Le testate nucleari nel mondo

gen 8, 2016 0 comments
Di Simone Cosimi
Il picco c’è stato nel 1986, con 23.317 testate nucleari. Era il culmine della Guerra Fredda e il mondo era molto diverso da come lo conosciamo. Da quel momento, il conteggio – sempre approssimativo, fatto delle stime di organizzazioni come loStockholm International Peace Research Institute o la Federation of American Scientists – ha iniziato a scendere. Formalmente rimane elevato anche oggi, con 15.850 testate. La cifra risente però di un largo numero di armamenti in fase di dismissione: ancora intatti ma di fatto esclusi dal calcolo delle testate effettivamente disponibili, che in questa maniera scende a 10.355.
La discrepanza viene ovviamente dalle due principali potenze del cosiddetto Club nucleare: Stati Uniti e Russia. Nel primo caso – dati fermi alla metà del 2015 – alle 4.760 (2.080 pronte al lancio e 2.680 stoccate sotto la responsabilità del dipartimento della Difesa) ne vanno infatti aggiunte 2.340 ancora integre sotto la custodia del dipartimento dell’Energia.
Sono in procinto di essere smantellate ma portano il conto totale a stelle e strisce a 7.100 ordigni. Qualche riduzione c’è stata a partire dal nuovo trattato Start siglato con la Russia nell’aprile del 2010 e se ne prevedono delle altre entro il 2018.
Nel secondo caso, quello russo, il saldo finale salirebbe addirittura a 7.500 testate. Se 4.500 sono quelle ufficiali (1.780 montate su missili dislocati all’interno di diverse basi), vanno aggiunte ulteriori 2mila testate non strategiche e 700 strategiche ma stoccate.
In generale, il 93% degli ordigni atomici è dunque statunitense o russo. Tuttavia i Paesi che hanno costruito, testato e sono attualmente in possesso di armi nucleari di qualunque tipo sononove. Rispetto agli anni Ottanta la direzione è dunque incoraggiante nonostante il presunto esperimento sulla bomba a fusione termonucleare incontrollata, evoluzione della bomba atomica basata invece sulla fissione nucleare, rivendicato due giorni fa dalla Corea del Nord nel sito di Punggye-ri.

Proprio la Corea del Nord è uno dei punti interrogativi anche se, in termini numerici, il suo arsenale è poca cosa perfino in confronto a quello di Israele o del Pakistan. Secondo gli esperti Hans Kristensen e Robert Norris della Federation of American Scientists, che pubblicano periodicamente dei rapporti dedicati ai singoli Paesi sul Bullettin of the Atmomic Scientists, Pyongyang disporrebbe di 6-8 testate nucleari. In ogni caso non più di 15.
Un percorso relativamente recente, quello del regime guidato daKim Jong-un, terzogenito  del caro leader Kim Jong-il: il primo test sotterraneo fu condotto il 9 ottobre 2006. Degli altri Paesi del gruppo il programma più recente era stato quello Pakistano, con i primi test nel 1998. Stati Uniti a parte (1945), tutti gli altri membri del poco lusinghiero raggruppamento hanno fatto esplodere la loro prima atomica fra 1949 e 1974.
In termini di testate disponibili, la classifica è completata dallaFrancia, che ne ha circa 300, quasi tutte collocate sui missili o comunque in basi operative, dalla Cina (250), dalla Gran Bretagna(225, 150 delle quali già dislocate), dal Pakistan (130, ma il numero non è certo) e dall’India (110) e da Israele, da dieci anni ferma sulla cifra di 80 testate. Sono proprio Pakistan, India e in particolare Cina a non allinearsi alla dinamica di progressiva riduzione degli armamenti atomici nell’ultimo quinquennio.
Dei cinque Paesi storicamente impegnati nella produzione di questi ordigni (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Urss-Russia e appunto Cina) la Repubblica popolare è infatti l’unico che staprogressivamente incrementando le dimensioni del suo arsenale nucleare fino alla soglia di 260 testate, quasi alla pari della Francia. Non si tratta solo di testate visto che sarebbero in corso anche programmi di ammodernamento dei missili, che ovviamente possono oggi trasportare più testate e dunque colpire diversi obiettivi. Entro il 2020, il numero di quelli in grado di raggiungere gli Stati Uniti potrebbe attestarsi sulle cento unità.
Le stime sul tema nucleare sono criptiche proprio per la segretezza dell’argomento. Basti, per esempio, pensare che Israelenon ha mai ufficializzato il suo arsenale atomico e solo lo scorso marzo il Pentagono ha declassificato un documento top secret del 1987: 386 pagine che raccontano i progressi tecnologici del Paese fra anni Settanta e Ottanta.
Quanto ai test, quello della Corea del Nord, ritiratasi nel 2001 dal Trattato di non proliferazione del 1970 al quale aveva aderito nell’85, sarebbe il quarto dopo il primo del 2006: i successivi sarebbero avvenuti nel maggio 2009 (provocò un sisma di 4,5 gradi di magnitudo) e nel febbraio di due anni fa. Anche in questo caso sono in testa gli Stati Uniti con 1.032 test seguiti dalla Russia con715, dalla Francia con 210 (celebri le campagne contro gli esperimenti nell’atollo di Mururoa, nella Polinesia francese, utilizzato fra il 1966 e 1996 insieme al vicino atollo di Fangataufa), da Cina e Regno Unito con 45 e da India e Pakistan rispettivamente con tre e due esplosioni.

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