Inchiesta Consip, accusa di depistaggio per Scafarto e il suo superiore Sessa: i due carabinieri sono stati sospesi

dic 13, 2017 0 comments
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Si aggravano le posizioni del maggiore dei carabinieri Gian Paolo Scafarto e del colonnello Alessandro Sessa, suo superiore e già vicecomandante del Noe, indagati da tempo nell'ambito dell'inchiesta Consip, alla quale hanno lavorato nel periodo in cui erano in servizio presso il Nucleo Operativo ecologico. La procura di Roma ha contestato loro una nuova ipotesi di accusa, il depistaggio, che, unita alle precedenti già configurate dagli inquirenti, ha portato all'emissione di un'ordinanza che sospende entrambi dal lavoro per un anno.
Un'iniziativa, quella di piazzale Clodio, che ha determinato la presa di posizione del leader del Pd, Matteo Renzi, il cui padre, nell'inchiesta Consip, è indagato per traffico di influenze. "Se qualcuno ha tradito il giuramento allo Stato è giusto che paghi - ha detto l'ex premier - ma ci sono i magistrati per verificarlo. Leggo quello che accade, è evidente che questa storia non finisce qui e io la seguo con l'atteggiamento neutrale e serio di chi dice: andate avanti e vediamo chi ha ragione o torto".
L'atto di interdizione dall'esercizio di pubblici ufficiali dei carabinieri è stato firmato dal gip Gaspare Sturzo su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi. La nuova accusa di depistaggio si riferisce all'eliminazione delle comunicazioni intercorse tra i due, tramite whatsapp, al fine di sviare le indagini della procura sulla fuga di notizie che consentì ai vertici di Consip di apprendere dell'esistenza di un'inchiesta dal parte della magistratura napoletana.
Nell'ordinanza del gip Sturzo ricorda gli episodi che avevano determinato il coinvolgimento di Scafarto (falso e rivelazione del segreto d'ufficio) e di Sessa (depistaggio legato a false dichiarazioni al pm). In merito alla nuova contestazione, il gip sottolinea come "Scafarto, che aveva subito il sequestro, in data 10 maggio 2017, del proprio smartphone al fine di accertare la natura ed il contenuto delle comunicazioni sia con gli altri militari impegnati nelle suddette indagini sia con con estranei alle stesse, su richiesta ed istigazione di Sessa ed al fine di non rendere possibile ricostruire compiutamente le conversazioni intervenute con l'applicativo whatsapp, provvedeva a disinstallare dallo smartphone in uso a Sessa il suddetto applicativo; con l'aggravante di aver commesso il fatto mediante distruzione o artificiosa alterazione di un oggetto da impiegare come elemento di prova o comunque utile alla scoperta del reato o al suo accertamento".
Per il gip tutti questi elementi giustificano la sospensione dalle funzioni dei due ufficiali per un anno poiché potrebbero reiterare i reati o tentare di inquinare le prove.


La notizia della sospensione dalle funzioni ha riacceso il dibattito politico sul caso Consip. Se nel Pd il coordinatore della segreteria Lorenzo Guerini parla di "vicenda inquietante" ed il suo collega Michele Anzaldi si dice allibito per "l'infedeltà ravvisata in quegli investigatori", per il M5S è "imbarazzante il silenzio del Pd sugli esponenti del giglio magico coinvolti nell'inchiesta. Intervengono per chiedere chiarezza solo quando gli conviene".

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