Hanno vinto i Sioux, niente oleodotto

dic 11, 2016 0 comments
Di Maria Rita D’Orsogna *
“The bitter cold has not chilled the passion behind stopping the pipeline. The many members of ‘Veterans Stand for Standing Rock,’ brought supplies such as gas masks, earplugs and body armor, to stand firm as a unit to protect protesters from the police and their rubber bullets. But instead, tonight they dance. It looks like the Americans have won, after all”.
La notizia è arrivata domenica 4: l’Army Corps of Engineers ha annunciato che non approverà i permessi per costruire il Dakota Access Pipeline sotto un pezzo del fiume Missouri e vicino a terre sacre agli indiani d’America.
Jo-Ellen Darcy la Assistant Secretary delle opere interne per conto dell’Army dice che considererannopercorsi alternativi, in cui ci saranno delle valutazioni di impatto ambientale con le osservazioni del pubblico.
La storia parte molto tempo fa.
Il Dakota Access pipeline è un proposto oleodotto di 1.700 chilometri che avrebbe dovuto trasportare 400,000 barili di petrolio ogni giorno (64 milioni di litri!) provenienti dai campi petroliferi detti Bakken e Three Forks nel nord Dakota ed estratti con il fracking, nella sua versione per petrolio.
In questo momento il petrolio viene trasportato via rotaia. L’oleodotto cosi come era stato proposto avrebbe dovuto attraversare il North Dakota, South Dakota, lo Iowa, e poi finire nella città di Patoka, nell’Illinois. Da qui, una ragnatela di altri oleodotti avrebbero dovuto trasportare il petrolio in tutta la nazione.
Dicono che l’oleodotto servirà a decongestionare il trasporto su rotaia ed a renderlo meno pericoloso, e dunque a salvare l’ambiente.
Arrivano i costruttori a realizzare questo Dapl – Dakota Access Pipeline. La ditta si chiama proprio come l’oleodotto, Dakota Access ed è una filiale della Energy Transfer che già controlla 114mila kilometri di oloeodotti Usa.
* Fisica e docente all’Università statale della California, cura diversi blog (come questo). Consapevole dell’importanza dell’informazione indipendente, Maria Rita ha autorizzato con piacere Comune a pubblicare i suoi articoli

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