Uno studio mostra che il 60% dei britannici crede alle teorie del complotto

dic 23, 2018 0 comments

Di Esther Addley
Il 60% dei britannici crede ad almeno una teoria del complotto su come viene gestito il paese o sulla veridicità delle informazioni che vengono diffuse.
Nel Regno Unito, chi ha sostenuto la Brexit è più propenso a dare credito alle teorie del complotto rispetto a chi si è opposto, 71% contro 49%.
Quasi la metà (47%) di chi ha votato “leave” ritiene che il governo abbia deliberatamente nascosto la verità su quanti immigrati vivono nel Regno Unito, rispetto al 14% di chi ha votato “remain”. Un impressionante 31% degli elettori crede che l’immigrazione sia parte di un progetto più ampio per rendere i musulmani la maggioranza nel paese, una teoria nata negli ambienti dell’estrema destra francese, nota come la “grande sostituzione”. La cifra comparabile per i “remainers” è del 6%.
In America le differenze sono ancor più estreme: il 47% degli elettori di Trump crede che il riscaldamento globale antropico sia una bufala, rispetto al 2,3% di quelli della Clinton.
Le cifre sono il risultato di un progetto internazionale condotto in sei anni ed in nove paesi da ricercatori dell’Università di Cambridge e YouGov, finanziati dal Leverhulme Trust. Lo studio è stato l’esame più completo mai effettuato sulle teorie della cospirazione, e segna la prima volta in cui gli accademici hanno esplorato l’argomento.
I ricercatori hanno anche scoperto che:
• Il 15% dei leavers e l’11% dei remainers in Gran Bretagna credono che, indipendentemente da chi sia ufficialmente al governo, il mondo sia gestito da una congrega globale segreta che controlla gli eventi.
• La cospirazione più creduta nel Regno Unito, condivisa dal 44% delle persone, è che “anche se viviamo in quella che viene definita una democrazia, una ristretta cerchia di persone gestirà sempre e comunque le cose in questo paese”.
• La diffidenza nei confronti dell’autorità è elevata, col 77% delle persone che si fida “poco” o “nulla” dei giornalisti; il 76% diffida dei ministri, il 74% dei capi di aziende.
• Rispettivamente l’87% e l’89% degli intervistati dà fiducia ad amici a famigli, come potenziali conferme delle notizie condivise dai contatti dei social media.
• Chi non ha voluto la Brexit è più propenso ad usare regolarmente i social media per le news (50% contro 34%), e più propenso a leggere un sito di notizie (41% contro 18%). Tra chi si informa sui social, Facebook è stato più usato dai leavers (74% contro 65%), mentre è vero il contrario per Twitter (28% contro 39%).
• Tra i paesi esaminati, la Svezia è quella che crede meno alle teorie della cospirazione, col 52% che crede ad una o più delle teorie proposte dai ricercatori, contro l’85% per l’Ungheria. Negli Stati Uniti la cifra è del 64%, in Francia del 76%.
Il professor John Naughton, direttore del programma di borse di studio presso il Wolfson College ed uno dei tre professori dell’Università di Cambridge che hanno condotto la ricerca, ha detto che lo studio, iniziato nel 2012, è nato dal tentativo di guardare alla “storia naturale” delle teorie della cospirazione.
I ricercatori hanno definito cospirazione “una teoria che alcuni attori abbiano cospirato per fare qualcosa di nascosto, di solito qualcosa di malvagio”. Come parte dello studio, hanno proposto agli intervistati circa 10 teorie, tutte emerse dalle proprie ricerche, per testare quanto ampiamente fossero credute.
“Le teorie del complotto sono, e per quanto possiamo dire sono sempre state, una parte importante della vita di molte società, ed il più delle volte sono passate sotto il radar dei media mainstream”, ha detto Naughton. “Pensavamo fossero cose credute solo da pazzi, [e che] non avessero un impatto sulla democrazia”.
Questo atteggiamento sprezzante è cambiato dopo il voto sulla Brexit e l’elezione di Trump nel 2016. “Qualsiasi cosa si pensi di Trump, è un teorico della cospirazione nato. È stato una specie di catalizzatore, la sua elezione ha in qualche modo avuto l’effetto di rendere mainstream le teorie della cospirazione”.
Tali convinzioni, dice Naughton, “sono un modo per il comune cittadino di cercare di dare un senso ad un mondo complesso e confuso”.
Meno persone, almeno nel Regno Unito, credono ad alcune delle altre teorie testate dai ricercatori, incluso il fatto che il racconto ufficiale dell’Olocausto sia una bugia (2%), che il contatto umano con gli alieni sia stato messo a tacere (8%), che la verità sui vaccini venga tenuta nascosta (10%) e che il virus Aids sia stato creato e diffuso di proposito (cosa creduta dal 4% dei britannici, ma dal 12% dei francesi).
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG

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