Usa, salvate il popolo Navajo

set 3, 2011 0 comments
Di Luca Galassi
I nativi minacciati da contaminazione da uranio e inquinamento da carbone. Con lo zampino del senatore John McCain

Mentre gli Stati Uniti lottano contro la recessione, una parte quasi dimenticata di cittadini statunitensi lotta per rimanere viva. Sono iNavajos di Arizona e New Mexico, la cui esistenza, dopo lo sfollamento degli anni '80, è minacciata oggi dalla contaminazione nucleare.
Con il boom dell'uranio degli anni '40 le miniere di uranio spuntarono come funghi in tutta l'Arizona. Dopo la corsa all'atomica, la Guerra fredda e il successivo declino dell'energia nucleare, le miniere vennero abbandonate, lasciando l'ambiente circostante contaminato con livelli di radiazioni molto elevati. I radionuclidi presenti nell'area sono connessi alle centinaia di casi di cancro al polmone, alle ossa e alle disfunzioni renali delle popolazioni Navajo.
Nel 2007, l'Agenzia per la protezione ambientale ha lanciato un piano per bonificare la nazione Navajo, intervenendo sugli oltre 500 siti estrattivi tra lo Utah e il New Mexico. Due volte al mese, i 54mila residenti sono stati riforniti di acqua fresca. Le case contaminate sono state ricostruite e molte persone trasferite. Ma è stata solo una goccia nell'Oceano.
L'eredità dell'uranio è pesante. Molte miniere rappresentano ancora un pericolo per le comunità Navajo. Nuovi siti sono sotto scrutinio per ricominciare l'attività estrattiva, una minaccia per almeno 15mila persone che vivono nella Eastern Navajo Agency. Qui, in una località chiamata Church Rock, nel 1979 da una cisterna fuoriuscirono 1.100 tonnellate di fanghi reflui e cinquanta milioni di litri di acqua inquinata verso l'Arizona, lungo il Puerco River. I Navajo non possono più berne le acque, considerate comunque sacre.
I Navajo sono una delle numerose comunità di nativi del 'Far West' cacciati dalle loro terre.Nelle cosiddette 'riserve', spesso territori con un certo grado di autonomia, la disoccupazione raggiunge fino all'80 percento. Nel 'Mid West', le riserve sono afflitte da alcolismo, violenza e suicidi tra gli adolescenti.
Oltre all'uranio, i Navajo dell'Arizona hanno subito ripetute violazioni dei loro diritti da parte dei provvedimenti del governo federale. In particolare, John McCain si è costruito nel tempo la fama di 'anticristo della comunità di Black Mesa'. In questo altopiano si è insediata anni fa laPeabody Western Coal, che estrae carbone per una centrale elettrica del Nevada. McCain riuscì a mettere insieme - grazie all'aiuto di un legale e di un deputato, Wayne Owens - un piccolo gruppo di indiani filo-Peabody, pagandoli profumatamente e chiamandoli 'Hopi'. Inventandosi una inesistente faida tra le comunità Hopi (lo sparuto gruppo di pupazzi di cui prese le difese) e i Dineh (in larga parte anziani stanziati sulle terre appartenute alla loro tribù da cinquecento anni), riuscì a introdurre una legge per il trasferimento forzato da queste terre. Pagò i diritti di sfruttamento al gruppo degli Hopi (ai quali aveva fatto risalire la proprietà originaria delle terre) e lasciò campo libero alla Peabody. I Dineh furono sfollati dall'altipiano della Black Mesa, dalla Big Mountain, a loro sacra, e costretti a vivere in luoghi lontani dai siti minerari. Le falde acquifere inquinate portarono alla morte del bestiame, e la polvere di carbone si sparse in ampie zone del territorio. I bambini cominciarono a soffrire di malattie renali e respiratorie prima sconosciute. Chi non potè più tornare nella terra sacra degli avi si dette all'alcolismo, altri caddero in depressione, altri si suicidarono.
Il senatore McCain fu compensato indirettamente con donazioni al suo fondo per la campagna presidenziale e direttamente con forniture di energia elettrica prodotta dal carbone della Peabody alla sua impresa di famiglia, il Las Vegas Casino.


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