UN ESERCITO DI “LUPI SOLITARI”. SAREBBERO ALMENO 2 MILA I TERRORISTI DEL’ISIS IN FUGA DALLA LIBIA

mag 26, 2017 0 comments

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UN ESERCITO DI “LUPI SOLITARI”. SAREBBERO ALMENO 2 MILA I TERRORISTI DEL’ISIS IN FUGA DALLA LIBIA. I NOSTRI SERVIZI SEGRETI TEMONO SI POSSANO MESCOLARE AI MIGRANTI SUI BARCONI – RAFFORZATI I CONTROLLI ANCHE NELLE CARCERI E NEI CENTRI D'ACCOGLIENZA: LUOGHI IDEALI PER LA RADICALIZZAZIONE


Di Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

La nuova fase operativa è già cominciata. L'attentato di Manchester con la scoperta dell' identità del kamikaze - Salman Abedi, 23 anni, cittadino britannico con origini libiche - costringe anche l' Italia a rimodulare il sistema dei controlli. Potenziando ulteriormente le verifiche su quella «rete» che potrebbe adesso attivarsi proprio per dare seguito alla campagna del terrore che durante il concerto di Ariana Grande ha ucciso 22 persone.

E concentrandosi su quei «reduci» che dopo la riconquista di Sirte da parte della coalizione occidentale hanno abbandonato lo Stato africano. Secondo le stime dell' intelligence, almeno 2.000 persone risultano ritornate negli Stati d' origine o aver cercato di entrare in Tunisia, Egitto e Marocco. Ma c' è anche chi ha preso la strada dell' Europa e potrebbe aver scelto di transitare o fermarsi nel nostro Paese.

Già poche ore dopo il massacro di lunedì sera, gli apparati di sicurezza britannici hanno trasmesso a tutti i servizi segreti alleati una lista di nomi che potevano avere legami o punti di contatto con Abedi. E l' ufficiale di collegamento del MI6 con l' Italia ha partecipato alla riunione straordinaria del Comitato strategico convocata al Viminale. Le verifiche sulle identità hanno finora dato esito negativo. Ma non è finita, ci sono altri accertamenti da effettuare incrociando i dati sui viaggi, le disponibilità economiche, una serie di utenze telefoniche e indirizzi ip per l' accesso alla rete web.

Bisogna soprattutto monitorare quelle aree che possono diventare il luogo di reclutamento privilegiato dei terroristi o di radicalizzazione. Da tempo gli specialisti dell' Aisi stanno effettuando controlli nelle carceri e soprattutto in quei centri di identificazione dove vengono accolti i migranti irregolari e le strutture per l' accoglienza dove i richiedenti asilo attendono di sapere se hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati.

La direttiva impartita nei giorni scorsi chiede di intensificare le verifiche. Le analisi dell' intelligence ritengono improbabile che i terroristi possano mescolarsi tra i migranti che giungono in Italia sui barconi, ma accreditano invece la possibilità che in questi luoghi si possa sviluppare la radicalizzazione. Anche perché non possono escludere un interesse convergente tra i trafficanti di uomini e i fondamentalisti di matrice jihadista .

Nella relazione sull' attività dei servizi segreti consegnata al Parlamento nel febbraio scorso viene sottolineato come «il fenomeno rappresentato dalle grandi migrazioni comporterà nel 2017 un crescente impegno di intelligence , anche per quanto attiene alla raccolta informativa necessaria per contrastare adeguatamente le organizzazioni criminali di trafficanti di esseri umani in tutti i teatri in cui esse operano con sempre maggiore sistematicità ed efficacia, tanto più in considerazione di crescenti contaminazioni, soprattutto nel Sahel e nel Sud della Libia, tra network criminali e terrorismo».

Secondo le informazioni degli apparati di sicurezza, decine di reduci libici potrebbero essere entrati in Europa. Il sito Middle East Eye - che ha raccolto numerose testimonianze dei protagonisti - racconta come cinque anni fa « il governo britannico mise in atto una politica tollerante nei confronti di persone con doppia nazionalità britannico-libica che andarono a combattere il colonnello Gheddafi, compresi soggetti che erano all' attenzione dell' antiterrorismo».

Alcuni hanno fatto perdere le proprie tracce. In Italia ha invece vissuto per anni Moez Ben Abdelkader Fezzani, «Abu Nassim», 47 anni terrorista e reclutatore per conto dell' Isis in Lombardia, catturato nel novembre scorso in Sudan dopo aver attraversato Libia, Niger e Ciad. Sono state le forze di polizia italiane a fornire le informazioni utili a incastrarlo, grazie ai riferimenti con residenti nel nostro Paese con i quali era rimasto in contatto. Una «rete» che, almeno in parte, potrebbe essere ancora attiva.

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