Il superbo Monti non accetta critiche: chi lo tocca fa salire lo spread

lug 8, 2012 0 comments
Di Fabrizio Dal Col
Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, è intervenuto a Serravalle Pistoiese al dibattito di Cgil “Incontri sulla spending review”. Nel corso del suo intervento al dibattito ha affermato che  ”è un primo passo nella direzione giusta” ma “dobbiamo evitare la macelleria sociale”, sottolineando poi “abbiamo vissuto 30 anni da cicale ora pensiamo da formiche.” All’incontro ha partecipato anche il segretario della Cgil Susanna Camusso che, come prevedibile, ha fatto a pezzi la riforma di Monti assegnando complessivamente al suo governo un voto “gravemente insufficiente” e annunciando “una mobilitazione generale”.
Durante il dibattito Squinzi ha ribadito che da un lato “il governo dei tecnici può essere una parentesi in una determinata fase della vita del Paese, per ritrovare credibilità a livello internazionale”  e dall’altro che ”non può essere il nostro futuro, non possiamo farci governare da dei tecnici. Punto e basta. Abbiamo bisogno della buona politica poi non so se tra questi tecnici qualcuno possa assumere una fisionomia politica, in questo momento non lo vedo. Se il presidente del Consiglio Mario Monti assume una fisionomia politica giusta non sono assolutamente contrario, non ho prevenzioni. Ma se si continuerà a gestire il governo da tecnici non credo che andremo molto lontano”.
Dopo le dichiarazioni di Squinzi il premier Monti ha replicato in modo subdolo e poco british, intervenendo al Circle des economistes ad Aix en Provence, dove ha incontrato il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici. “Dichiarazioni di questo tipo fanno aumentare lo spread, i tassi di interesse e incidono non solo sul debito pubblico ma anche sulle imprese” sono state le parole di Mario Monti che, proseguendo, ha affermato: “invito a considerare che dichiarazioni di questo tipo da parte di figure istituzionali e personaggi ritenuti responsabili, hanno effetti molto negativi nei mercati e nelle valutazioni delle organizzazioni internazionali”. “Quindi – ha aggiunto – suggerirei di fare piu’ attenzione non tanto per riguardo al governo, che evidentemente non lo merita sulle basi di cio’ che viene detto, ma per le imprese. Mi permetto di dire come esponente del governo che non si faccia il danno delle imprese”.  Infine: ”E poi avevo capito che le forze produttive migliori desiderassero il contenimento del disavanzo pubblico e che obiettassero rispetto a manovre fatte in passato molto basate sull’aumento delle tasse, e che era ora di incidere su spesa pubblica e strutture dello Stato. Ma evidentemente avevo capito male ”.
Durante il suo intervento il premier Italiano non ha risparmiato un affondo nemmeno verso  Finlandia e Olanda che con le loro dichiarazioni, da lui considerate “inappropriate”, hanno contribuito a far crescere lo spread e “hanno avuto l’effetto di ridurre la credibilità delle decisioni prese dal Consiglio Ue”. Infine, una affermazione di Monti la dice lunga: ”Sono un po’ incerto sul fatto di perseguire un’integrazione economica e politica basata solo sull’Eurozona. So che questa in Francia e’ la visione piu’ diffusa, ma io ho un po’ di remore su questo. Sarebbe meglio non isolarci troppo dal resto dei paesi dell’Unione che non fanno parte dell’Eurozona”.
Alla luce di ciò che dice oggi Monti è facile osservare dalle sua parole che: le colpe sono sempre degli altri e che i provvedimenti del suo governo sono sempre giusti, ma soprattutto che, oltre a non piacergli le critiche, ree a suo dire di danneggiare il suo operato e a favorire la speculazione dei mercati, il premier fa trasparire una certa insofferenza quando lo si contraddice, una sofferenza che da settimane non riesce più a nascondere e che lo porta forse a pensare si sminuisca di conseguenza anche la sua figura di tecnico blasonato. Ai Cittadini come ai mercati non sfugge invece che quello che dice il premier in un dato giorno, viene rinnegato dopo poche settimane provocando di fatto l’irritazione della gente ormai stanca di sentirsi presa in giro e proprio quei guai di cui sopra che lui molto abilmente sa scaricare verso gli altri. Inoltre quando dichiara di essere un po’ incerto sul perseguire una integrazione economica e politica basata solo sull’Eurozona in quanto provocherebbe a suo dire l’isolamento dell’Italia dal resto dei paesi che non fanno parte dell’Eurozona dimostra di aver attuato un cambiamento radicale rispetto a ciò che invece sosteneva appena nominato.
A questo punto viene  da chiederci a chi siamo stati affidati e dove costui ci intenda portare.

Fonte:l'Indipendenza

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