La denuncia di Amnesty International: “L’Onu è rimasta immobile in Iraq e Siria anche in casi di pulizia etnica”

feb 25, 2015 0 comments


Di Gianni Rosini

Siria, Iraq, Gaza, Nigeria, Repubblica Centrafricana. Migliaia di vittime, la maggior parte civili, e milioni di rifugiati, con “la comunità internazionale che è rimasta assente”. Nel suo rapporto 2014-15, Amnesty International punta il dito soprattutto contro l’immobilismo che, sostiene l’organizzazone, ha caratterizzato l’attività della politica internazionale e delle Nazioni Unite anche di fronte a episodi di estrema violenza, crimini di guerra e contro l’umanità e pulizia etnica. “I politici di tutto il mondo hanno miseramente fallito nel compito di tutelare coloro che avevano più bisogno d’aiuto”, lasciando campo libero, si legge nel report, ai crimini commessi da gruppi armati non statali come lo Stato Islamico, Al Shabaab o Boko Haram e anche da alcune milizie governative, come in Siria e in Nigeria. Onu, il Consiglio di sicurezza “rimane a guardare” Ѐ l’immobilismo delle organizzazioni internazionali l’aspetto che preoccupa maggiormente Amnesty International. Non sono bastate, scrivono, le oltre 200mila vittime della guerra civile siriana e i circa 11,6 milioni di sfollati, sia all’interno che all’esterno dei confini nazionali, per far sì che i caschi blu si mobilitassero in difesa dei civili: “Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – dicono – non è intervenuto ad affrontare la crisi siriana negli anni precedenti, quando ancora sarebbe stato possibile salvare innumerevoli vite umane”. Stessa cosa si può dire per la situazione parallela dell’Iraq, dove Isis “ha compiuto rapimenti, uccisioni sommarie assimilabili a esecuzione e una pulizia etnica di proporzioni enormi”. Questa situazione, scrive Amnesty, è in gran parte dovuta al fatto che i cinque membri permanenti hanno diritto di veto sulle attività del Consiglio di sicurezza: basta che uno tra Stati Uniti, Cina, Francia, Regno Unito e Russia si astenga dal voto per bloccare tutte le attività. “C’è una misura evidente e concreta – continua il rapporto – che attende solo di essere adottata: Amnesty International ha accolto con favore la proposta, attualmente appoggiata da circa 40 governi, di dotare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di un codice di condotta che preveda l’astensione volontaria dal ricorso al veto in situazioni di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, per non bloccare l’azione del Consiglio di sicurezza”. In poche parole, l’organizzazione chiede che ai membri sia permesso, in casi di particolare gravità, di astenersi dal voto senza così impedire al Consiglio di sicurezza di portare avanti le proprie attività.

 Articolo completo:http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/25/amnesty-onu-rimasta-immobile-in-iraq-siria-in-casi-pulizia-etnica/1454355/

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