Castel Romano, allarme scabbia nel campo rom: "Rischio epidemia"

set 19, 2017 0 comments
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Di Alessandra Benignetti

Decine di bimbi piccolissimi con le gambe, le braccia e il busto ricoperti da pustole rosse. È scabbia. E nel campo nomadi di Castel Romano, tra Roma e Pomezia, sarebbe in corso una vera e propria epidemia.

A lanciare l’allarme sono stati gli stessi nomadi, giovedì scorso, durante un blitz degli agenti del Servizio Pubblico Emergenziale della Polizia Locale per il controllo dei moduli abitativi e il censimento degli abitanti.

In realtà i primi casi erano stati già denunciati a fine agosto dall’Associazione Nazione Rom. Ora, però, i contagiati, tra adulti e bambini, sarebbero molti di più. E c’è il rischio che la malattia si estenda anche oltre i confini del campo che ospita circa mille persone. "Un rischio concreto", assicura a ilGiornale.it Marco Milani, coordinatore romano del sindacato Ugl-Polizia locale, “perché la scabbia è altamente infettiva e il campo è servito da sette o otto navette scuolabus che accompagnano i bimbi nelle scuole dei dintorni”.
I rom attribuiscono la diffusione della malattia alla mancanza d’acqua e alle scarse condizioni igieniche dell’insediamento. Nel campo, infatti, che si trova al centro della riserva naturale di Decima Malafede, lontano dai principali centri abitati, manca un presidio sanitario fisso. “Nel 2015 – spiega Milani – la Asl ha richiesto al Comune di Roma di istituirlo, sia per la presenza di insetti, roditori, sia per la diffusione di malattie infettive tra gli ospiti dell’accampamento, ma il Campidoglio non ha mai ottemperato”.

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