La sinistra ha perso il popolo

apr 12, 2017 0 comments
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Di Marcello Veneziani
Fino a prova contraria la sinistra in Italia è al potere. Non tutta e non da sola. Ma è al potere non solo perché guida i governi ma anche perché veicola e pervade i giudizi, i codici, le inclinazioni della nostra società.
Eppure la percezione che dà e soprattutto che ha di sé stessa, è di una crisi grave e forse irreparabile, si sente sparita o perlomeno svuotata, priva di contenuti. E tutto questo mentre proliferano svariate sinistre in forma di partiti, partitini e correnti. Alla sinistra di Renzi ci sono già tre o quattro formazioni politiche, più un paio di correnti interne.
Come spiegare questo proliferare di sinistre e questa caduta libera della Sinistra? Col divorzio tra sinistra e popolo e con lo spostarsi delle masse verso movimenti populistici, come accade del resto in quasi tutto l’Occidente, e non solo. Al divorzio tra Sinistra e popolo (ed. Longanesi) dedica un incisivo saggio Luca Ricolfi, un sociologo che proviene da sinistra ma che da anni non fa sconti alla sinistra, non segue il politically correct col suo strascico di divieti, omertà e ipocrisie.
Anzi condanna “il razzismo etico” prevalente nella sinistra, rimette in discussione i suoi mostri sacri e le loro eredità, come Bobbio e la sua ridefinizione manichea della destra e della sinistra, o come gli Spinelli, i Rossi e i Colorni del Manifesto di Ventotene.

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