Non sono più di tre su circa 400, secondo il Times, i foreign fighter britannici reduci dalla Siria sottoposti a concreti obblighi preventivi di polizia (rientro a casa ad ora fissa, controlli quotidiani) dopo il loro rimpatrio. Il giornale denuncia che tutti gli altri sono andati semplicemente a «gonfiare la lista» dei circa 3000 individui vicini all’Islam radicale indicati come osservati speciali dai servizi di sicurezza interni del regno dell’MI5.
Il dato, a giudizio del Times, fa a pugni con l’allarme lanciato giusto ieri dal premier David Cameron dopo i fatti di Parigi in base al quale risulta che negli ultimi mesi sono stati sventati in Gran Bretagna ben sette piani di attentati riconducibili a militanti o simpatizzanti dell’Isis. E sembra suggerire un’urgenza maggiore all’annunciato rafforzamento delle misure di sicurezza sul fronte interno evocato sempre ieri del ministro dell’Interno, Theresa May.
Secondo dati dell’intelligence di sua maestà , si stima che oltre 750 giovani musulmani siano partiti dalla Gran Bretagna per combattere in Siria nelle file dell’Isis o di altre sigle jihadiste. Di questi una metà è poi tornata indietro, mentre almeno 70 sarebbero stati uccisi.
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