Una passeggiata nel verde allontana i pensieri negativi

ago 29, 2015 0 comments


Una passeggiata a contatto con la natura può aiutare a prevenire ladepressione perché allontanerebbe i pensieri negativi.É quanto emerge da una ricerca della Stanford University (Usa) pubblicata sulla rivista Pnas.




“Quattro passi” tra alberi e foglie può abbassare il rischio depressione anche in città. Secondo gli autori dello studio, una passeggiata di 90 minuti ridurrebbe l’attività di un’area cerebrale associata alla regolazione dell’abitudine a rimuginare sui pensieri negativi, una sorta di fattore di rischio per l’insorgenza della depressione.
Questi risultati sono emersi dagli esami delle scansioni del cervello dei 38 partecipanti prima e dopo una passeggiata nel verde o in una strada molto trafficata. Ciononostante, non è ancora possibile affermare l’esistenza di un rapporto causale tra la vita in città e l’insorgenza di disturbi psichici come ladepressione, dicono gli autori.

Perché “rimuginare sui pensieri negativi” sarebbe un fattore di rischio per la depressione?

«Fu Aaron Beck, il padre del modello cognitivo, che nei primi anni ’60 evidenziò per primo la complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, postulando come molti disagi mentali caratterizzati da emozioni disfunzionali come ansia e depressione, fossero influenzati da ciò che pensiamo e che facciamo nel presente. A chiunque sarà capitato di pensare a un momento del passato che non c’è più e questo ci provoca tristezza. O il solo fatto di pensare a uno scontro col datore di lavoro ci farà sentire arrabbiati», risponde il dottor Enrico Lombardi, psicologo e psicoterapeuta di Humanitas.
«Alcuni pensieri diventano automatici quando nel dialogo interiore dell’individuo a partire dalla nascita, si sono ripetuti insistentemente tanto a lungo che il loro pervenire alla mente avviene senza che vi sia una reale contro-verifica volta per volta nel presente e assunti come verità assolute. Esempi di pensieri automatici negativi sono: “È troppo difficile, non ce la farò mai”, “Sono grasso come una balena”, “Gli altri sono meglio di me”, “Non so come comportarmi”, ecc. Tali pensieri risultano automatici e sfuggono alla nostra consapevolezza, ma sono la causa di emozioni negative (ansia, tristezza, sconforto, ecc.) e di comportamenti disfunzionali (smettere di studiare/lavorare, saltare i pasti, isolarsi, ecc.)».
«A provocare quindi emozioni negative e anche disturbi non sarebbe, secondo tale modello, la situazione in sé, ma il modo in cui le persone interpretano tali eventi. Fin dall’infanzia le persone codificano le informazioni che ricevono dall’ambiente sviluppando alcune convinzioni su se stessi, sugli altri e sul mondo che col tempo si consolidano fino a diventare verità assolute che vengono utilizzate come “lenti” per interpretare la realtà e che condizionano le nostre azioni e le nostre emozioni. È importante sottolineare che i pensieri automatici negativi sono comuni a tutti e che solo quando sono costanti nel tempo e superano un certo livello di intensità e di pervasività, interferendo con le normali attività quotidiane, dal lavoro alle relazioni sociali, allora vale la pena rivolgersi a uno specialista in psicoterapia cognitivo-comportamentale».

In che modo una semplice passeggiata nel verde può aiutare a scacciare i pensieri negativi?

«Sebbene la ricerca non spieghi il nesso causale tra una passeggiata e i suoi effetti benefici, si può ipotizzare che la passeggiata nel verde, utilizzando la “centralina” motoria per camminare e quella del pensiero per processare stimoli rilassanti, lasci di fatto meno spazio alla mente per focalizzarsi e innescare pensieri automatici negativi. Tra le strategie di auto-aiuto che vengono utilizzate e trasmesse nella psicoterapia cognitivo-comportamentale c’è infatti anche quella di deviare l’attenzione dai pensieri negativi ad altri pensieri o immagini mentali per interrompere la reazione a catena e bloccare così facendo le conseguenti emozioni negative», risponde lo specialista.
«La passeggiata avrebbe dunque una sorta di effetto balsamico, che aiuta a scongiurare il protrarsi di pensieri negativi con una sorta di reset mentale, ma è una soluzione utile fino a un certo punto perché può essere efficace solo sui sintomi di stati ansiosi e depressivi lievi, senza però incidere sulla causa: gli schemi attraverso cui interpretiamo la realtà e noi stessi li costruiamo a partire dalla nascita e, se disfunzionali, necessitano di una ristrutturazione cognitiva con lo specialista. La passeggiata infatti è per sua natura temporanea e al termine la persona ritorna a indossare gli “occhiali” attraverso cui ha imparato fin da bambino a interpretare se stesso e la realtà», conclude il dottor Lombardi.

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