Ddl concorrenza, così l’emendamento contro il telemarketing è diventato un boomerang. Che favorisce i call center

mag 5, 2017 0 comments
Ddl concorrenza, così l’emendamento contro il telemarketing è diventato un boomerang. Che favorisce i call center

Di Chiara Brusini

Dopo l’allarme del garante della Privacy, tutti contro la norma inserita nel ddl Concorrenza che di fatto liberalizza il telemarketing selvaggio. Per primo Matteo Renzi, che il giorno dopo il voto di fiducia sul testo, passato ora alla Camera per la terza lettura, parla di “errore” e chiede “chiarimenti”. Ma anche i deputati del M5S hanno denunciato l’introduzione dello “spam di Stato con il fantomatico diritto di prima chiamata assicurato ai call center”. Questo nonostante l’emendamento incriminato sia stato presentato da tre senatori grillini, Gianluca CastaldiGianni Girotto e Vito Rosario Petrocelli. Che evidentemente non si sono accorti di un pesante effetto collaterale della loro modifica: consentire di fatto agli operatori dei call center di chiamare anche chi si è iscritto al (pur finora inefficace) Registro delle opposizioni.

Va detto che l’obiettivo iniziale dell’emendamento era esattamente l’opposto. Cioè stringere le maglie sullo stalking telefonico mirato a presentare offerte commerciali o vendere prodotti. Per farlo si è pensato di aggiungere un comma all’articolo 130 del Codice sulla protezione dei dati personali, quello dedicato alle “comunicazioni indesiderate“. Il problema è che il nuovo comma 4-ter prevede ora che “il contatto anche non sollecitato con l’abbonato per fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale è consentito solo se l’abbonato destinatario della chiamata (…) presta un esplicito consenso al proseguimento della conversazione”.
Risultato: solo dopo aver ricevuto la chiamata – probabilmente indesiderata – ed essersi sentito elencare gli “elementi di identificazione univoca del soggetto per conto del quale il contatto avviene” e “l’indicazione dello scopo commerciale o promozionale del contatto” il malcapitato potrà dire “grazie, non mi interessa”. Peraltro il dissenso, per come è scritta la norma, varrà solo per quella specifica chiamata. Nulla esclude, dunque, che la stessa persona ne possa ricevere un’altra il giorno dopo. E l’operatore potrà chiamare chiunque a qualsiasi ora, compresi gli utenti che si sono iscritti al Registro creato apposta per “consentire al cittadino di non ricevere più telefonate a carattere commerciale al proprio numero di casa” (i cellulari per ora sono esclusi). Infatti l’emendamento non fa alcun riferimento alla loro tutela rafforzata e in questo modo finisce di fatto per bypassare il registro.

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