America al voto, referendum su Trump

nov 6, 2018 0 comments

Di Paolo Mastrolilli

Oggi in America si tiene il referendum su Trump, come ha ripetuto lui stesso, e il consenso generale tra i sondaggisti è che i democratici prenderanno la maggioranza alla Camera, mentre i repubblicani la conserveranno al Senato. Se non ci saranno sorprese, sempre possibili, questo risultato sarebbe una sconfitta per il presidente, e avrebbe un impatto tanto sulla seconda metà del mandato, quanto sulla campagna per la rielezione nel 2020. 

In palio nel voto midterm ci sono tutti i 435 seggi alla Camera, 35 al Senato e 36 poltrone da governatore. Per conquistare la Camera, i democratici devono togliere 23 deputati ai repubblicani. Per prendere il Senato gliene basterebbero tre, ma l’impresa è più difficile perché dei 35 posti in palio solo 9 appartengono al Gop, e molti dei 26 in carica dell’opposizione corrono in Stati vinti da Trump nel 2016. Secondo il sito FiveThirtyEight, i democratici hanno 87,3% di possibilità di conquistare l’aula bassa, e 16,7% quella alta. Sono favoriti per i governatori di Michigan e Pennsylvania, ma potrebbero farcela anche in Florida, Iowa, Ohio e Wisconsin. Un esponente democratico ci ha girato questi sondaggi interni: «Noi vinciamo la Camera con 20 o 30 seggi. I repubblicani il Senato, aumentando la maggioranza a 3 o 4 seggi. Noi vinciamo in Arizona e Nevada, e prendiamo gli stati di Illinois, Massachusetts, Florida, Michigan, New Mexico, Wisconsin e Ohio. Beto O’Rourke ha ancora una chance di battere Cruz per il posto di senatore in Texas». Un esponente repubblicano ha risposto così: «Noi conserviamo il Senato, e abbiamo una piccola possibilità di salvare la Camera. Ma non fidatevi dei sondaggi». Nemmeno i democratici lo fanno, e infatti basano le loro speranze più sull’affluenza registrata alle primarie, che non sui rilevamenti. 

Spese altissime  
Queste sono state le elezioni midterm più costose di sempre, e potrebbero battere il record di votanti. Trump ha puntato su immigrazione e poi economia, e i democratici sul fatto di non essere Trump, che però significa molto per le scelte pratiche. 
Gli scenari possibili sono tre. Se i repubblicani conservano Camera e Senato, ottengono un successo senza precedenti che lancia il capo della Casa Bianca verso la rielezione. Se i democratici prendono entrambe le aule, è una bocciatura catastrofica per il presidente. Se l’opposizione conquista la Camera è una sconfitta per Trump, con tre conseguenze gravi: primo, non potrà più far passare leggi, senza compromessi con i democratici; secondo, sarà esposto all’impeachment, che comincerà nell’aula bassa, a seconda dei risultati dell’indagine del procuratore Mueller sul Russiagate; terzo, l’amministrazione rischierà di essere paralizzata dalle inchieste che l’opposizione potrà avviare nelle varie commissioni. Se poi i democratici otterranno i governatori in stati chiave come Pennsylvania, Michigan, Florida, Ohio, Iowa e Wisconsin, guadagneranno un vantaggio importante in vista delle presidenziali del 2020. Però dovranno gestire con equilibrio l’eventuale successo, ricordando che Clinton e Obama avevano perso le prime midterm del loro mandato iniziale, ma poi erano stati confermati alla presidenza, come potrebbe fare anche Trump.  

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