Di Pietro Minto
Un recente studio di un'università australiana ha dimostrato che il consumo di cannabis non influenza le capacità mentali delle persone. E così ora lo stereotipo del fumatori di canne dal passo lento e dall'occhio vacuo pare demolito scientificamente.
LA RICERCA E IL CAMPIONE. Il team scientifico ha esaminato 2.000 giovani australiani per otto anni, proponendogli periodicamente test ed esami cognitivi e mnemonici, mirati a saggiare la loro memoria a breve, medio e lungo periodo. Dopo una prima, errata analisi dei dati, il team ha scoperto che tra fumatori e non fumatori la media dei punteggi ottenuti era praticamente identica: la cannabis non aveva influenzato la memoria e la capacità logica del campione.
MEMORIA A BREVE TERMINE. L'unica differenza interessa la memoria a breve termine, che vede i risultati dei consumatori di marijuana più bassi della media. Ma i ricercatori hanno poi constato che tale gap veniva colmato molto velocemente da chi smetteva di fumare. Il danno alla memoria, oltreché minimo, è quindi riparabile.
SCIENZA E DROGA. Lo studio universitario è solo l'ultimo di una lunga serie che ha ridefinito l'idea di marijuana, allontanandola da quella di droga e sottolinendone i lati benefici, anche dal punto di vista medico.
Da Lettera 43
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