George Soros avverte: “potremmo essere alla soglia di una terza guerra mondiale”

mag 30, 2015 0 comments
Di Mark O’Byrne
Nel contesto internazionale la parola “guerra” si sente sempre più spesso, mentre USA, UE, Russia e Cina adottano atteggiamenti provocatori in varie dispute, come in Ucraina e nel Pacifico.
Secondo il giornale di stato cinese Tempi Globali, la guerra con gli USA sarà “inevitabile” se gli USA continueranno a interferire nella disputa sulle isole Spratley, nel Mar Cinese Meridionale. L’editoriale dell’importante giornale governativo argomenta che “se la conclusione degli Stati Uniti è che la Cina deve fermare le sue attività, allora la guerra tra USA e Cina nel Mar Cinese Meridionale sarà inevitabile.”
Dall’anno scorso la Cina si è appropriata di gran parte delle Spratley e ha avviato progetti di estensione artificiale per rendere l’arcipelago parte del suo territorio sovrano. La mossa ha irritato gli stati vicini come le Filippine e il Vietnam, che pure rivendicano le isole. Geograficamente l’arcipelago è vicino alle Filippine, al Brunei e alla Malesia, tuttavia la Cina ha mantenuto per secoli una presenza più o meno costante nella regione, motivo sul quale poggiano le sue rivendicazioni. Si ritiene che le isole siano situate su vaste riserve sottomarine di petrolio, inoltre esse sono strategicamente vitali come corridoio marittimo attraverso il quale vengono trasportati grandi quantità di beni. Le isole forniscono anche una piattaforma dalla quale la Cina potrebbe proiettare la sua potenza militare nei paesi sopra citati.
Le tensioni tra USA e Cina, di scarso rilievo in altri ambiti, si sono intensificate quando la Cina ha risposto con rabbia ai voli statunitensi di ricognizione nella regione. I Tempi Globali suggerisce che la Cina non è intimidita da un eventuale conflitto militare con gli USA: “Non vogliamo un conflitto militare con gli Stati Uniti, ma se dovesse accadere lo dobbiamo accettare.”
Il Wall Street Journal ha evidenziato che di fatto la Cina è l’incontrastato peso massimo regionale in termini di guerra convenzionale, con un’imponente forza aerea e navale. I cinesi sono estremamente aspri sull’interferenza statunitense nel Mar Cinese Meridionale, a migliaia di miglia dai propri confini, e si considerano chiaramente la nuova potenza egemone nella regione. Questa disputa in apparenza innocua ha il potenziale per sfuggire rapidamente fuori controllo.
Ci sono anche tensioni che covano tra Cina e Giappone. Entrambi hanno a lungo rivendicato le isole note in Cina come Diaoyu e in Giappone come Senkaku, amministrate dal Giappone. Le tensioni si sono intensificate negli ultimi mesi e gli osservatori temono che un passo falso politico o militare potrebbe dare luogo a un’escalation. Alla fine del 2013 la Cina annunciò una zona di difesa aerea sul Mar Cinese Orientale, comprendente le isole contese. La nuova misura prevedeva che le linee aeree rendessero noti i loro piani alle autorità cinesi prima di entrare nello spazio aereo designato. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe affermò che tale misura “peggiorava la situazione e avrebbe potuto portare a incidenti inaspettati nello spazio aereo.” Gli Stati Uniti definirono l’annuncio cinese “inutilmente infiammatorio”.
Gli atteggiamenti militaristi stanno silenziosamente raggiungendo nuovi estremi in Europa, nel Mediterraneo e nel Mar Cinese Meridionale, e la millanteria provocatoria sta toccando nuovi livelli.
Da parte sua, pare che un alto ufficiale della NATO abbia avvertito che “probabilmente saremo in guerra quest’estate. Se siamo fortunati non sarà nucleare.” John Schindler, ex analista di intelligence della NSA, ha affermato che ciò gli era stato riferito da un alto ufficiale della NATO. Nonostante il tweet sia stato re-twittato oltre 1.000 volte, il commento non è stato riportato da alcun media.
Da ultimo, le “trombe di guerra” sono diventate tre quando uno degli uomini più potenti del mondo, George Soros, ha avvertito che “siamo alla soglia di una terza guerra mondiale.”
L’economia cinese sta rallentando e questo, così come altre tensioni nella regione, potrebbe scatenare un conflitto militare globale, ha avvisato Soros.
“Se la transizione viene bloccata, c’è la possibilità, o piuttosto la probabilità, che la classe dirigente incoraggi qualche conflitto esterno per tenere il paese unito e perpetuarsi al potere,” ha argomentato Soros a una conferenza su Bretton Woods tenutasi alla Banca Mondiale. “Se ci sarà un conflitto militare tra la Cina e un alleato degli USA, come il Giappone, non è esagerato dire che potremmo essere alla soglia di una terza guerra mondiale. Potrebbe allargarsi al Medio Oriente, quindi all’Europa e all’Africa.”
Da quando Soros ha espresso i suoi commenti, le tensioni tra Cina e USA sono aumentate ulteriormente. La Cina ha pubblicato un nuovo libro bianco che minaccia l’azione militare se gli USA non cessano le loro operazioni nel Mar Cinese Meridionale.
Se gli sforzi cinesi di effettuare la transizione verso un’economia guidata dalla domanda interna vacillano, c’è la “probabilità” che i dirigenti cinesi alimentino un conflitto esterno per mantenere l’unità del paese e restare al potere. Per evitare tale scenario, Soros ha invitato gli USA a fare una “grande concessione” e permettere alla Cina di unirsi al paniere di valute del Fondo Monetario Internazionale. Ciò renderebbe lo yuan un potenziale rivale del dollaro come valuta di riserva globale. In cambio, la Cina dovrebbe fare concessioni altrettanto importanti per riformare la sua economia, ad esempio accettare lo stato di diritto, ha affermato Soros. Egli ha aggiunto che un simile accordo sarà difficile da raggiungere, ma che l’alternativa è una guerra brutale:
“Senza di esso, esiste il pericolo concreto che la Cina si allinei politicamente e militarmente con la Russia, e allora la minaccia di una terza guerra mondiale diventerebbe reale, quindi vale la pena provarci.”
Il monito arriva mentre l’Europa è impegnata in alcune delle esercitazioni militari più grandi di sempre, proprio ai confini con la Russia. Ciò è intenzionale e vuole essere un avvertimento riguardo all’Ucraina, ma potrebbe venire visto dalla Russia come una provocazione.
La guerra, se scoppierà, avrà molte facce, tra le quali la guerra cibernetica e valutaria. […]
Traduzione di Anacronista

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