Tutti i dubbi sulla lista delle spie diffusa dall’Ucraina

apr 5, 2022 0 comments


Di Andrea Muratore

L’Ucraina, nelle scorse giornate, ha diffuso un elenco di poco più di seicento presunti agenti segreti russi che risulterebbero dipendenti del celebre Fsb, organo di sicurezza interno della Federazione, attivi in tutta Europa. Pubblicati sul sito ufficiale dell’intelligence ucraina, i nomi della lista presentano una serie di caratteristiche comuni: nomi e cognomi, luogo e data di nascita, indirizzo, numero di telefono, SIM card a disposizione, numero di targa delle auto di proprietà, riferimenti del passaporto.

Un elenco minuzioso e certosino che mostra però diversi dubbi. In primo luogo, è parso come un atto unilaterale di difficile verifica, dato che anche Reuters ha espresso cautela circa la difficile reperibilità di molti individui le cui generalità potrebbero comunque essere facilmente modificabili. In secondo luogo, nulla è detto circa il ruolo, il grado e le capacità operative degli agenti in questione: si tratta di ufficiali o reclute? Di analisti o di operativi? Di esperti di cyber o di infiltrati in organizzazioni, imprese, legazioni diplomatiche? Di membri dello spionaggio o del controspionaggio? Non è dato sapersi.

Terzo punto sono alcuni dettagli che il generale Umberto Rapetto su InfoSec ha definito poco coincidenti con un’organizzazione strutturata come l’Fsb: “Tutte le persone coinvolte in questo terribile leak risultano residenti alla Lubianka, quartier generale dell’FSB. Difficile valutare l’attendibilità della lista e al momento non ci sarebbero stati commenti o smentite. Sennò che Servizi Segreti sarebbero mai…”, chiosa ironicamente Rapetto “Tra le tante curiosità ce n’è una segnalata da The Times. Uno di questi agenti russi avrebbe un account su Skype dal bizzarro nome “jamesbond007”: un’effettiva anomalia che lascia pensare al fatto che l’ipotesi di un gioco di spie non sia da escludere.

Quarto punto chiave è il fatto che il caos sulle spie russe parta proprio nel momento in cui l’Fsb è nel centro del mirino assieme agli altri servizi segreti russi per presunte inefficienze nella gestione della preparazione dell’invasione dell’Ucraina. In un certo senso, la scarsa capacità di coordinamento tra i servizi segreti di Mosca ha contribuito alla resistenza ucraina e questo ha mandato su tutte le furie Vladimir Putin. Non sarebbe quindi da escludere un’opzione false flag che vedrebbe nella pubblicazione dei nomi un leak partito da fonti di Mosca per “bruciare” agenti ritenuti scomodi o favorire, in quest’ottica, un giro di vite da parte del Cremlino. Poche settimane dopo lo scoppio della guerra, del resto, è stata data la notizia dell’arresto di Serghej Beseda e Anatolij Bolyukh, capo e vice del Nono direttorato del Quinto Servizio” dell’Fsb, accusati secondo le fonti russe a nostra disposizione di aver sbagliato tutte le previsioni sulla tenuta di Kiev.

Infine, l’Ucraina ha parlato di spie che sarebbero state coinvolte in “attività criminali” ma non ha specificato in che misura, in che contesto geografico e in che entità le figure in questione si sono rese responsabili di reati.

Dunque la situazione è molto complessa e vista la natura della questione in ballo risulta assai complessa la possibilità di giungere a pareri definitivi sulla vicenda. Possiamo immaginare che ogni opzione sia valida in potenza: vittoria del controspionaggio ucraino, falla della sicurezza dei servizi russi sui nomi degli operativi, manovra partita dall’interno degli apparati. Non dimentichiamo che il torneo delle ombre tra le spie russe è in corso da tempo e che molta tensione attanaglia i servizi dopo un mese difficile di guerra: il complesso caso del tentativo di avvelenamento all‘oligarca-pontiere Roman Abramovich, le insufficienti prestazioni dei servizi negli attacchi cyber, la scarsa previsione della capacità di resistenza ucraina sono tutti elementi di debolezza degli apparati di intelligence di Mosca. Oggi entrati in quella che rischia di risolversi in una “notte dei lunghi coltelli” tra le varie agenzie, in un gioco di scaricabarile all’ombra del Cremlino.

L’intelligence russa è dunque in difficoltà. In un certo senso, a prescindere, il caso Fsb-Ucraina ne testimonia la vulnerabilità. Ma sul fronte operativo, diffondere i nomi decontestualizzati di una serie di agenti non facilmente rintracciabili non sposta la capacità d’azione e non è certo sapere quanti agenti, in tutta Europa, siano stati eccessivamente bruciati. Il confine tra propaganda di guerra, regolamenti interni alla Russia, infowar e realtà effettiva è, ora più che mai, estremamente labile.

FONTE: https://it.insideover.com/politica/tutti-i-dubbi-sulla-lista-delle-spie-diffusa-dallucraina.html

Commenti

Related Posts

{{posts[0].title}}

{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[1].title}}

{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[2].title}}

{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[3].title}}

{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}

Search

tags

Modulo di contatto