Diciotti, in giunta la memoria di Salvini. Conte: “Anche io responsabile. Il ministro attuò l’indirizzo politico del governo”

feb 7, 2019 0 comments

Novanta minuti per leggere la memoria di Matteo Salvini e gli allegati di Giuseppe ConteLuigi Di Maio e Danilo Toninelli. E poi un rinvio: la giunta per le Immunità si riunirà di nuovo in serata e dovrà decidere se i documenti firmati dal premier e dal vicepremier sono ricevibili o meno. “Torneremo a riunirci appena possibile, dopo la seduta d’Aula del Senato, sul tema della ricevibilità di questi documenti, che qualcuno ha sollevato”, ha detto Maurizio Gasparri, presidente dell’organo parlamentare che dovrà decidere se concedere o meno l’autorizzazione a procedereavanzata dai giudici di Catania per Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato. “Gli allegati alla memoria difensiva presentata da Salvini sono irricevibili da un punto di vista procedurale e si impone la trasmissione di questi atti al tribunale dei ministri perché la partecipazione del Governo non era conosciuta al tempo”, ha detto uscendo dalla Giunta il senatore Pietro Grasso.  “A norma di regolamento – ha aggiunto l’ex presidente del Senato –  le memorie in questi casi provengono dall’interessati e invece gli allegati sono stati firmati da Di Maio e Conte”.

Salvini: “Mi hanno votato per bloccare gli sbarchi” – Un escamotage, quello di corredare la sua memoria difensiva con i documenti di premier e vicepremier, che a Salvini serve per rivendicare la natura politica della condotta nel caso della Diciotti. “Mi sembra evidente a chi ascolta che ilblocco degli sbarchi fosse uno dei motivi per cui gli italiani mi hanno votato. Ho agito in maniera trasparente, insieme a tutto il Governo”, ha detto il ministro dell’Interno a Radio anch’io su Rai Radio1. “La politica deve decidere se ho fatto quel che ho fatto nell’interesse del mio paese o perchè non avevo altro da fare”, ha aggiunto Salvini, che incalzato sul voto del Movimento 5 stelle ha ripetuto: “Lascio che tutti leggano le carte non chiedo favori o l’aiuto di nessuno”.
Conte: “Anche io responsabile” – Le famose “carte”, ovviamente, sono i documenti inviati ai senatori dell’organo parlamentare. Il leader della Lega, infatti, ha preferito non comparire di persona davanti alla giunta che ha sede a Sant’Ivo alla Sapienza a Roma. Ai senatori presieduti da Gasparri ha inviato una memoria di sedici pagine (leggi i contenuti) con allegati due documenti: uno lungo quattro pagine firmato dal presidente del consiglio , e un altro di tre siglato dal vicepremier Di Maio e dal ministro dei Trasporti Toninelli. Nel primo, cioè l’allegato del premier, Conte scrive che sulla Diciotti c’è stata “attuazione di un indirizzo politico-istituzionale che il governo ha condiviso“. “Sento il dovere di precisare – scrive Conte – che le determinazioni assunte in quell’occasione dal ministro dell’Interno sono riconducibili a una linea politica sull’immigrazione che ho condiviso nella mia qualità di presidente nel Consiglio con i ministri competenti, in coerenza con il programma di governo. Le azioni poste in essere dal ministro dell’Interno si pongono pertanto in attuazione di un indirizzo politico-internazionale, che il Governo da me presieduto, ha sempre coerentemente condiviso fin dal suo insediamento. Di questo indirizzo, così come della politica generale del Governo, non posso non ritenermi responsabile, ai sensi dell’articolo 95 della Costituzione”.  “La vicenda – continua il premier- che ha riguardato l’unità navale ‘U.Diciottì è dunque pienamente ascrivibile all’esercizio della funzione di governo per il perseguimento di obiettivi di politica migratoria tesi a contrastare il traffico di esseri umani e a richiamare gli altri Stati membri dell’Unione europea a un’onere di condivisione nella gestione del fenomeno, fin dalle operazioni di ricerca e soccorso in mare”.

Di Maio e Toninelli: “Decisioni frutto di condivisione” – Il premier, ovviamente, spiega anche che quello della Diciotti era un evento fondamentale per i rapporti con l’Europa. “In primo luogo l’azione del governo è stata indirizzata a contrastare il traffico odioso di essere umanie a impedire la tragica perdita di vite umane. In secondo luogo il governo ha posto in essere ogni azione utile a promuovere una politica di contrasto all’immigrazione irregolare quanto più possibile condivisa a livello europeo. In particolare ebbe luogo un’interlocuzione con le autorità maltesi relativamente all’individuazione del porto di sbarco e fu avanzata una richiesta agli altri Stati membri dell’Unione e alla Commissione Europea per la redistribuzione di migranti. Lo stesso senso degli allegati firmati da Toninelli e Di Maio dove si parla “decisioni furono frutto di una condivisione politica“. Come dire: è stato tutto il governo a decidere di tenere per cinque giorni a bordo della Diciotti ormeggiata nel porto di Catania i 177 migranti. E dunque era una scelta politica che non consente di processare il ministro per sequestro di persona aggravato come invece vorrebbero fare i giudici del tribunale dei ministri di Catania.
Il voto tra i  5 stelle – Decisivi, all’interno della giunta, saranno i voti dei senatori del M5s. Il movimento di Luigi Di Maio non ha ancora annunciato come voterà. “Tutti leggano le carte, non chiediamo favori e aiutini a nessuno. Ricordo che non si voterà se Salvini è colpevole o innocente. Bisognerà capire se l’ho fatto nell’interesse del Paese”, ha ripetuto anche stamattina Salvini. “Voto online dei 5 stelle per decidere su Salvini? Non mi risulta questa opzione”, ha detto il senatore Francesco Urraro, uno degli esponenti del M5s che fa parte della giunta. Se per Nicola Morra i Cinquestelle devono votare sì al processo a Salvini, per Mario Michele Giarrusso – che fa parte della Giunta – una decisione anora non c’è: “Valuteremo carte e decideremo insieme. Il Movimento è compatto, nessuna divisione tra giovani e vecchi, non ci sono ortodossi o no, ma dissenzienti e quelli in linea con il partito” .

B. incalza: “Di Maio alleato leale…” – Una situazione d’incertezza che presta il fianco al commento velenoso di  Silvio Berlusconi, che in un’intervista al Corriere della Sera incalza i pentastellati cercando di trascinare di nuovo la Lega nel “perimetro del centrodestra”, come lo chiama l’ex cavaliere. “I rapporti personali sono buoni come sempre, ispirati alla lealtà reciproca anche quando siamo in disaccordo”, dice il leader di Forza Italia, riferendosi ai rapporti con Salvini.  “Noi – aggiunge – non siamo i Cinque Stelle, che non hanno ancora sciolto la riserva su come votare al Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini: davvero una bella prova di solidarietà umana e politica, oltre che di senso del diritto. Davvero degli alleati leali…”.

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