SIRIA, IL GOVERNO ACCUSA ISRAELE DI SOSTEGNO AL GRUPPO ISLAMISTA JABHAT FATEH AL-SHAM(EX AL NUSRA)

set 15, 2016 0 comments
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Di Alessandra Benignetti
Dopo l’incidente di ieri, Israele continua i suoi raid contro le posizioni dell’esercito siriano. L’agenzia di stampa Sana, ha annunciato che, nella serata di martedì, caccia israeliani hanno bombardato le postazioni di artiglieria delle forze armate di Assad, alle pendici orientali delmonte Hermon, nel Rif di Damasco, il governatorato che circonda la capitale siriana. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, vicino all’opposizione, il raid non avrebbe provocato vittime.

I caccia di Tel Aviv hanno colpito nuovamente, con due razzi, in territorio siriano, dopo che ieri Damasco aveva rivendicato l’abbattimento di un velivolo militare israeliano e di un drone, nella provincia siriana di al Quneitra, al confine con le alture del Golan, territorio siriano occupato da Israele nel 1967, dopo la Guerra dei sei giorni. Alle dichiarazioni di Damasco aveva fatto seguito la replica delle forze armate israeliane, che hanno negato l’abbattimento di qualsiasi velivolo israeliano da parte dell’esercito siriano, pur non smentendo l’incursione dei propri caccia. Tutti gli attacchi diretti da Israele contro le postazioni dell’esercito siriano nel sud della Siria, sono giustificati da Tel Aviv come reazione ai diversi colpi di mortaio, esplosi dalle forze armate siriane che, nelle scorse settimane, sono caduti nelle alture del Golan.
Nella provincia di Quneitra, abitata in maggioranza da drusi, al confine con le alture del Golan, l’esercito siriano è, infatti, impegnato nel respingere l’offensiva dei miliziani dell’ex fronte al Nusra, ribattezzatosi Jabhat Fateh al-Sham, e di un’altra organizzazione jihadista, Shuhada al Yarmuk (i martiri di Yarmuk), considerata una branca locale dello Stato Islamico. Oltre che delle altre formazioni ribelli dell’opposizione moderata, che stanno cercando di respingere le truppe lealiste dalla periferia di Quneitra, lungo il confine con Israele, alle pendici del monte Hermon, nel Rif di Damasco. Nonostante la tregua, quindi, in quest’area continuano i combattimenti. Fateh al Sham è, infatti, considerata un gruppo jihadista alla stregua dell’Isis, ed è, pertanto, esclusa dall’accordo sul cessate il fuoco fra Damasco e i ribelli, in vigore da due giorni in Siria.
Per questo, il governo siriano punta il dito contro Israele che, secondo il regime di Assad,  starebbe aiutando con le incursioni aeree nella provincia meridionale di al Quneitra “i ribelli dell’ex Fronte al Nusra e gli altri gruppi radicali” che combattono contro le truppe di Damasco. Un’accusa, quella di finanziare e favorire i gruppi ribelli attivi nel sud della Siria, che la Siria muove ad Israele sin dall’inizio del conflitto.
Dopo le ripetute incursioni aeree di Tel Aviv nella provincia meridionale siriana abitata in maggioranza dalla popolazione drusa, la stessa accusa è stata mossa all’esercito israeliano anche da Akram Hasson, un deputato druso israeliano della Knesset, il parlamento monocamerale di Israele. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Haaretz, infatti, Hasson, ex leader del partito di Sharon, Kadima, tramite un post su Facebook, ha dichiarato che “i militanti di Fateh al Sham” starebbero bombardando il villaggio druso di Hader, nei pressi del monte Hermon, “con il supporto e la protezione del ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman”. “Abbiamo informazioni sul fatto che al Nusra stia operando con un supporto senza precedenti da parte di Israele”, ha scritto su Facebook il deputato del partito di centro destra Kulanu, citando fonti locali, “perché i combattenti dell’organizzazione avanzano nei luoghi in cui l’aviazione delle forze armate di Israele ha precedentemente bombardato le posizioni dell’esercito siriano”. Il deputato della Knesset scrive poi, citando “testimoni oculari”, che i miliziani dell’ex fronte al Nusra, riceverebbero da Israele anche “assistenza medica e logistica”. “Questa nuova strategia di Lieberman ha rinforzato il fronte al Nusra e ha fatto si che aumentassero gli attacchi ai nostri fratelli”, scrive Hasson riferendosi alla comunità drusa e rivolgendo un appello ai deputati della Knesset e al leader religioso dei drusi per “fermare questa politica e tenere una riunione di emergenza” prima che la popolazione drusa di Hader “venga massacrata”.
Sempre il quotidiano israeliano Haaretz, in un editoriale pubblicato a proposito dell’accordo raggiunto tra Russia ed Israele per la tregua in Siria, aveva scritto che Tel Aviv ha sostanzialmente guadagnato dal conflitto siriano. Damasco, infatti, secondo il quotidiano israeliano, era uno dei più forti avversari di Israele sul piano militare. La tregua negoziata da Washington e Mosca, sempre secondo il quotidiano, avrebbe, invece, come effetto, quello di mantenere al potere Assad per un ulteriore periodo di tempo. Quella della sopravvivenza e di un eventuale consolidamento del regime di Assad, continua il quotidiano israeliano, è un’ipotesi che, al contrario, preoccupa Tel Aviv, che continua a temere l’asse sciita Beirut-Damasco-Teheran.

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