Populismo e femminismo rivoluzionario latino-americano

nov 23, 2016 0 comments
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Di Maddalena Celano
I movimenti femministi che sono emersi nella regione latino-americana non erano semplicemente imitazioni delle esperienze occidentali; spesso erano invece riconfigurazioni e rimodulazioni di correnti politiche pre-esistenti, socialiste, anarchiche, cattoliche, liberali con lunghe tradizioni di attivismo, di ricerca e interventi culturali che risalgono al XIX secolo.  L’America Latina è naturalmente un’astrazione, la semplificazione di una vasta gamma di esperienze e tendenze sub-regionali. Eppure, mentre i nuovi movimenti sono stati modellati dall’eterogenea composizione sociale e culturale dei diversi paesi, hanno anche sviluppato caratteristiche e dinamiche condivise. Un aspetto importante del femminismo latino-americano viene dai movimenti rivoluzionari sorti negli anni sessanta, in risposta sia alla disuguaglianza economica che agli  interventi imperialisti, con la rivoluzione cubana, senza dubbio, come epicentro-ispiratore. Questi gruppi hanno reclutato una nuova generazione di donne molto istruite, che non si accontentarono di fare da inservienti o le amanti dei rivoluzionari maschi. Mentre le donne sono rimaste minoranza come membri formali dei partiti comunisti e di altre organizzazioni militanti, erano comunque coinvolte in una vasta gamma di attività. Queste giovani militanti della sinistra rivoluzionaria diventarono “le femministe di fuoco degli anni ‘70”, spesso impegnate in una ‘doppia militanza’, attive sia nei partiti di sinistra che nei gruppi di donne.
Ma forse altrettanto importante, nel lungo periodo, fu la recrudescenza dell’attivismo cattolico che promosse varie forme di “populismo-progressista” o “di-sinistra”. Tutti gli intellettuali insistono su una lettura laica dell’attivismo femminista, ma la storia della mobilitazione sociale del Continente rende chiaro che sia il pensiero cattolico e la sua pratica sono stati rilevanti dalla fine degli anni cinquanta in poi. Quest’aspetto prese la sua forma più radicale nella Teologia della Liberazione, che ha influenzato una nuova generazione di laici cattolici, così come giovani suore e preti. Nella Conferenza  Episcopale di Medellín del 1998 si parlò di educazione popolare come strumento per il cambiamento e ‘presa di coscienza’ come strumento di liberazione, che portò ‘il risveglio e l’organizzazione dei settori popolari della società’ per realizzare progetti sociali. Molto più che in Europa o in Nord America, l’ agitazione femminista in America Latina, durante questo periodo, fu caratterizzata dall’integrazione di intellettuali e attivisti della classe media in lotta per i diritti fondamentali e l’uguaglianza, sotto regimi repressivi. Le femministe socialiste e radicali sono state raggiunte da femministe popolari o da attiviste del “populismo-progressista” (attivo in Argentina, Venezuela ed Ecuador), dalle donne della classe operaia nelle chiese o nelle associazioni di quartiere, organizzandosi contro le dittature.
L’alfabetizzazione e la pedagogia dell’auto-emancipazione popolare dell’educatore brasiliano Paulo Freire giocò un ruolo centrale nel lavoro della solidarietà femminista latino-americana. Le metodologie dell’educazione popolare critica sono state adattate da attiviste femministe per includere temi come la sessualità delle donne, il diritto di famiglia, le relazioni tra genitori e figli, le relazioni di coppia, il lavoro educativo delle donne nelle aree urbane rurali e povere. Infatti, le tecniche pedagogiche di Freire sarebbero diventate lingua franca per i progetti di sviluppo di genere intraprese da ONG femministe negli anni ottanta; continuando a essere utilizzati in tutta la regione per raggiungere le donne nelle zone rurali, comprese quelle delle comunità indigene. Nel 1981 le femministe latinoamericane istituirono una rete a livello continentale per l’educazione popolare delle donne, REPEM (Red de Educación Popular Entre Mujeres de América Latina y el Caribe), impegnate per la promozione sociale, politica ed economica delle donne attraverso la pedagogia critica.

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