NUOVO GOVERNO/ Rapina a banca armata

nov 18, 2011 0 comments
Di Pasquale Di Bello
Abbiamo ascoltato con attenzione il discorso programmatico pronunciato da Mario Monti al Senato e tra le tante cose dette vorremmo commentarne due: una non detta e una detta a metà. Parole sulla legge elettorale, partendo dalla prima (ma potremmo esserci distratti), non ne abbiamo sentite né poche né punte. Durante tutta l’esposizione, una noiosissima concione dedicata a tranquillizzare mercati finanziari e investitori internazionali, Monti non ha inteso spendere una solo sillaba in favore dei milioni di italiani che, piacendo a Dio e a Napolitano (che in questi giorni, per molti, sono la stessa persona), nella primavera del 2013 torneranno a votare. Milioni di cittadini che verranno chiamati ad eleggere il nuovo parlamento e a scegliere il Governo del Paese con una legge che, se rimanesse quella che è, certificherebbe in maniera definitiva la dittatura delle oligarchie di partito. Quelle stesse, probabilmente, che si stanno attrezzando a riproporre nel 2013 un Monti, o eventualmente un Passera, come espressione di un terzo polo messo insieme da altre pericolosissime oligarchie, quelle finanziarie. Parte quindi male, anzi malissimo Monti, poiché la vera emergenza italiana non è la solvibilità del debito sovrano tra dieci o venti anni, e men che meno la rinnovazione di quello attuale; il vero problema, la reale esigenza, l’effettiva urgenza è l’assenza e il ripristino della democrazia. Per l'etimologia del termine, democrazia è il “governo del popolo”, ovvero la forma di Stato in cui la sovranità appartiene al popolo. Bene, ci chiediamo se tra gli italiani esista ancora qualche sprovveduto disposto a credere ad una simile sciocchezza. La vigente legge elettorale ha letteralmente rapinato i cittadini dal sacrosanto diritto a scegliere un parlamento selezionato da un voto di preferenza e non dalle preferenze delle segreterie di partito. Sul tema, ribadiamo, non c’è parso di udire alcun impegno da parte del neopremier, così come da parte del Capo dello Stato, ciarliero oltre ogni limite, non s’è udito alcun monito in tal senso.
Ciò detto, quanto alle cose totalmente ignorate e passando a quelle dette a metà, cioè sibilate, c’è parso di udire un passaggio relativo all’Ici (l’imposta comunale sugli immobili attualmente eliminata). Secondo Monti, quella italiana, sarebbe una “anomalia” rispetto al resto d’Europa. Saremmo quindi dei privilegiati, poiché esentati dal pagamento della tassa sulla prima casa. Corollario del ragionamento fatto da Monti è, di fatto, l’annuncio della reintroduzione del più odioso tra i balzelli, una vera propria rapina a carico delle famiglie, specie quelle monoreddito e ancor più quelle che con un solo reddito, oltre al mutuo bancario, a breve saranno costrette a pagare dazio alla Stato per un tetto che, sino alla estinzione del prestito, non sarà mai loro ma dell’istituto bancario che sopra c’ha scritto una robusta ipoteca. Una rapina, insomma, a “banca armata”. Questo, di fatto, col beneplacito dei baciapile vaticani che usano una volta su due la parola famiglia salvo poi partecipare ad un governo che le famiglie, economicamente, le distruggerà. Quale famiglia si vuol sostenere, nascete o esistente, laddove si va a tassare un bene non indispensabile ma vitale come la casa? La casa, addirittura, di cui non si è ancora proprietari sino all’estinzione del mutuo. Paghiamo quindi la rata di mutuo, paghiamo lo Stato, paghiamo gli interessi alla banca. Questa, secondo Mario Monti, è la ricetta per correggere l’anomalia italiana.
Noi, quanto ad anomalie, ne vorremmo segnalare un’altra all’uomo del club Bilderberg messo a capo del governo italiano: quella relativa alle transazioni finanziarie. Milioni e milioni di euro al giorno che viaggiano attraverso le Borse e i terminali delle banche e che sono oggetto di una tassazione che la stessa Europa, sempre evocata, ritiene insufficiente. Cominciamo da qui, dal tassare chi ha determinato la crisi, altrimenti il dubbio che a pagare saranno sempre i più deboli e i meno garantiti, più che un’ipotesi è già una certezza.

Da  Infiltrato.it

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