Recessione in Europa? Non così tanta (nemmeno in Italia)

mar 7, 2019 0 comments

Di Andrew Rosenbaum

Non molto tempo fa, il ministro della Finanza francese ha duramente commentato la “recessione in Italia e la sua minaccia per l’Europa”. L’Italia è tecnicamente in recessione, ma non così tanto. Nel frattempo, la Banca centrale europea lancia l’allarme circa la minaccia di una recessione nel resto dell’Europa.

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Ma le previsioni non sono particolarmente catastrofiche: Fitch Ratings, l’agenzia di credito, prevede una crescita dell’1% in Europa nel prossimo anno e le economie domestiche mantengono ancora prestazioni soddisfacenti.
Philip Lane, nominato al titolo di prossimo capo economista alla Bce, sostiene che il rallentamento della crescita in Europa sarà “limitato”. “L’Europa non si trova in una situazione estremamente fragile”, aggiunge.
wealth manager – persone che hanno il dovere di formulare previsioni attendibili sull’economia globale, in quanto gestiscono grosse somme di denaro in tutto il mondo – semplicemente non vedono un’incombente grande recessione. “Basandomi sugli attuali prezzi delle risorse, vedo dei buoni motivi per essere ottimisti”, scrive Brad Conger della Hirtle Callaghan, compagnia che gestisce risorse per un valore di 100 milioni di dollari.

La crescita è lenta, ma assicurata

Ci sono stati infiniti pronostici avversi riguardo l’Europa sulla stampa, e in particolare sull’Italia, ma semplicemente non sono supportati dai fatti.
Il Fondo monetario internazionale prevede una crescita globale al 3,5% nel 2019, che salirà al 3,6% nel 2020. I maggiori fattori di destabilizzazione, secondo l’Fmi, sono gli attuali perturbamenti del commercio internazionale che hanno rallentato gli investimenti.
“L’Europa continua a godere di una crescita rispettabile, alimentata dalla domanda interna e supportata da una grande crescita dell’occupazione e dei salari”, dice l’Fmi. D’accordo, è in arrivo un rallentamento, ma poi la crescita riprenderà. “Rispetto alle scorse previsioni del Fondo monetario internazionale, la crescita è stata rivista al ribasso in circa la metà dei Paesi europei. Ciò riflette una più debole domanda esterna e dei prezzi dell’energia più alti . Cionondimeno, ci si aspetta che la crescita rimanga al di sopra del potenziale nella maggior parte dei Paesi dell’area”, conclude l’Fmi.
Certamente le turbolenze nel commercio internazionale e alcune preoccupazioni di natura politica hanno avuto un profondo impatto sull’Europa insieme all’infinita vicenda della Brexit.
Ma FocusEconomics prevede che “gli ostacoli alla crescita in qualche modo si attenueranno entro la fine dell’anno. Ci si aspetta che la produzione industriale si normalizzi dopo uno choc isolato, e anche le incertezze in politica estera potrebbero migliorare se l’Ue e il Regno Unito troveranno una soluzione a marzo e Stati Uniti e Cina raggiungeranno un accordo commerciale. Un mercato del lavoro solido e una politica monetaria accomodante continueranno a guidare la crescita e i consumatori dovrebbero anche beneficiare dell’inflazione contenuta e dei prezzi del petrolio più bassi del previsto”.
Gli economisti di S&P intervengono con queste previsioni poiché vedono la crescita in Europa beneficiare di diversi fattori: “Vediamo la domanda interna come il principale motore di attività. I consumi beneficeranno del calo della disoccupazione, dell’aumento dei salari, e dei più bassi prezzi dell’energia. Gli investimenti invece trarranno beneficio da una solida crescita creditizia, e saranno rafforzati da condizioni finanziarie più favorevoli e dall’alto tasso di utilizzo degli impianti. La debolezza nel terzo trimestre di quest’anno era temporanea, dal nostro punto di vista (con la contrazione dell’economia tedesca, trascinata in basso da un grave declino nella produzione di automobili), e prevediamo una crescita dell’1.6% per il 2019, dopo l’1.9% di quest’anno”.

L’Italia dovrebbe riprendersi in tempi rapidi

Senza dubbio nell’economia italiana c’è stata della turbolenza che ha portato alla lieve recessione tecnica, ma il potenziale per una ripresa è chiaro.
Nonostante tutti i conflitti nel commercio internazionale, l’Italia ha mantenuto una posizione competitiva, in quanto le sue esportazioni sono solide, secondo gli economisti di Ing bank. “C’è stato un consolidamento dell’aumento dell’occupazione durante l’estate, e segnali crescenti di timide pressioni salariali”, aggiungono.
Ciò che è davvero incoraggiante, secondo Ing, è che le esportazioni italiane hanno registrato buoni risultati nonostante il contesto sfavorevole . “Le esportazioni nette hanno fornito un contributo marginalmente positivo alla crescita trimestrale, grazie a una dignitosa performance nell’export, che si è realizzata nonostante uno scenario internazionale già deteriorato”, scrive Ing.
Inoltre, gli esperti Ing si aspettano una rapida svolta nel 2019. “Non crediamo a questa storia di una recessione prolungata, perché alcune delle incertezze che hanno pesato sul 2019 potrebbero nascondere sorprese positive”, scrivono gli economisti di Ing, aggiungendo che ci sono sicuramente buone possibilità per un ribaltamento delle sorti dell’economia italiana nel 2019. “La domanda più solida sembra destinata a tradursi in consumo privato, supportato dall’occupazione, che si è stabilizzata intorno ai livelli pre-crisi, e da un probabile recupero del reddito reale disponibile, legato al calo dell’inflazione collettiva causato dai prezzi dell’energia”, aggiungono.

Quando avrà inizio la ripresa?

È difficile definire il momento in cui la ripresa avrà inizio, dato che la Brexit continua a pesare sulle sorti economiche dell’Europa. Ma, volendo in qualche modo rispondere a questa domanda, ci si può aspettare che la Bce sostenga una ripresa attraverso bassi tassi di interesse.
Klaas Knot, banchiere centrale olandese e primo candidato come successore di Mario Draghialla presidenza della Bce, a dicembre ha detto che la Bce probabilmente si adopererà per sostenere la ripresa.
“Parlare di crisi, o di recessione, è prematuro”, afferma Knot. “Un rallentamento della crescita è sensato dopo anni di espansione economica. Vedremo un paio di trimestri con una crescita un po’ rallentata, e ciò principalmente a causa del commercio estero, ma la domanda interna continua a reggere in Europa”, aggiunge.
Gli economisti di S&P si aspettano anche un sostegno dalla Bce per avviare una ripresa verso la metà dell’anno. La politica monetaria della Bce imarrà accomodante, con il reinvestimento delle risorse giunte a scadenza del suo programma di acquisto di obbligazioni, e con un flusso aperto di liquidità verso le banche attraverso la procedura del full allotment, un sistema di credito illimitato a tasso di interesse fisso. L’iniezione di liquidità potrebbe avvenire prima di quanto pensiamo”, conclude S&P.

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