I costi delle guerre USA: almeno 253.330 danni cerebrali e 1700 amputazioni

mar 7, 2013 0 comments


Di Spencer Ackerman
Wired

Vi sono indicazioni dei costi permanenti di 11 anni di guerra.
A quasi 130 mila soldati statunitensi è stato diagnosticata una sindrome da stress post-traumatico, e in molti di più hanno sperimentato direttamente danni celebrali. Oltre 1700 di loro hanno dovuto affrontare amputazioni chirurgiche che stravolgono la vita. Oltre 50.000 sono stati feriti in azione. Stando ai dati aggiornati alla scorsa settimana, i morti - tra soldati e civili del Dipartimento della Difesa - sarebbero 6.656.

Quel dato aggiornato (1) ha come fonte un recente resoconto del Congressional Reasearch Service in merito alle statistiche legate alla morte di militari, informazione che può talvolta essere difficile da trovare. Ancora più difficile averne piena consapevolezza sembra esserlo per la società americana che sottovaluta quale sia l’entità dei costi della guerra.

Cominciamo con il disturbo post-traumatico da stress (DPTS), o PTSD (Post-Traumatic Stress Disorder). A partire dal 2001, a 129.731 soldati statunitensi è stato diagnosticato questo disturbo. La stragrande maggioranza di loro, circa 104.000, erano truppe schierate sul campo.

Ma questa è soltanto la punta dell’iceberg DPTS proprio perché non tutti, forse neanche la maggior parte dei casi di DPTS sono stati diagnosticati. L’ex vice Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il Generale in pensione Peter Chiarelli, ha proposto di eliminare dall’acronimo PTSD la lettera D (Disorder, ndt.) (2) in modo da non stigmatizzare coloro che ne sono colpiti e, forse, per incoraggiare altri veterani a sottoporsi a controlli e ad eventuali cure nel caso di diagnosi positiva. (Non tutti i sostenitori dei veterani condividono il pensiero di Chiarelli) (3).



Lo studio del congresso ha inoltre portato alla luce l’entità di uno dei danni simbolo delle guerre post 11 settembre, la TBI (Traumatic Brain Injury) lesione cerebrale traumatica che si manifesta spesso nei superstiti di esplosioni di ordigni artigianali preparati dai ribelli.. Dal 2000 (anno precedente al 9 settembre, scelto ed incluso probabilmente ai fini di verifica dei dati) fino a tutto il 2012 qualcosa come 253.330 soldati hanno subito una qualche forma di TBI. Il Dipartimento della Difesa ha classificato il 77% dei quei casi come “lievi”*, una valutazione che corrisponde a “stato confusionale o di disorientamento per meno di 24 ore; perdita di coscienza fino ad un massimo di 30 minuti; perdita di memoria per meno di 24 ore; risonanza magnetica dalle risultanze normali”.

Avremo una TBI più grave laddove i sintomi sopraindicati si manifestano per più di un giorno. Quasi 6.500 di quei casi vengono definiti di TBI “grave o acuta” che include le conseguenze di ferite esposte, fratture del cranio, o proiettili conficcati nel cervello.
Esattamente come con il PTSD (Disturbo Post - Traumatico da Stress), le diagnosi di TBI sono considerate in modo superficiale. Lo screening militare per la TBI è notoriamente pessimo (4): un ex capo di Stato maggiore dell’Esercito lo ha descritto come il “lancio di una monetina”, una questione di fortuna. E a peggiorare ulteriormente la situazione vi è da considerare che la poco avanzata tecnologia medica militare, ancor più in aree come Iraq e Afghanistan dove la copertura delle comunicazioni a banda larga è praticamente inesistente, non ha garantito che le diagnosi di TBI effettuate sul campo venissero correttamente integrate nella documentazione medica dei soldati.

Le amputazioni caratterizzano da sempre i conflitti a lungo termine.

Quasi 800 veterani della guerra in Iraq hanno subito l’amputazione di una gamba o di un braccio, e altri 194 hanno invece affrontato la perdita parziale di piedi o dita. Per i veterani dell’Afghanistan quelle cifre passano rispettivamente a 696 e 28.

La guerra in Iraq è finita per tutti tranne che per una manciata di soldati statunitensi (5) e migliaia di contractors (6).
La guerra in Afghanistan sta affrontando il processo di ritiro delle truppe entro il 2014, ritiro dai tempi non noti e con la prospettiva di una presenza residua di truppe la cui entità è al momento ignota.
Anche se i le morti statunitensi e le ferite di quei conflitti possono considerarsi praticamente finite, i postumi delle guerre su un immenso numero di veterani non finiranno.

Fonte: www.wired.com/dangerroom/2013/02/cost-of-war/

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DANIELA FANTONI

1) http://www.fas.org/sgp/crs/natsec/RS22452.pdf
2) http://articles.washingtonpost.com/2012-05-05/world/35454931_1_ptsd-post-traumatic-stress-psychiatrists
3) http://veteransforcommonsense.org/2012/07/09/will-ptsd-by-any-other-name-bring-more-troops-to-treatment/
4) http://www.wired.com/dangerroom/2012/03/army-tbi-treatment/
5) http://www.wired.com/dangerroom/2011/12/predator-convoy-iraq/
6) http://www.wired.com/dangerroom/2011/10/obama-iraq-eternal/

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11572&mode=&order=0&thold=0

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