit Union, una piccola banca nella downtown di New
York, non lontano da Zuccotti Park, sta registrando circa 55 nuovi
conti a settimana, contro i soliti 10. Abbastanza - diceva il manager a
un amico - per mandare temporaneamente in tilt la filiale per mancanza
di sufficienti moduli, libretti degli assegni e affini.
Considerando che la più grossa delle banche
americane, la Chase, ha 26 milioni e mezzo di clienti, le cifre
dell'esodo verso le Credit Union non sono certo tali da far tremare i
giganti che, prevedibilmente, non stanno rilasciando dati su quanti
conti siano stati recentemente chiusi presso le loro filiali. Rispetto
alle Credit Union i colossi finanziari offrono maggior accesso ai
bancomat (in genere parte di un network internazionale) e servizi che
spesso le banche piccole non sono in grado di fornire, come il pagamento automatico delle bollette.
E queste sono cose che complicano la possibilità di un trasferimento
in massa. Ma chi pensa che solo per aver eliminato la nuova tassa dei 5
dollari le grosse banche possano mettersi il cuore in pace sbaglia. «Ãˆ
troppo poco e troppo tardi», ha detto al Washington Post Kristen
Christian, che ha già aperto due nuovi conti presso delle Credit Union.
Anche coloro che per ora lasciano i propri risparmi dove sono, stanno
facendo molta, molta, più attenzione.
Da il Manifesto
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