Immigrazione clandestina: il viaggio dalla Libia all'Italia si prenota su Facebook

apr 28, 2015 0 comments
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Di Alessandro Augugliaro

Su Facebook, nella sezione viaggi/tempo libero, "piccole aziende" c'è una pagina che si intitola "Immigrazione dalla Libia all'Italia" e vi si trovano tutte le informazioni necessarie all'organizzazione del viaggio, comprese le tariffe. Come se niente fosse, in evidenza ci sono i numeri telefonici attraverso i quali ci si possono scambiare messaggi con WhatsApp e Viber ed ottenere informazioni aggiuntive a quelle già dettagliate presenti sulla pagina.
Le partenze sono giornaliere e sono corredate di tutte le informazioni necessarie, a partire dal listino prezzi fino alla classica pubblicità ingannevole, che in questo caso è più "mortale" che altro, sulla sicurezza del viaggio. Un viaggio da Zuara, secondo uno degli ultimi post pubblicati, costerebbe un migliaio di dollari e sarebbe riservato solo agli adulti, si promette un viaggio di otto ore confortevole e sicuro (la pubblicità "mortale" di cui sopra).
Non manca il listino prezzi per chi provenisse da altre località:
  • 350 dollari se si proviene dalla Tunisia;
  • fino a 3.500 dollari se si arriva dalla Turchia.
In tutti i casi il pagamento è posticipato al momento dell'arrivo in Libia. Come per ogni bravo venditore che si rispetti, anche questa pagina si attiene agli stessi canoni che prevedono di soprassedere sui contro del "servizio" per esaltarne i "pro"; che questi pro siano fasulli poco importa!
A suffragio di ciò vengono postate le foto che ritraggono i migranti con i giubbotti di salvataggio e si promettono viaggi brevi e confortevoli, ovviamente nessun accenno ai naufragi ed alle centinaia di morti.
Insomma, sembra la pubblicità di una crociera nel Mediterraneo, con i listini, le partenze e i contatti telefonici per ricevere informazioni e "prenotare il viaggio". È un servizio rivolto, chiaramente, ad una tipologia di clientela più ricca ed avanzata, rispetto alla massa di disperati che arriva da altre località africane ma anche da Siria, Pakistan ed Afghanistan, che ha la possibilità di connettersi e comunicare tramite smartphone.

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