NewsGuard, una squadra di giornalisti recensisce i siti di informazioni per garantire trasparenza e credibilità

mag 13, 2019 0 comments


Di Luca Indemini
Come è possibile da un lato difendere e valorizzare il giornalismo di qualità e dall’altro garantire ai lettori l’affidabilità delle notizie che si trovano online? Mettendosi a “guardia delle notizie”. Almeno è quello che hanno pensato Steven Brill e Godon Crovitz, quando circa un anno fa hanno dato vita alla startup NewsGuard , che si propone di analizzare la credibilità e la trasparenza dei siti di notizie e di informazione. «Sia io sia Gordon veniamo dal mondo del giornalismo e da tempo ci interrogavamo su come ci si dovesse misurare con le news online e con il problema delle fake news – spiega Steven –. Volevamo trovare un modo per distinguere tra giornalisti affidabili e produttori di notizie false e per farlo abbiamo puntato sull’intelligenza umana e sull’approccio giornalistico.»
Il 23 agosto 2018 danno vita a NewsGuard, che in meno di un anno recensisce oltre 2mila siti americani, prima di sbarcare in Uk e da oggi in Italia. Il progetto si muove nel solco di altri progetti come#JournalismTrustInitiative sponsorizzato da Reporter Sans Frontier e The Trust Project , che ha visto l’adesione de La Stampa come prima testata italiana.
Credibilità e trasparenza
NewsGuard utilizza un approccio giornalistico per combattere le notizie false e la disinformazione. I meccanismi di funzionamento sono quelli di un giornale: ci sono riunioni di redazione, si selezionano i siti da prendere in considerazione, li si analizza e si condividono i risultati. L’analisi prevede la realizzazione di una scheda informativa quanto più possibile dettagliata sul sito preso in considerazione e la verifica del rispetto di nove parametri . «Per stabilire i criteri ci siamo confrontati con colleghi e professionisti della comunicazione, in giro per il mondo – aggiunge Brill –. Alla fine abbiamo individuato due macro aree: credibilità e trasparenza.»
Per valutare la credibilità di una testata si prende in considerazione il fatto che non pubblichi ripetutamente contenuti falsi, il modo in cui presenta le notizie, la rapidità con cui corregge eventuali errori o la presenza di titoli ingannevoli. La trasparenza viene valutata in base a come il sito rivela la proprietà e i finanziamenti ricevuti, come indica il responsabile dei contenuti, i nomi dei curatori delle notizie e le modalità di contatto.
Queste valutazioni vengono messe a disposizione degli utenti attraverso un’estensione che può essere installata direttamente nel browser e fornisce “luce verde” o “rossa” a seconda dell’affidabilità del sito che si sta visitando. Oltre alle valutazioni “verde” e “rosso”, NewsGuard indica i siti di satira e le piattaforme, che ospitano principalmente contenuti user-generated, che non vengono valutati.
NewsGuard in Italia
Dopo un lungo e accurato lavoro preparatorio, da oggi NewsGuard arriva in Italia, dove copre più del 70 per cento delle notizie presenti online, con l’obiettivo di superare il 90 per cento, entro la fine di giugno. E al debutto, «ci sono molte più spunte verdi che rosse», fanno sapere dagli Stati Uniti.
Il monitoraggio è stato portato avanti dalla redazione italiana di New York, partendo da quei siti di notizie che generavano maggiore traffico, oltre ai siti delle principali testate giornalistiche. L’analisi si è sviluppata seguendo i nove parametri e laddove sono emersi elementi poco chiari, si è proceduto a contattare direttamente i responsabili per avere dei chiarimenti. A dare supporto sul territorio è stato scelto come consulente senior Giampiero Gramaglia, per 30 anni giornalista dell’ANSA e direttore dei corsi e delle testate della scuola di giornalismo di Urbino. «Sicuramente ci sono alcuni aspetti del giornalismo anglosassone che non sono così immediati per il giornalismo italiano. Sono stati riscontrati alcuni problemi nei meccanismi di rettifica e correzione delle notizie, così come in merito alle indicazioni in merito ai responsabili delle informazioni pubblicate – spiega Gramaglia –, ma quando si è preso contatto con i responsabili, molti siti hanno reagito modificando i loro parametri e impegnandosi a seguire i principi di NewsGuard.»
La startup sbarca in Italia nel momento giusto. Un sondaggio condotto da YouGov, per conto di NewsGuard, indica la necessità di trovare soluzioni per contrastare il dilagare della disinformazione. Il 92 per cento degli intervistati è convinto che le informazioni false in rete siano un problema e il 78% vorrebbe una maggiore attenzione da parte dei social sull’affidabilità dei siti di notizie, mentre il 74% vorrebbe un maggior controllo da parte dei motori di ricerca. A fronte di queste richieste, NewsGuard può rappresentare una delle risposte al problema (come ritiene anche l’85% degli intervistati).
Inoltre, NewsGuard ha lanciato il Media Literacy Partnership Program , programma gratuito destinato alle biblioteche italiane, che sostiene l’alfabetizzazione mediatica e consente ai partecipanti di impeganrsi criticamente nella valutazione dei siti di notizie che incontra sui social media e attraverso i motori di ricerca.
Approccio giornalistico umano vs algoritmo
Il fatto che NewsGuard parli la stessa lingua dei siti che rappresentano l’oggetto del suo controllo lo rende più efficace e penetrante, rispetto forme di vigilanza lasciate in mano a un algoritmo.
«Il nostro è un approccio trasparente e siamo disposti al dialogo e al confronto – sottolinea Steven Brill –. Non pretendiamo di rappresentare la verità assoluta, ma la credibilità è il nostro core business, il nostro successo dipende dall’essere credibili e affidabili.» È questa credibilità che ha permesso a NewsGuard di essere inseriti nel browser Edge di Microsoft. Ed è questa la direzione scelta per la sostenibilità economica del progetto: collaborare con le aziende tecnologiche che scelgono NewsGuard come strumento di garanzia per i loro utenti.
L’approccio giornalistico, può rappresentare una garanzia di successo anche sul mercato italiano, come evidenzia Gramaglia: «Credo che NewsGuard svolga un doppio ruolo fondamentale: lato utente, aiuta i lettori ad orientarsi tra le informazioni online. Lato testate e giornalisti: avere dei colleghi che mostrano rispetto e attenzione per il lavoro svolto può rappresentare uno stimolo – poi conclude –. Avere dall’altra parte un giornalista, semplifica le cose: di un collega tendo a fidarmi e poi so che posso confrontarmi. Se la valutazione arrivasse da un algoritmo non potrei dialogare, a meno di non risalire al programmatore, con cui però non parliamo la stessa lingua.»

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