Il caso:il «Manifesto in difesa della pedofilia» firmato da Jean-Paul Sartre,Simone De Beauvoir,Daniel Cohn-Bendit,Michel Focault, Jack Lang e così via

giu 16, 2015 0 comments

Di Riccardo Ruggeri

Recentemente, il Daily Mail ha mosso una serie di accuse contro importanti esponenti laburisti colpevoli di complicità politica verso una lobby della pedofilia in Inghilterra. La Svizzera, paese solido e concreto, dopo molti mesi di dibattiti sul tema, ha deciso di fare un referendum di iniziativa popolare («Affinché i pedofili non lavorino più con i fanciulli»), che va a rafforzare la legge attuale, nel solco di quella del 2008 che prevedeva l'imprescrittibilità dei reati sessuali contro i bambini. 

 Anche qui, secondo l'ala "libertaria" di sinistra, questa legge violerebbe il principio della «proporzionalità», aspetto centrale dello Stato di diritto svizzero. L'amico Paolo Bernasconi, già Procuratore Pubblico e oggi avvocato, li ha così liquidati «da un lato all'autore di reati sessuali viene impedito di lavorare con i bambini (sanzione circoscritta), dall'altro la legge garantisce la sicurezza dei fanciulli». Aggiungo banalmente io, lo Stato deve proteggere i più deboli, e nessuno merita più protezione dei nostri bambini.
Ricordo quegli anni tumultuosi post '68, quelli in cui si ruppe per sempre il mio rapporto, già tenue, con le varie Sinistre occidentali. Avvenne, tra gli altri, anche sul tema della pedofilia, un «marcatore» (o segnale debole) che considero tipico delle società autoritarie, sia quelle clericali che quelle "libertarie", due facce dallo stesso orrendo ghigno, quando si occupano di fanciulli.

Qualche anno fa la celebre Laurie Goodstein costruì sul New York Times (NYT) un «pacchetto» di accuse (coinvolgendo personalmente Ratzinger e Bertone) contro i preti cattolici pedofili, vuoi per colpevolizzare il celibato, vuoi per «scucire» quattrini alla Chiesa. Intendiamoci era un «pacchetto» ineccepibile e giustamente i singoli colpevoli vennero condannati con durezza e col massimo dell'ignominia. Peccato che come giornalista si fosse dimenticata di consultare anche gli archivi del Jay College della NY University (qualche blocco di distanza dalla sede del NYT), il massimo contenitore di dati statistici (1950-2012) sulla pedofilia negli Stati Uniti. Avrebbe saputo che «i casi di pedofilia nelle chiese protestanti e in quelle laiche delle élite Wasp sono 6 (sei) volte superiori a quelli riscontrati nella Chiesa cattolica americana».
L'ineffabile Laurie Goldstein dimenticò poi di citare e documentarsi sull'orrendo '68. Era facile, doveva semplicemente leggere i numeri di Libèration: qui avrebbe trovato un giovane Daniel Cohn-Bendit che, mentre pontificava sul nostro meraviglioso futuro di libertà, nei ritagli di tempo descriveva compiaciuto i «toccamenti» di bambini di un asilo alternativo (asilo). Poi troverà il «Manifesto in difesa della pedofilia» con i nomi in calce del miglior ciarpame della Sinistra europea: Jean-Paul Sartre, Simone de Bauevoir, Michel Foucault e, rieccoli, Jack Lang e DCB, cinque degni di diventare Immortali. Per chi fosse interessato, al di là della Manica, troverebbe nei mitici anni '70, quelli delle famose Utopie libertarie anglosassoni, una certa PIE (Paedophile Information Exchange), una setta legata ai Labour (National Council for Civil Liberties) che aveva l'obiettivo (tenetevi forte) di “permettere legalmente a un adulto di avere rapporti sessuali con bambini consenzienti di 10 anni (sic!). Quel consenzienti è la tipica chicca del politicamente corretto. E anche nel secondo millennio i pedofili colti non mollano, pochi mesi fa Jürgen Trittin, leader dei Verdi tedeschi, ha esaltato il suo manifesto pedofilo anni '80.

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