Di Franco Berardi Bifo
L’interminabile imbarazzante agonia del governo Berlusconi annuncia e
proroga lo scontro vero. Il mammasantissima è stato così occupato a far
gli affari suoi che non ha avuto tempo di portare ad esecuzione i
diktat della banca centrale europea. Per questo cercano ora di farlo
fuori coloro stessi che lo avevano invece sostenuto o tollerato quando
le sue colpe erano soltanto quelle di favorire la mafia e l'evasione
fiscale, distruggere la scuola pubblica, comprare deputati e senatori,
corrompere i giudici e seminare ignoranza e servilismo per mezzo del
monopolio mediatico che gli è stato consentito accumulare.
Ora che
si rivela incapace di stringere il cappio al collo della societÃ
italiana, perché non ha la forza e la credibilità per strangolarci ecco
efficienti aguzzini apprestarsi a prendere il suo posto, perché a loro
il polso non trema. Incitati da un Presidente inflessibile solo quando
si tratta di salvaguardare gli interessi della classe finanziaria
globale, i cani latrano tirando sul laccio che li trattiene. Vogliono
azzannare gli efficienti adoratori dell'impietosa divinità che si chiama
Mercato
Ma non c'è più nessun mercato, in verità , solo un
campo di battaglia. Di là l'esercito aggressivo dei predoni accumula
bottino - privatizza i servizi, licenzia, aumenta le ore di lavoro
straordinario non pagate, nega la pensione a chi l'attende con buon
diritto, elimina spese inutili come la scuola e la sanità . Di qua
l'esercito disordinato dei lavoratori trasformato in esercito di precari
poveri senza speranza, arretra lanciando urla che promettono una
vendetta che non verrà , perdendo metro dopo metro i suoi pochi averi, il
prodotto dei suoi risparmi e del suo lavoro, la speranza di mandare i
figli a scuola.
I sindacati chiamano allo sciopero. Per
l'ennesima volta sfileremo portando cartelli che dicono: diritto a
questo e diritto a quello. E chi se ne frega dicono ai piani alti del
palazzo, tanto del vostro lavoro non abbiamo più bisogno perché vi
stiamo sostituendo uno per uno con schiavi che non possono scioperare.
Manifesteremo
pacificamente nelle vie della città . E chi se ne frega, visto che
delle vostre dimostrazioni abbiamo già perso il conto e hanno cambiato
nulla visto che la democrazia non esiste più e voi siete gli unici che
ci credono ancora.
Allora daremo fuoco alle auto e assalteremo le
banche. E chi se ne frega visto che le automobili che trovate in strada
son quelle dei vostri colleghi, e nelle banche non c'è niente di
interessante poiché il potere corre sul cavo che collega i computer di
tutta la terra.
Si prepara una nuova dimostrazione per l'11 novembre.
Cosa faremo?
Non
si sono ancora spente le polemiche del 15 Ottobre tra i violenti
bruciatori di camionette e i pacifici democratici alternativi, e già si
promettono servizi d'ordine per proteggere i cortei. E' come dichiarare
la guerra interna. Dal momento che siamo impotenti a fermare le rapide
incursioni dei predoni finanziari, ci sfogheremo dandoci un po' di
legnate tra di noi.
Quelli buoni saranno poi premiati con un
seggio in Parlamento. Ma esisterà ancora il Parlamento fra un anno? E
c'è ancora qualcuno che crede davvero che in Parlamento si possa far
cosa diversa dal reggere la coda agli aguzzini mentre eseguono il
verdetto della classe predatrice?
E i cattivi? I cattivi si
leccheranno le ferite perché è loro vocazione lamentarsi. Spaccano
qualche vetrina, tirano bombe carta contro un poveraccio come loro,
alzano le braccia in segno di eccitazione estrema poi tornano a casa si
fanno una sega e si lamentano perché gli altri non li capiscono.
Cosa
dovremmo dimostrare l'11 novembre? Non c’è niente da dimostrare e
nessuno cui dimostrare qualcosa. Dovremmo invece iniziare l'azione di
riconquista di ciò che ci è stato tolto.
Anzitutto dovremmo
portare la comunicazione alla maggioranza della popolazione, quelli che
non vengono alle dimostrazioni, e vanno al supermercato, al cinema. a
teatro a messa, a scuola, alla stazione, in banca, preoccupati e un po’
mesti.
L'11 novembre dovremmo andare nei supermercati nei cinema,
nei teatri, nelle chiese, nelle scuole nelle stazioni e nelle banche.
Sederci insieme ad altri venti o cento o mille e ascoltare le frasi di
una lavoratrice precaria o di un ricercatore che dice le ragioni degli
sfruttati. E ogni frase dovremmo ripeterla ad alta voce con altri mille,
in un megafono umano che si diffonde, sapendo che in un’altra banca un
altro supermercato sta accadendo la stessa cosa.
Dovremmo entrare
nel supermercato prendere ciò che ci occorre poi recarci alla cassa, e
alla cassiera con cortesia dire: signorina legga questo foglio. E sul
foglio c'è scritto il mio nome cognome indirizzo e c'è scritto TESSERA
DEL PANE. E sotto c'è scritto:
“siccome non ho più i mezzi per
sostenere me e la mia famiglia la prego di accettare questo documento
come garanzia del fatto che pagherò non appena la Banca centrale europea
avrà erogato un reddito di cittadinanza a tutti coloro che ne hanno
bisogno.”
Dovremmo andare nei ristoranti di lusso, mangiare come
dio comanda e alla fine lasciare cinque euro sul tavolo e una tessera
del pane con nome cognome indirizzo e promessa di pagherò quando avrò un
reddito che me lo consenta.
Dovremmo andare alle inaugurazioni
dell'Anno accademico e alle riunioni del consiglio comunale e del
consiglio di amministrazione della banca e dell'azienda e dichiarare che
fin quando non si sottrarranno all'ordine di sterminio che proviene
dalla banca centrale gli impediamo di agire, di legiferare, di
contribuire al crimine.
Dovremmo aprire la porta di un edificio
vuoto di proprietà vaticana o di una compagnia di assicurazione e
renderlo accessibile alla massa crescente di coloro che non hanno casa.
Dovremmo
occupare le strade metterci dei grandi tavoli e organizzare mense
popolari, dove ciascuno paga il pasto con quello che può sborsare.
Mangiare insieme costa meno e permette di riattivare i circuiti
anchilosati dell’acting out solidale.
Noi non vogliamo la
guerra, eppure ce l'hanno dichiarata. Non combatteremo la loro guerra
perché la perderemmo. Vivremo come è giusto vivere da esseri umani, da
eguali e da liberi. E se leggi partiti e parlamenti vorranno piegarci al
ricatto dei predoni, noi disobbediremo alle leggi ai partiti e ai
parlamenti. Stanno provando a trasformarci in schiavi, a toglierci la
dignità e la coscienza. Ed è bene saperlo: sono pronti ad uccidere se
gli schiavi smettono di lamentarsi e si ribellano in modo intelligente e
solidale. Uccideranno, perché il dio Mercato per loro è più importante
della vita umana.
Noi disprezziamo il superomismo nazistoide di
tutti quei Giavazzi che incitano ad accettare il rischio economico e la
competizione, ma dovremo imparare umilmente a correre il rischio di
morire se a rischio è la nostra dignità di esseri umani e di lavoratori.
Perché chi crede che sia meglio vivere da schiavo che correre il
rischio di morire vivrà da schiavo e morirà da schiavo.
Fonte:Facebook
Da Come Don Chisciotte
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