Il simbolismo dell'Uroboro, il serpente che si morde la coda

giu 5, 2015 0 comments


Di Domenico De Renzo

L’Uroboro (dal greco οὐροβόρος, dove οὐρά, urà, sta per "coda" e βορός, boròs, sta per "mordace", aggettivo riferito al serpente), detto anche OuroborosOurorboros,OroborusUroboros o Uroborus, è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio.

Si tratta di un simbolo - associato all'alchimia, all'ermetismo e allo gnosticismo - che rappresenta la teoria dell'eterno ritorno, la natura ciclica di tutte le cose. È associabile a tutto ciò che può essere rappresentato attraverso un ciclo che, dopo aver raggiunto la propria fine, ricomincia dall'inizio ancora una volta, all'infinito.

L'Uroboro può essere associato anche al simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto gli opposti che si completano a vicenda.

D’altronde il serpente è uno dei più vecchi e più diffusi simboli mitologici e le sue caratteristiche hanno, molto spesso, spinto l'uomo alla sua associazione a temi sovrannaturali e ultraterreni. Per esempio il suo veleno è associato, come le piante e i funghi, al potere di guarire, avvelenare, o donare una coscienza espansa (addirittura l'elisir di lunga vita o d’immortalità): il cambiar pelle lo rende inoltre un simbolo di rinnovamento e rinascita che può condurre all'immortalità.

Il serpente è stato un simbolo fondamentale presso le popolazioni precolombiane, mediorientali, presso gli egizi, i celti e tante altre, ma forse è meno noto ai più il fatto che fosse un animale sacro anche presso le popolazioni del Nord e Centro America: in questo caso raffigurava e simboleggiava la rinascita. Il serpente perde la propria pelle quando è giunto il momento propizio ed è passionale fino alla morte.

In assoluto però l'Uroboro col serpente che si morde la coda è simbolo gnostico dell'iniziazione e del potere dei maghi e degli occultisti: raffigurato attorno alla stella di Salomone, indica l'alta iniziazione occultistica.

Alcune sette gnostiche adoravano il serpente del paradiso che aveva destato nel cuore dell’uomo la bramosia della conoscenza. Questo serpente divenne un emblema alchimistico riprodotto nel libro di Cleopatra sulla fabbricazione dell’oro. Il corpo del serpente, metà chiaro e metà scuro, manifestava all’adepto che nel mondo materiale il bene e il male, la perfezione e l’imperfezione si congiungono insieme nella materia. Secondo gli alchimisti la materia è "uno e tutto".

Il terribile serpente del paradiso fu mutato dagli alchimisti nel benefico Urobos e questo, a sua volta, si trasformò nel dragone degli alchimisti. Una bella incisione contenuta nel libro di Lambsprinck La Pietra Filosofale, mostra il dragone che vive nella foresta e che si morde la coda.


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