Riflessioni sulla libertà d'espressione dopo la strage di Charlie Hebdo

gen 11, 2015 0 comments


Di Salvatore Santoru

Dopo la strage di Charlie Hebdo si è parlato molto dell'importanza del valore della libertà d'espressione e di parola in una società libera.
Eppure la società europea moderna e soprattutto la stessa Francia, a detta di certe ipotesi, non si possono considerare del tutto vere e proprie paladine di essa e ciò a differenza, sempre secondo suddette ipotesi, degli USA e del loro primo emendamento della Costituzione.


Nell'Unione Europea e particolarmente in Francia capita, a volte, che la libertà d'espressione possa essere ostacolata per via di un'interpretazione ideologica del politicamente coretto, che già aveva colpito lo stesso giornale satirico prima dell'attentato terrorista.

Inoltre, bisogna ricordare che in Francia sono comunque presenti delle limitazioni alla libertà d'opinione.

Tra i "casi limite" in questione, c'è da considerare quello di Robert Faurisson, sostenitore di assai controverse teorie sulla Shoah e che è stato arrestato e aggredito due volte.
Per inciso, le opinioni di Faurisson, noto revisionista/negazionista dell'Olocausto, e di altri teorici controversi come lui sono fortemente discutibili e magari ben poco condivisibili ma non per questo meritorie sempre di semplice "censura" e repressione, e questo tra gli altri è stato sostenuto da Noam Chomsky, scrivendo addirittura la prefazione di un libro dello stesso Faurisson nel 1980 in cui affermava di difendere la libertà d'espressione senza condividere le idee di Faurisson.


Essere a favore della libertà d'espressione (intesa in senso molto ampio) implica anche il difendere il diritto all'opinione alle estremamente controverse tesi di Faurisson e compagnia e ciò, ovviamente, non significa certamente condividere certe tesi, come di certo Chomsky, ebreo e di sinistra, non le ha condivise.

D'altronde, anche essere a favore della libertà d'espressione per quotidiani come Charlie Hebdo non significa condividere in tutto ciò che essi facevano, visto che una buona parte della loro satira poteva essere vista un'insulto per i credenti, seguaci dell'Islam e non.

Detto questo, bisogna ricordare che ovviamente anche la libertà ha un limite (perché l'insulto gratuito non è libertà), ed è quello del rispetto dello spazio altrui, a prescindere da cosa si pensa o si diffonde, e che nessuna diffusione di idee, per quanto  che siano, meriti reazioni violente, come successo per Charlie Hebdo o censure religiose o politiche.

Come disse Evelyn Beatrice Hall "disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto", perché la libertà d'espressione va tutelata in ogni caso, a prescindere dagli orientamenti politici,religiosi o di altro tipo.

Commenti

Related Posts

{{posts[0].title}}

{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[1].title}}

{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[2].title}}

{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[3].title}}

{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}

Search

tags

Modulo di contatto