Mafia Capitale, “i soldi delle coop di Buzzi pagavano gli stipendi del Pd di Roma”

giu 10, 2015 0 comments
Mafia Capitale, “i soldi delle coop di Buzzi pagavano gli stipendi del Pd di Roma”

Gli stipendi del Pd di Roma pagati coi soldi di Mafia Capitale. E i rapporti tutti da chiarire tra Mafia Capitale e il Pd alla Regione Lazio, il cui capogruppo, Marco Vincenzi, oggi si è dimesso dopo che il suo nome è stato accostato a quello di Salvatore Buzzi, ras della cooperativa 29 giugno e al centro dell’inchiesta che ha travolto la politica romana. Due storie distinte, due azioni differenti Buzzi distribuiva regolarmente fondi ai funzionari capitolini del partito. Il suo contatto è il tesoriere locale Carlo Cotticelli. Nei dialoghi intercettati dai carabinieri del Ros – che risalgono al 9 settembre 2014 – si fa riferimento alla richiesta del versamento di “6-7000 euro” e “alla consuetudine sistematica ‘il primo di ogni mese’ di pagare stipendi a pubblici ufficiali“. Nel giorno della seconda ondata di arresti di Mafia Capitale il 4 giugno il commissario del Pd romano e presidente democratici Matteo Orfini si scagliava contro “chi ha sbagliato”. Invece deve fare i conti con un sistema che si rivela sempre più simile a Mani Pulite e che non coinvolge solo qualche “mela marcia”, ma anche i vertici, almeno locali, dei dem. Ecco il dettaglio delle intercettazioni. Carlo Guarany, vice di Buzzi, parlando col suo capo, spiega che Cotticelli chiede i soldi perché il partito è in difficoltà: “Non erano riusciti a pagare gli stipendi di agosto e non sapevano cosa fare. E così chiedeva a Buzzi se per caso potesse aiutarli dando loro 6-7000 euro per pagare gli stipendi di agosto e una parte di settembre”. Quindi Buzzi stacca l’assegno intestato al “Partito democratico di Roma”. In cambio riceve una regolare ricevuta proprio a nome del partito della Capitale: “Serve per metterla in contabilità”. Si tratta di versamenti di cui il ras delle cooperative andava fiero parlando ai suoi collaboratori: “Un assegno di settemila euro, abbiamo fatto buona figura con poco”. E parlando con un suo collaboratore racconta: “No, noi pensavamo che ce chiedesse un sacco di soldi…c’ha chiesto 7mila euro…non c’è sembrato vero!…Subito…7mila euro subito!…abbiamo fatto un figurone”. Buzzi era certo di potere “contare” sui consiglieri, anche quelli del Partito democratico. Perché, come aveva detto all’ex Nar Massimo Carminati considerato dagli investigatori a capo dell’organizzazione Mafia Capitale, “li paghiamo tutti”. Pd Roma: “Soldi per stipendi? Erogazione liberale” Il Pd di Roma precisa: “La Coop 29 giugno ha versato nel settembre 2014 alla Federazione romana del Partito Democratico 7.000 euro a titolo di erogazione liberale“. “Il versamento – prosegue la nota – è stato regolarmente registrato con ricevuta rilasciata a norma di legge. Allora né la Coop 29 giugno né i suoi dirigenti risultavano indagati“. Quando Cotticelli diceva: “Il PD a Roma è in preda alla guerra tra bande. Mai più finanziamenti ai comitati elettorali” Erano il 20 giugno 2013, Mafia capitale ancora non era deflagrata. Carlo Cotticelli rilascia un’intervista al blog Monitore Romano. Parole che oggi hanno un sapore e un significato diverso. “Il PD a Roma è in preda alla guerra tra bande e finché resterà in vigore il sistema di finanziamento ai comitati elettorali avremo questa situazione di guerra” diceva il tesoriere, che successivamente aveva criticato la scelta della della segreteria nazionale. “E’ stato un colpo pesante, anche perché alla fine in Federazione sono rimasto soltanto io, l’unico che non poteva essere cacciato. Sarebbe stato più opportuno un confronto concreto all’interno del partito, ma se riduciamo il confronto politico alla lotta tra bande accade proprio questo – diceva Cotticelli – In un partito vero il cambiamento sarebbe stato trovato insieme al segretario uscente. L’azzeramento, invece, è l’ennesima dimostrazione che ha vinto la guerra tra bande”. Al centro delle critiche di Cotticelli il sistema di finanziamento del partito: “Fino a sette otto anni fa i finanziamenti erano centralizzati. Adesso, invece, sono tutti diretti ai comitati elettorali dei singoli candidati. Il PD è diventato un grande comitato elettorale – era il parere del tesoriere romano – e, a livello centrale, il partito non gestisce più nulla. Malgrado questo, il partito aveva una sua struttura di persone, impiegati sia tecnici che politici, che hanno portato avanti la baracca. Alcuni di loro – continuava Cotticelli – sono diventati deputati, altri consiglieri regionali, altri ancora sono stati sistemati in altro modo. Nonostante le difficoltà economiche, non abbiamo mandato a casa nessuno. E’ cambiato, però il modo di fare politica: finchè il finanziamento era centralizzato la politica aveva un valore diverso. Il finanziamento ai comitati, ora, provoca inevitabilmente una guerra tra i comitati stessi. Ci possono essere divergenze sulla strategia politica, possiamo parteggiare per Bersani o per Renzi ma il vero problema è che fino a quando il tesoriere della Federazione conterà meno del tesoriere di un Comitato elettorale la questione non si risolverà mai. E’ questo il vero motivo della crisi economica e strutturale del partito”. Il rapporto tra Buzzi e il capigruppo Pd in Regione. Che dice: “Tutto falso”. E poi si dimette E non c’è solo Cotticelli: perché dalle carte emerge anche il rapporto tra Buzzi e il capogruppo del Pd in Regione Lazio, Marco Vincenzi: sarebbe suo l’emendamento che è andato ad aumentare di 600mila euro i finanziamenti destinati ai municipi e poi finiti in qualche modo alla coop 29 giugno. I due si incontravano a Tivoli, a Villa Adriana, dove si scambiavano “pizzini“. Tra loro anche telefonate e sms. Il diretto interessato rimanda le accuse al mittente, ma decide comunque di farsi da parte. “Non ho presentato in Consiglio regionale emendamenti per finanziare il comune di Roma o i suoi municipi. Non corrispondono nel modo più assoluto a verità e sono destituite di fondamento, quindi, le affermazioni di Salvatore Buzzi su un mio presunto interessamento per far ricevere al municipio di Ostia 600mila euro o qualsiasi altra cifra” ha scritto Vincenzi in una nota in una nota in cui annuncia le dimissioni da capogruppo. “Di conseguenza, e lo sottolineo per evitare qualsiasi fraintendimento, non possono essere stati approvati in Consiglio regionale emendamenti del sottoscritto per elargire fondi. Ho visto due volte Salvatore Buzzi su sua sollecitazione – ha continuato Vincenzi – e nel corso degli incontri mi aveva chiesto di intercedere per far ottenere fondi ad Ostia. Una richiesta alla quale non ho dato alcun seguito”. Vincenzi, poi, ha cercato di argomentare la sua tesi citando atti d’indagine. “D’altra parte, anche il Ros dei carabinieri non ha trovato alcun riscontro alle affermazioni, false, di Salvatore Buzzi come è facile evincere – è la tesi dell’ormai ex capogruppo dem alla Pisana – dalle conclusioni dell’informativa dei militari dell’Arma che hanno scritto, cito testualmente, ‘Allo stato delle attuali conoscenze investigative, e dal contesto delle telefonate/dialoghi intercettati, non si è in grado di indicare se i 600mila euro da ottenere con l’aiuto di Marco Vincenzi siano stati finanziati da parte della Regione Lazio‘. I carabinieri si limitano solo ad una presunzione che, lo ripeto ancora una volta, non ha alcun riscontro nella realtà dei fatti”.

 FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/09/mafia-capitale-i-soldi-delle-coop-di-buzzi-pagavano-stipendi-del-pd-di-roma/1759890/

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