Londra:Bahar Mustafa, responsabile della sezione equità della Goldsmith University su Twitter scrive (povoatoriamente ) che bisogna uccidere tutti i bianchi maschi, ma dice che non è e non può essere razzista, perché non è bianca

giu 8, 2015 0 comments


Di Salvatore Santoru

Bahar Mustafa(1), la responsabile della sezione "equità" della Goldsmith University di Toronto, si era fatta conoscere nei media inglesi quando aveva vietato la presenza di persone bianche in un meeting "antirazzista" organizzato dall'università(2).



 Dopo un mese e mezzo, la Bahar è tornata a far parlare di sé grazie a un tweet in cui afferma che bisogna uccidere tutti i bianchi maschi(3), e tramite il profilo di Twitter della "GSU Welfare and Diversity Officer" e quello personale, ha anche usato(4) l'epiteto "white trash"(spazzatura bianca), epiteto offensivo nato agli inizi del 900 per ridicolizzare le persone bianche appartenenti a classi sociali non benestanti(5).
Stando ad alcuni media, il tweet potrebbe essere stato provocatorio(6), anche se rimane il fatto che per una personalità di fondamentale importanza nelle gerarchie istituzionali dell'università, tali parole sono indubbiamente esagerate.




La Bahar ha anche affermato che lei non è non può essere razzista e/o sessista perché non è di razza bianca e fa parte di una minoranza razziale(7), considerando che, secondo le sue teorie e diverse di quelle che rientrano nella cosiddetta "teoria critica della razza"(8) ultimamente molto diffuse negli ambienti accademici angloamericani, per "razzismo" non è da intendersi l'odio verso una persona di etnia diversa, ma il sistema(9) di "privilegio("white privilege") di cui godono tutte le persone bianche tramite la "supremazia bianca"(10) che dominerebbe in Occidente e nel mondo intero.

Insomma, stando alle idee diffuse dalla Mustafa e da molti altri attivisti e ideologi che si autodefiniscono "antirazzisti", il "razzismo" è semplicemente l'essere nati bianchi, una sorta di "peccato originale" che, se non "espiato" perdendo il proprio "privilegio" e odiando le proprie origini, rimane come una sorta di marchio per l'intera esistenza di tali individui.

Per essi, il "razzismo" sembra esistere solo a senso unico, mentre se si guarda la realtà oltre i pregiudizi e i dogmi ideologici assai dominanti in certi ambienti, si nota che esso, sia nella sua versione "naturale" che "culturale" è sempre stato presente, in un modo o nell'altro e in modi diversi, in tutte le etnie e civiltà umane, e per combatterlo non serve alimentarne altro, sia in modo "tradizionale" che in maniera indiretta.

NOTE:

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