LO SPECCHIO CRISTIANO DI AL-QAEDA

lug 27, 2011 0 comments
DI PEPE ESCOBAR

Asia Times


Immaginatevi se Anders Behring Breivik, il trentaduenne norvegese al 100 per cento, pallido, biondo e con gli occhi azzurri, armato fondamentalista cristiano di ultra-estrema destra responsabile per l’attentato di Oslo e degli omicidi meticolosi e mirati all’isola di Utoya che ha ucciso 93 persone, fosse un immigrato musulmano.
Non bisogna neanche immaginarselo, visto che i cerchi concentrici dell’industria occidentale hanno attribuito il massacro in Norvegia a "al-Qaeda", sino a che i fatti hanno detto un'altra cosa.

Aspettate un minuto. "Omicidi mirati?" È dovuto passare per la testa dell’assassino che se lo può fare l’amministrazione di Barack Obama - in AfPak, Iraq, Yemen, Somalia, tutto nel nome della civiltà occidentale – non c’è niente che possa impedire a un freddo scandinàvo di esercitare gli stessi diritti sul proprio territorio.
Gli aspetti sedimentati dell’ideologia di al-Qaeda possono essere esaminati dettagliatamente in volumi quali Al-Qaeda in Its Own Words, scritto da Gilles Kepel e Jean-Pierre Milelli e pubblicato in inglese dalla Harvard University Press. Il solitario Breivik ha anche preparato un enorme manifesto di 1.500 pagine, intitolato 2083: A European Declaration of Independence, dove butta al macero allo stesso modo liberalismo, multiculturalismo e "Marxismo culturale" che stanno presumibilmente distruggendo la civiltà cristiana europea.
Così come al-Qaeda – sotto la guida ideologica dell’attuale leader, il dottor Ayman al-Zawahiri – ha intrapreso una jihad difensiva (e talvolta offensiva) contro cristiani ed ebrei, Breivik auspica ugualmente una jihad cristiana per difendere l’Europa da un’altra invasione musulmana.
Il ritorno dei crociati cristiani
Che Breivik non sia un mostro solitario è dimostrato dal fatto che l’ideologia che regge il manifesto condanna non solo l’Islam in sé, l’immigrazione musulmana in Europa e il multiculturalismo, ma anche tutti i neo-nazisti e le dichiarazioni dei suprematisti razziali contro tutti i "mali”.
Breivik, l’attentatore che adora canzonette penose da Eurovisione e lo show USA The Shield, e possiede una licenza regolare per una pistola Glock, un fucile automatico e un mitragliatore, è un tipico convertito alla nuova narrazione di estrema destra, leggermente più sofisticata e pan-europea, in base alla quale la battaglia per l‘anima europea dovrà essere combattuta sul campo culturale.
Dopo una breve visita in Danimarca e in Svezia meridionale nell’autunno del 2010, ho già parlato di questi argomenti in Lettere dall’Islamofobistan (Asia Times Online, 22 ottobre 2010).
Breivik fa un passo avanti armando il nuovo pensiero – in base al quale non ci si domanda se i musulmani siano biologicamente inferiori all’Occidente cristiano: la questione è che i principi dell’Islam sono assolutamente incompatibili con l’Occidente.
È una questione culturale. "Loro" non condividono "i nostri valori" e il nostro modo di vivere. E mentre si muove un’astuta campagna di pubbliche relazioni, questa spiegazione culturalista potrebbe attrarre molti moderati europei.
Breivik e la sua genìa incolpano le democrazie parlamentari occidentali in blocco – “political correctness” inclusa – per consentire ai musulmani in Europa di mettere su casa come fossero cavalli di Troia. Tutti e tutto è una minaccia, da al-Qaeda alla burocratica Unione Europea e le multiculturali Nazioni Unite. Breivik e la sua risma sono assolutamente Huntingtoneschi, temendo uno scontro di civiltà in casa propria.
Non c’è da sorprendersi che il passo successivo per Breivik fosse quello di diventare una versione aggiornata dei Cavalieri Templari nel suo sconclusionato manifesto, e quindi di dare l’esempio. L’agenda dei Cavalieri: “schierare un controllo politico e militare dei paesi dell’ Europa occidentale e implementare un’agenda politica e culturale conservatrice".
"Al-Qaeda" - o la nebulosa di emuli e affiliati accomunati sotto il nome "al-Qaeda" – non ha le risorse per attaccare l’Europa, e questa non è comunque la priorità; la priorità è l’AfPak, l’Asia Centrale e l’India, come dettagliato dal comandante militare di al-Qaeda, Ilyas Kashmiri. Ma la priorità del terrore fondamentalista cristiano è assolutamente l’Europa. E gli attacchi verranno sferrati da solitari come Breivik o da gruppi organizzati.
I progressisti occidentali devono stare all’allerta. I tabù devono essere abbattuti, specialmente identificando le contorte, ma quasi sempre rozze strategie utilizzate dai fondamentalisti cristiani di estrema destra e dai sionisti per fomentare l’islamofobia in Occidente.
Ad esempio, sia gli islamofobi che i sionisti radicali ritengono che Israele stia assoggettando la Palestina perché si sta difendendo da uno scontro di civiltà. Il discepolo modello Breivik acclama famosi americani islamofobi come Pam Geller e Daniel Pipes così come aborre il supporto della Norvegia per uno stato palestinese indipendente e sovrano.
Breivik scrisse: "È molto ipocrita considerare i musulmani, i nazisti e i marxisti in modo diverso. Sono tutti sostenitori di un’ideologia dell’odio. Non tutti i musulmani, i nazisti e i marxisti sono conservatori; la gran parte è moderata. Ma cosa importa?"
Niente; il fascismo ha il fascino delle uguali opportunità. Ci sarà sangue, molto altro sangue mentre l’Europa dovrà avere a che fare col proprio cuore oscuro. Attenzione al ritorno, in massa, dei crociati cristiani pallidi e con gli occhi azzurri.

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26.07.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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