Amin al-Husseini: il gran Muftì filonazista che fu coinvolto anche nel genocidio armeno

ott 26, 2015 0 comments

Di Tiziana Della Rocca

Erede della più potente famiglia di Gerusalemme, invece di mettere tale fortuna al servizio di un' intelligente convivenza tra arabi e ebrei, si assegnò il triste compito di portare l'inferno in Medioriente. I suoi esordi furono poco promettenti: spedito da suoi all' università del Cairo per concepire qualche brillante idea, neppure si sforzò di dare un solo esame.

Tornato a casa, non approfondì i testi sacri della sua religione; le meraviglie della Creazione, così spesso ritratte nel Corano, non lo appassionavano per nulla, non la creazione gli interessava quanto la distruzione. Dichiarava di voler annientare e bruciare gli ebrei, e così facendo portò alla rovina e alla morte anche i palestinesi, e ben sapeva che questo sarebbe accaduto.
Con il suo amico Hitler - che prossimo alla morte spiegò a chiare lettere come dopo gli ebrei, anche i cristiani sarebbero diventati un suo bersaglio, nonché quei tedeschi traditori che avevano commesso l' imperdonabile peccato di non avere vinto la guerra - il Muftì spartì il piacere dello sterminio.

Dopo le parole di Netanyhau ci si può chiedere chi fu il più antisemita: Hitler o il Muftì? A sua discolpa il Gran Muftì potrebbe chiamare l' invasione ebraica, anche se a un certo punto lui partecipò allo sterminio degli armeni che ebrei non erano; ma erano pur sempre gente inerme. Impossibile scegliere tra chi architettò lo stermino e chi lo appoggiò. Quel che è certo e che i due si vollero assai bene.
Mentre Hitler dopo aver sterminato milioni di ebrei si sarebbe suicidato, grazie agli accomodamenti internazionali sempre assai lesti a tutelare i propri interessi, il Muftì assai scaltro, se la cavò con un brillante esilio in quei di Beirut. Questo suo privilegio, l'averla scampata, e bella per di più, sicuramente avrà fatto arrabbiare il bellicoso Netanyhau: non è mai piacevole sapere che un criminale odiatore di ebrei, è andato in giro per il mondo a spassarsela; anche se è morto anni fa il suo spettro aleggia ancora minaccioso e non dà pace a Israele.

Donde l'ira del premier israeliano e la nomina di Muftì a mostro di primo grado, mettendo un po' nell'ombra Hitler. È un' ipotesi, sicuramente più accettabile di chi pensa che Netanyhau possa davvero credere che il Muftì abbia suggerito a Hitler la soluzione finale.
 Altro è il pensiero di Netanyhau, assai più bruciante: è un attacco d' ira per la sopravvivenza del Mufti non solo al tempo nei lussuriosi giardini del Libano ma oggi nel cuore degli arabi, in particolare quello di Hamas e dintorni, Teheran per dirne uno.

Certo, che i palestinesi eleggano a esempio da imitare un Mufti che ha appoggiato Hitler...Questo pare essere il vero spettro di cui Netanyhau è preda e che con ogni forza cerca di allontanare, di far scomparire, con le sue azioni, spettro che da tempo gli brucia l' anima, già ustionata dalla morte cruenta di un fratello e dal ricordo delle tante guerre combattute da Israele.

E basta dunque con questa inutile querelle, si sa, lo sa anche Netanyhau che non c' era bisogno che il Mufti nel 41' andasse da Hitler e lo spingesse ad accelerare l' eliminazione degli ebrei, Hitler sapeva bene cosa voleva e da tempo, non si stava di certo attardando a realizzarlo, al contrario stava mettendo a punto la sua macchina di distruzione così da renderla più efficace.

Estratto di un articolo per il "Fatto Quotidiano"

TITOLO ORIGINALE:"Pochi studi, tanta rabbia: il Muftì che adorava Hitler"

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