MACRON (anche) CONTRO LA GERMANIA – IL NO AL NORD STREAM 2

feb 8, 2019 0 comments

Di Maurizio Blondet
Macron  non ha solo “richiamato l’ambasciatore” contro l’Italia.  Ha anche fatto sapere alla Germania che intende votare contro il Nord Stream 2  in un voto previsto nella UE venerdì. Il che  metterà in pericolo il  discusso progetto a cui tanto Berlino tiene, perché la Germania non può contare su una maggioranza di stati favorevoli. Dati i rapporti tesi degli europei con  Mosca, sostiene Parigi, il  progetto sostenuto da Berlino con Gazprom crea “problemi strategici” . “Non vogliamo aumentare la nostra dipendenza dalla Russia e quindi danneggiare gli interessi di paesi dell’UE come la Polonia e la Slovacchia”, ha affermato a Parigi.
Solo pochi giorni dopo lo “storico” accordo di  Aquisgrana, che   doveva sancire una sostanziale “fusione-acquisizione” della Francia con la Germania,  sembra uno sgarbo paradossale.  Ma è probabilmente una mossa giusta in un paese che ha (diversamente da noi) una chiara visione dell’interesse nazionale:  Parigi ha concesso tutto, troppo, dalla condivisione al seggio nel consiglio di sicurezza ONU fino alla ventilata disponibilità atomica – e Berlino non ha dato né concesso niente in cambio.  Adesso il Quai d’Orsay fa capire a Berlino che il tempo dei regali è finito, Berlino deve  pagare  per avere Parigi a fianco in Europa.   Fare le riforme in senso europeista.  E se è così, fa benissimo.
“La decisione di Macron di non partecipare alla   conferenza sulla sicurezza di Monaco  può essere dovuta a vari motivi.  Ma  l’annullamento della comparsa di   Merkel  a fianco di Macron è sempre un segnale simbolico che sarà attentamente monitorato nel resto dell’UE”, scrive preoccupato Henrik Henderlein, un politologo tedesco super-europeista (dirige il Delors Institute). Ed enumera:
Parigi e Berlino sono attualmente in disaccordo su NordStream, l’approfondimento dell’Unione Monetaria,  sulla  la politica commerciale, la sicurezza/difesa dell’UE, sull’Arabia Saudita, per citarne solo alcuni. Su questi temi entrambe le parti giocano giochi tattici, invece di definire obiettivi strategici congiunti.   Una vera amicizia richiede molto di più.
Su NordStream, la Francia  ha ora  messo in rilievo  la posizione intrinsecamente contraddittoria del   governo tedesco.  Berlino ha fatto sempre finta di niente sul progetto con Gazprom, non  rispondendo alle critiche e andando avanti; era un segnale implicito al resto dell’UE. Una Germania davvero più europeista  sarebbe stata più attenta   riguardo a  NordStream. Parigi sta facendo le domande giuste.   Il 2019 continuerà a far mostrare pubblicamente  la nuova divergenza fra Berlino e Parigi, e ciò mi preoccupa: se Francia e Germania non riescono ad accordarsi su questioni strategiche fondamentali, chi può farlo nella UE? Entro i prossimi pochi mesi  dovranno essere prese  decisioni cruciali sulle più alte poltrone  della UE, sul bilancio dell’Unione, sul bilancio dell’eurozona. Non possiamo permetterci un  legame debole fra Berlino e Parigi.  Putin, Orbàn, Salvini faranno  scorta di popcorn”.
In un’altra batosta per le nuove  ambizioni tedesche, la Kommissaria europea alla concorrenza, Marghret  Vestager  (danese) ha vietato  la fusione tra Alstom e Siemns, che avrebbe  creato  un supermonopolio   ditreni e ferrovie, sotto guida Siemens e con Alstom in posizione subordinata.  Immediatamente il governo tedesco ha strillato su questo divieto che gli impedisce di creare il primo “campione nazionale” del progetto  Altmaier, e promesso che cambierà – cancellerà le leggi eurpee anti-trust che impediscono tali fusioni  strategiche. Commento  dell’economista  tedesco Marcel Fratszcher (Humboldt  University): Ecco un tipico  doppio standard germanico. Noi tedeschi siamo bravi a lamentarci degli altri Stati membri che infrangono le norme europee, ma   diventiamo  furiosi se le norme europee sono applicate agli interessi tedeschi.

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