Legnano, il sindaco agli arresti domiciliari ritira le dimissioni. Lega: “Giusto non attendere i tempi lunghi della giustizia”

giu 6, 2019 0 comments


E’ ai domiciliari con l’accusa di corruzione, turbativa d’asta e corruzione elettorale, ma ha deciso di ritirare le dimissioni da sindaco di Legnano. Il leghista Gianbattista Fratus ha cambiato idea. Se subito dopo essere stato arrestato aveva scelto di farsi da parte, oggi ci ha ripensato: vuole tenere la poltrona anche se per il momento non potrà nemmeno andare in consiglio comunale. E non è solo: in suo sostegno sono accorsi il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi, e tutti i sindaci, i consiglieri regionali e i parlamentari leghisti del territorio e della provincia del Ticino. “Non sarebbe giusto”, è la motivazione, “un passo indietro e attendere i tempi troppo lunghi della giustizia, neppure nei confronti dei cittadini di Legnano che con il loro voto hanno scelto Fratus come loro sindaco”. Per Fratus fare il sindaco però non sarà per niente semplice, visto che, proprio oggi la sua avvocata Maira Cacucci ha fatto sapere che il giudice per le indagini preliminari ha rigettato l’istanza di revoca della misura cautelare.

L’indagine che ha portato all’arresto di Fratus ha travolto la città simbolo per la Lega ed è stata un vero trauma per il Carroccio alla vigilia delle elezioni Europee: Legnano è il luogo storico dove Alberto Da Giussano e la Lega lombarda arrestarono l’esercito di Federico Barbarossa sotto l’insegna del Carroccio. Insieme al sindaco sono stati arrestati il dimissionario vicesindaco Maurizio Cozzi, in carcere, e l’assessora Chiara Lazzarini, anche lei ai domiciliari. I tre, unitamente ad altri indagati, sono accusati di aver predisposto concorsi per posti dirigenziali in aziende a partecipazione pubblica, perché venissero scelte persone a loro congeniali.

Poco importa per i compagni di partito che, seppur per ora solo a livello locale, si sono schierati in sua difesa e hanno scritto un vero e proprio manifesto: “Diciamo e ripetiamo a gran voce”, si legge nella nota, “che siamo tutti con Giambattista Fratus e sposiamo la sua scelta di ritirare le dimissioni”. In queste settimane, continuano, “tutta la Lega, dai suoi vertici alla sua base, ha ripetutamente manifestato la sua totale fiducia e la sua stima immutata per il primo cittadino. Per questo oggi siamo tutti con lui, e non solo a parole, e non possiamo che sostenerlo senza se e senza ma in questa sua decisione di buon senso di ritirare le dimissioni da sindaco di Legnano. È la miglior decisione. Abbiamo piena fiducia nella giustizia, siamo certi che verrà fatta totale chiarezza sulla posizione di Fratus e che non resteranno ombre su di lui. Vai avanti Fratus, per la Lega, per Legnano”.
Chi protesta nel silenzio generale dei leader nazionali è il Partito democratico locale. Lo stesso Pd che solo qualche settimana fa ha dovuto affrontare la farsa della governatrice Umbra Catiuscia Marini che, seppur indagata nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati in sanità, si è prima dimessa e poi ha votato contro le sue stesse dimissioni per poi infine confermarle. Ora la segretaria metropolitana Silvia Roggiani se la prende con Fratus: “Il leghista Fratus, dopo aver ‘truffato’ le istituzioni giudiziarie”, ha dichiarato, “ritira le dimissioni temporanee e, pur agli arresti domiciliari, torna in carica come sindaco. Per evitare che il ricorso al Tar venisse accolto ha presentato delle dimissioni fittizie. Un comportamento indegno e inqualificabile, l’epilogo peggiore per il segretario provinciale del Carroccio, già delegittimato dalla sua maggioranza e poi dalle accuse di corruzione da parte della magistratura”. Poi Roggiani ha concluso, “un politico incapace di ammettere il suo fallimento istituzionale, per non deludere il suo capo. Non i cittadini di Legnano, ma Matteo Salvini”.

Proprio sulle dimissioni del sindaco si era consumato l’ennesimo scontro interno alla maggioranzaLuigi Di Maio aveva parlato di “nuova tangentopoli” e aveva chiesto fin da subito, insieme ai vari esponenti M5s, il passo indietro del primo cittadino. Alla richiesta dei partner di governo aveva risposto lo stesso Matteo Salvini limitandosi a dire: “Ho fiducia nei miei uomini e nei magistrati”. Fratus aveva poi scelto di essere dimissionario, ma evidentemente era solo una strategia passeggera.

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