La schiavitù moderna

ago 30, 2014 7 comments


Di Salvatore Santoru

Lo scrittore tedesco Goethe disse che :"nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo".
Indubbiamente, questo è il caso dell'individuo medio nella società contemporanea.
Difatti, egli crede che questo determinato periodo storico sia indiscutibilmente il più libero e l'unico possibile, e basa tale credenza sul fatto che teoricamente ha tutto quello che desidera e gli è concessa ogni cosa.
A quanto pare tranne una : pensare e riflettere.
Infatti, la riflessione e il pensiero sono costantemente delegati dall'individuo medio, in quanto c'è già chi pensa e riflette per lui, ovvero i cosiddetti "esperti".
Per la "cultura" di massa dominante, il pensiero e la riflessione rappresentano qualcosa di disfunzionale, obsoleto e sicuramente un'ostacolo ai non-valori che costituiscono la nostra società.

Ciò che è considerato utile e funzionale in tale società, è : vivere di mode, accettare tutto ciò che viene promosso dalla cultura di massa, adorare e imitare i propri idoli e/o Vip di turno, se possibile lavorare e fare tutto ciò che ci va, ma mai pensare e riflettere.

Anche la scuola e l'università, che in teoria dovrebbero essere "palestre del sapere", seguono questo moderno comandamento, tanto che assomigliano sempre di più a centri di condizionamento, piuttosto che di acculturamento.

Non importa cosa si studia, non importa riflettere e discutere su ciò, l'unica questione veramente fondamentale è considerata l'introiettare acriticamente determinate nozioni utili ai fini di conformarsi, nel modo più naturale possibile, ai dogmi che costituiscono la società contemporanea.

Non a caso le discipline umanistiche, le quali sono indissolubilmente legate al concetto di "persona", sono sempre più in crisi e screditate, al contrario di quelle cosiddette "scientifiche", chiaramente maggiormente conformi a una società sempre più meccanizzata, e sempre meno umana.

Anche lo stesso concetto di "persona" è in crisi, in quanto tale concezione presuppone l'esistenza di diritti inviolabili e sopratutto la capacità di pensare e riflettere, una caratteristica costantemente screditata e obsoleta.

La stessa concezione di diritti e dignità della persona è in crisi, ed è stata sostituita da degli apparentemente illimitati "diritti dell'individuo", i quali sembrano costituire l'essenza della post-società moderna.

Oggi è considerato assolutamente normale,necessario e auspicabile accettare qualunque lavoro, pur umiliante che sia, degradare completamente sé stessi a fini di immagine e così via, nel nome del pensiero dominante che vede l'essere umano non più come una "persona", ma come un mero individuo-consumatore, una sorta di macchina insaziabile a cui tutto è concesso, meno che emanciparsi mentalmente e avere coscienza di una propria intrinseca dignità.

Oggi abbiamo tutto, siamo liberi di fare ciò che ci va, ma sopratutto siamo stati liberati dal faticoso processo di ragionare,riflettere e pensare, che in passato ha contraddistinto la nostra storia.

Per pensare e riflettere al nostro posto, c'è la tv, ci sono i social network,  abbiamo le opinioni rassicuranti e apparentemente disinteressate degli "esperti", e così via.

Tutto ciò che riguarda gli aspetti "umanistici" viene costantemente deriso e screditato, o al massimo considerato una noiosa perdita di tempo, nella nostra epoca nichilista del "fare"e dell'apparire a tutti i costi.

Si dà il caso, che storicamente tale tipo di (non)pensiero dominante è sempre stato agli antipodi della libertà.

Ad esempio, è cosa nota che per legittimare la schiavitù, è sempre stata concessa un'ampia libertà individuale, ma solo a fini di consenso.

Un'esempio sono i giochi del Colosseo romani, e tutte quelle forme di intrattenimento che appasionavano e coinvolgevano i sudditi romani, i quali in cambio di tali "libertà", non mettevano in discussione il regime.

Il poeta Giovenale coniò la famosa locuzione "panem et circenses" per descrivere tale situazione.

Al popolino era dato tutto quello che voleva, e in cambio il popolino non metteva in discussione il regime.

Difatti, era assicurato un certo divertimento, alcuni diritti individuali, cosa volevano di più dalla vita?...

La stessa situazione, seppur in modo più subdolo e soft, l'abbiamo oggi.
Abbiamo sport,gossip,divertimento,Tv,social network, una grandissima gamma di opzioni che costituiscono la nostra libertà attuale, che effettivamente costituiscono libertà, ma la voglia di cambiare e migliorare la nostra e altrui situazione, sembra che non esista più, in quanto c'è sempre chi afferma di farlo al nostro posto.

Tutte le energie utili per realizzare un serio e consapevole miglioramento politico e sociale, sono sublimate nelle miliardi di valvole di sfogo che ci sono "gentilmente" concesse e mai usate per ciò, come potrebbe essere fatto qualche volta..

In definitiva, non siamo proprio così liberi come crediamo, ma paradossalmente siamo ancora in uno stato di "schiavitù"(perlomeno interiore), ed essa è talmente forte che non solo non facciamo nulla per metterla in discussione, ma sembra che vogliamo esserlo ancora di più, come una sorta di circolo vizioso.

Il poco tempo libero che abbiamo, è rarissimo che venga usato per riflettere, capire e migliorare sé stessi e la società, e si ha l'impressione che la nostra schiavitù è talmente radicata dentro di noi, che ormai è diventata parte integrante di ciò che crediamo di essere, ed in fin dei conti è una schiavitù volontaria.

Inoltre, non solo non aneliamo a nient'altro che non sia tale, ma accettiamo, difendiamo e ci convinciamo che tale stato sia la reale libertà.

Non ci poniamo più nessun dubbio, sembra che il nostro spirito critico sia completamente atrofizzato, la nostra coscienza troppo narcotizzata per dire basta e voltare pagina.

Accettiamo nel nome del progresso e della novità o presunti tali, ogni attacco alla nostra libertà e ogni degenerazione culturale e sociale, in quanto siamo abituati a fare così, e se non lo facessimo vivremmo di sensi di colpa in quanto considerati "out", non al passo dei tempi e altre sciocchezze.

Possiamo avere e comprare tutto, fare tutto ciò che ci va senza scrupoli morali e/o etici di alcun tipo, fare qualunque tipo di lavoro, ma sembra che non possiamo più "perdere" troppo tempo a riflettere e pensare.

Commenti

  1. Zero commenti. Non mi sembra interessante. Anzi inutile. Ahahahahah

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  2. Intanto ti dico:parla per te!! poi,proprio perchè penso,mi chiedo come mai vuoi convincermi,usando il sistema dei concetti ripetuti.
    Forse tanti mancano di etica,ma è sempre stato così;non è una novità.
    Panem et circensens funziona,ma non per tutti.Se non ci fosse libertà tu non avresti potuto condividere queste tue riflessioni.

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    1. Ciao, ti do ragione sul fatto dell'etica e del panem et circenses e anche in buona parte della libertà... la riflessione fatta nell'articolo è un pò "estrema" ed esegrata e serve ad evidenziare alcune contraddizioni della nostra società attuale, dove con l'estrema massificazione, il dominio della moda e tutte queste cose ( cose ovviamente non negative in sé ), si è effettivamente ristretto il campo della libertà, perlomeno dal punto di vista "culturale", mentre è aumentata quella individuale e sociale ( e ciò è ovviamente un bene ), con molti benefici e qualche effetto collaterale, ma in generale non si è raggiunta ancora una reale libertà... Sul fatto che dissenti da ciò che è scritto nell'articolo credo che sia positivo, e se ti va sarebbe molto interessante se facessi una critica più ampia per ampliare il discorso, grazie. Saluti :)

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  3. Semmai è proprio il contrario: certa cultura "umanistica", attraverso una politica compiacente, ha permesso per decenni di sfornare laureati che non servono a nulla e non sanno fare nulla. Quelli più furbi/ammanicati sono riusciti ad ambire a posti chiave nei ministeri e nelle Società private con i risultati che tutti vediamo oggi. Ti ricordo che tu scrivi su un blog ed utilizzi un computer grazie alle persone che si sono laureate in quelle cosiddette materie "scientifiche".

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    1. Salvatore scrive su un blog e utilizza un computer perché glielo hanno permesso,è diverso,forse non t'informo abbastanza per renderti conto della situazione in cui viviamo...

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