Il mistero e la leggenda della cappella di Rosslyn

lug 24, 2015 0 comments


Di Gemma Granati

Viaggiando nelle brughiere, accompagnati dalla fortissima sensazione di essere immersi in romanzo di epoca romantica, si incontra non lontano da Edimburgo , nelle Midlothian, questa splendida, piccola struttura.





Sin dalla fine del XVIII secolo la Cappella è stata, ed è tutt’ora, meta di molti turisti. Oltretutto, grazie alla menzione che Dan Brown ne fa ne “Il Codice Da Vinci”, ha acquisito una maggior fama .
Essa ospita letteralmente un coagulo di emozioni e piccoli-grandi tesori, tutti da scoprire.
Fondata nel 1456 da Sir William St.Clair, III Principe di Orkney, questa struttura nasce come luogo di venerazione e raccoglimento, infatti, tutt’oggi e con cadenza settimanale, vi vengono celebrate funzioni religiose.
Nel 1995, per provvedere alle necessità di conservazione e regolare l’accesso del pubblico, venne fondato il Rosslyn Chapel Trust, amministrato tramite un Consiglio di Amministrazione da coloro che, ancora oggi, sono i legittimi “proprietari” della Cappella stessa: la famiglia del Conte di Rosslyn.
Quelli che sono i progetti originali per la Cappella non sono mai stati trovati o, comunque, archiviati in modo da poterne consentire la fruizione: si affida, dunque, alla mera speculazione se in effetti quella che vediamo oggi sia realmente l’aspetto che Sir William St.Clair voleva dare alla sua “creatura”.rosslyn_chapel_drawings_20130805103303
L’estensione di questa struttura – 21 metri di lunghezza e quasi 13 di altezza – non la si può certo considerare imponente, comparata con altre strutture ad essa contemporanee, ma il contenuto, per quanto costretto in uno spazio relativamente angusto, riesce ancora a sorprendere i visitatori.
Infatti, praticamente l’intera superficie della Cappella rappresenta un pezzo unico di maestria e lavorazione, in quanto è quasi interamente scolpita, fino a farla assomigliare ad un pizzo scavato nella pietra.
Questo è uno dei motivi per cui questo piccolo gioiello viene considerato una delle architetture più ricche e raffinate di Scozia.
I lavori di costruzione vennero avviati il 20 Settembre 1456, data che, spesso, viene confusa con il 1446, data in cui venne concesso il permesso dalla Chiesa di Roma per la costruzione della collegiata.
Lady-Chapel-generalIl progetto iniziale prevedeva una pianta a croce latina che, però, non venne mai completata a causa della morte del suo fondatore – probabilmente per mancanza di fondi, interesse o, semplicemente, un cambiamento nella tradizione liturgica –: solo il Coro venne costruito, insieme ad un Coro secondario, oggi chiamato the Lady Chapel, localizzato sopra ad una cripta pre-esistente – da non confondere con le camere sepolcrali che si trovano sotto l’intera struttura – che, si pensa, fosse parte di un ancora più antico castello.
Le fondamenta della navata mai costruita, così come dei transetti, la cui estensione arrivava a circa 27 metri, furono documentate solo nel XIX secolo.
La Cappella è sorretta da quattordici pilastri che formano, all’interno della navata, archi a sesto acuto su tre lati della navata stessa.
Le decorazioni interne, ad intaglio, sono state realizzate in un lasso di tempo di circa 40 anni
Ad Est, un quattordicesimo pilastro, posto all’interno del penultimo arco, forma una divisione di tre pilastri tra la navata e la Lady Chapel; i tre pilastri vengono chiamati, partendo da Nord e proseguendo verso Sud, il Pilastro del Maestro, il Pilastro dell’Operaio ed il Pilastro dell’Apprendista.
Questi nomi sono stati attribuiti ai suddetti Pilastri solo in tarda Era Georgiana: prima venivano chiamati rispettivamente il Pilastro del Conte, lo Shekinah ed il Pilastro del Principe.
Il Pilastro dell’Apprendista
Apprentice-Pillar-725x1024Il Pilastro dell’Apprendista trae il proprio nome da una leggenda risalente all’XVIII secolo, riguardante il Maestro scalpellino incaricato della decorazione della Cappella ed il suo giovane assistente: secondo la leggenda, il maestro non avrebbe creduto che il proprio assistente sarebbe stato in grado di eseguire il compito di intagliare la colonna senza aver visto la colonna originale che era servita da modello per il disegno.
Il maestro partì per recarsi a vedere l’originale, appunto, ma al suo ritorno si infuriò quando scoprì che il l’apprendista, l’ultimo arrivato, aveva già terminato la colonna per conto proprio.
In un attacco di furiosa gelosia il maestro colpì alla testa con la propria mazza l’apprendista, uccidendolo; la leggenda termina con quella che viene ipotizzata essere la punizione che il maestro ricevette per il proprio atto: la sua faccia venne scolpita nell’angolo del Pilastro opposto, così che il suo sguardo cadesse, per l’eternità, sul lavoro del proprio apprendista.
Sull’architrave che si appoggia sul Pilastro c’è un’iscrizione: “Forte est vinum fortior est rex fortiores sunt mulieres super omnia vincit veritas” (“Forte è il vino, più forte è il re, ancora di più lo sono le donne, ma la verità vince su tutto”): questo passo è tratto dal Libro di Ezra, considerato, in quanto parte (Antico Testamento) della Septuaginta – una versione della Bibbia in lingua greca –, apocrifo per la Chiesa Occidentale (ma non per quella Orientale).
Alcuni autori hanno proposto, come interpretazione delle rappresentazioni su questo Pilastro, che esso rappresenti una delle radici di Yggdrasil, l’Albero Cosmico della mitologia Germanica e Norrena.
Lo studioso Henning Klovekorn ha proposto, come interpretazione delle rappresentazioni su questo Pilastro, che esso rappresenti una delle radici di Yggdrasil, l’Albero Cosmico della mitologia Germanica e Norrena.
The Apprentice PillarI dragoni che si trovano scolpiti alla base del Pilastro vengono paragonati ai dragoni trovati ad erodere la base della radice di Yggdrasil stesso, puntualizzando, poi, per rafforzare la suddetta interpretazione che alla sommità del Pilastro sono rappresentati dei fogliami, come di un albero, appunto.
In un certo qual modo questa associazione con la mitologia Vichingo-Norrena può essere plausibile, considerando anche i molti riferimenti “ausiliari”, appunto, alla mitologia Norrena e Celtica.
La forma generale del Pillastro, invece, è stata paragonata ad un tipo che l’architetto francese Eugene Viollet-le-Duc descrive come un “mazzo di salsicce”.
Decorazioni scultoree
Tra le molte decorazioni all’interno della Cappella, si trova una sequenza di 213 cubi, o “scatole”, aggettanti dai pilastri e dagli archi, con un vasto assortimento di motivi decorativi intagliativi sopra.
Non si sa se questi motivi decorativi abbiano un particolare significato; molti studiosi hanno tentato di trovare informazioni codificate in essi, ma nessuna intepretazione, per ora, si può definire esaustiva.upper-level-windows-B1
Da dire è anche che molte, sfortunatamente, di queste “scatole” non sono le originali: esse sono state sostitute nel XIX secolo, a causa dell’erosione che le aveva rovinate.
Una recente proposta interpretativa di questi patterns è stata di considerarli come una partitura musicale: i disegni rappresentati su queste scatole sembrano in qualche modo assomigliare ai motivi geometrici usati in cimatica – ovvero una teoria che tenta di dimostrare l’effetto morfogenetico delle onde sonore –.
Questi motivi geometrici si formano quando la polvere si va a posare su una superficie piana ed essa viene poi fatta vibrare a diverse frequenze; trovando una corrispondenza tra questi segni e le note musicali corrispondenti a quella data frequenza, è stato creato quello che viene chiamato il “Mottetto di Rosslyn”.
Un altro tipico motivo decorativo che si può riscontrare sia all’interno che all’esterno della Cappella è quella dell’“Uomo Verde”: ne abbiamo più di 110 esemplari e rappresentano tutti facce umani con vegetazione intorno, spesso, addirittura, che si genera e cresce direttamente dalle loro bocche.
8968314649_08d55e8b60_kUn esempio lo si può trovare nella Lady Chapel, sul muro ad Est.
Altri intagli rappresentano piante, tra cui spighe di grano, fragole e gigli; due studiosi, R. Lomas e C. Knight hanno ipotizzato che alcuni di questi decori rappresentino persino pannocchie di mais che, al tempo della costruzione della Cappella, erano sconosciuti in Europa.
Lomas e Knight sosterrebbero, quindi, che Henry I, Conte di Orkney, abbia messo piede nelle Americhe ben prima che Colombo che le scoprisse.
Cripta
La Cappella è stata il sito di sepoltura della famiglia St. Clair per generazioni; un’altra cripta, infatti, era accessibile, un tempo, attraverso una scalinata che si trovava sul retro della Cappella.Interior of Rosslyn Chapel - both Master and Apprentice Pillars visible
Essa è stata sigillata per molti anni, e questa potrebbe essere una spiegazione alla leggenda che la rappresenta come una semplice “facciata” per una camera sotterranea molto più estesa che parrebbe contenere, secondo più versioni, la testa mummificata di Gesù Cristo, il Santo Graal, il Tesoro dei Templari ed i gioielli originali della Corona Scozzese.
In conclusione, per quanto piccola, questa Cappella nel cuore della brughiera scozzese, colma di misteri, leggende e meraviglie, ha da secoli una reputazione che la precede ed un fascino che merita di essere sperimentato.

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