Battisti in Italia, carcere a Oristano. Salvini col giubbotto della polizia: “Ora marcisca in galera”

gen 14, 2019 0 comments

LA STAMPA

Cesare Battisti catturato ieri in Bolivia è stato estradato in Italia. Finisce così la sua latitanza durata decenni. Andrà in carcere a Oristano. Ad attenderlo all’aeroporto di Ciampino c’erano il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con indosso il giubbotto della polizia. Battisti è sceso dall’aereo dieci minuti dopo il suo atterraggio.
Sette agenti sono entrati nel velivolo per prelevarlo mentre una decina, alcuni armati di mitraglietta, lo aspettava sulla pista. L’ex terrorista ha attraversato la pista a testa alta. «L’abbiamo preso. E ora dovrà marcire in galera - aveva scritto Salvini in una lettera inviata a Leggo -. Cesare Battisti non è un perseguitato o un semplice scrittore di romanzetti: è un terrorista comunista. Un assassino. Un codardo. Da decenni si era rifugiato all’estero per non pagare le sue colpe. È stato protetto e coccolato da donne e uomini di sinistra, presunti intellettuali, vip e politici».
Concetti ribaditi da Salvini in una breve dichiarazione alla stampa subito dopo le operazioni: “Spero di non incontrarlo da vicino - ha detto il vicepremier - L’arresto di Battisti è un punto di partenza e non di arrivo. Sono sicuro che le forze dell’ordine, con i servizi di intelligence, potranno riassicurare alle galere altre decine di delinquenti, vigliacchi e assassini che sono in gir per il mondo a godersi la vita». Il ministro Bonafede ha invece dichiarato: “Mi piace dire che è il risultato di un intero Paese, un risultato storico: quando le istituzioni italiane sono compatte non ci ferma nessuno. Oggi l’Italia va a testa alta».
Il messaggio Facebook del ministro Salvini
La Bolivia respinse la richiesta di asilo
Il ministro dell’Interno della Bolivia, Carlos Romero, ha dichiarato oggi che Cesare Battisti è stato consegnato alle autorità italiane dopo che la sua richiesta di asilo è stata valutata e respinta dalla Commissione nazionale per i rifugiati (Conare). Lo riferisce il quotidiano El Deber di Santa Cruz de la Sierra. La precisazione giunge dopo le polemiche suscitate a La Paz dall’uso di un “fast track” da parte del governo boliviano per consegnare ieri Battisti alla polizia italiana.
Battisti era a Santa Cruz de La Sierra dal 16 novembre, poi è rientrato per una decina di giorni in Brasile e alla fine è tornato in Bolivia il 17 dicembre, passando il confine nei pressi della cittadina boliviana di San Matias, proveniente dal Mato Grosso. Inquirenti e investigatori hanno ricostruito le tappe della fuga dell’ex terrorista dei Pac. A Santa Cruz Battisti la prima volta resta fino al 5 dicembre: la conferma l’ha data agli investigatori il proprietario dell’hotel dove aveva preso una stanza.
Salvini, al lavoro su altri terroristi, su alcuni già riscontri
La cattura di Cesare Battisti «è un grande risultato che dovevamo alla giustizia italiana, non solo in astratto perché avesse la sua effettività, ma che dovevamo anche ai famigliari delle vittime» del leader del Pac. Così il premier Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa a Chigi. Il presidente ha poi ringraziato «le forze di intelligence, di polizia, di Interpol, a tutti i livelli» per «il gioco di squadra». C’è «poco da aggiungere, è cosa che aspettavamo da 37 anni, c’è stata anche un po’ di fortuna che non guasta mai, lavoriamo ora su altre decine di terroristi e su alcuni abbiamo elementi positivi» ha commentato Salvini.
Il procuratore: «Determinante la svolta politica in Brasile»
Per la cattura in Bolivia di Cesare Battisti è stato determinante «il cambio politico avvenuto in Brasile con l’elezione del uovo governo». E quanto hanno spiegato il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso e il suo sostituto, Antonio Lamanna, all’indomani della cattura del terrorista dei Pac. «Oggi Battisti verrà tradotto nel carcere di Rebibbia, ma la scelta definitiva spetterà al Dal (dipartimento penitenziario)”. Una scelta non secondaria per quello che sarà il percorso da detenuto di Battisti. Ogni richiesta, istanza, dovrà passare dal Tribunale di sorveglianza competente per il carcere prescelto. Alfonso e Lamanna, nel commentare l’arresto in Bolivia, hanno definito «determinante» il lavoro svolto dalla Digos milanese, per rintracciate Battisti, «attraverso strumenti di localizzazione molto avanzati».
Il messaggio della polizia
Anche la polizia di Stato commenta su Twitter la cattura: «Dietro questo momento ci sono giorni e notti di chi non ha mollato mai, di chi ha trascurato affetti e famiglie avendo presente il dolore di quanti ancora soffrono per le sue vittime. Grazie alla caparbietà di chi silenziosamente ci ha sempre creduto».
Il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, in un colloquio telefonico avvenuto ieri sera, ha ringraziato il Ministro degli Esteri della Bolivia, Diego Pary, «per l’efficace e solerte collaborazione che le Autorità boliviane hanno garantito nell’arrestare e nel permettere la rapida espulsione verso l’Italia del pluricondannato per omicidio Cesare Battisti». Con l’impegno boliviano, ha aggiunto il Ministro, «ha encomiabilmente interagito quello altrettanto fondamentale delle Autorità brasiliane, alle quali va anche il nostro sentito ringraziamento. Si è trattato di una concreta azione al servizio della giustizia; un’azione corale e condivisa portata avanti con determinazione e discrezione, in uno stretto raccordo di fiducia reciproca e collaborazione con tutte le competenti Autorità italiane, incluse le nostre Ambasciate a Brasilia e a La Paz».

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