Scolpire la luce, l’arte trasparente di Marco Milia

giu 4, 2015 0 comments
Allestimento-Marco-Milia

Di Tommaso Zijno

Molti artisti hanno cercato di catturare l’effetto di “trasparenza” nelle loro opere. Tutti coloro che si sono ad esempio confrontati con gli elementi naturali, come aria ed acqua, hanno dovuto riflettere a fondo su come rendere materialmente la sensazione di evanescenza e permeabilità di ciò che traspare. A ben vedere non esiste un metodo univoco e semplice per interpretare questo fenomeno, sopratutto in scultura. Marco Milia con le sue intricate sculture in policarbonato alveolare tenta di dare una propria interpretazione alla trasparenza, irradiandola di luce.
Romano, classe ’76, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma, in scultura. La sua ricerca artistica spazia dall’installazione al disegno, dalla fotografia all’oreficeria. Le sue opere nascono dal connubio tra il materiale utilizzato (perlopiù plastico), la luce che le colpiscee l’ambiente in cui esse vengono di volta in volta collocate. Tra le varie esposizioni personali e collettive cui ha partecipato, una delle più interessanti sul tema delle trasparenze è sicuramente la mostra In aĕre in aquis, alla Takeawaygallery negli spazi del complesso archeologico delle Case Romane del Celio. In occasione della mostra, tenutasi a cavallo tra il 2013 e il 2014, l’artista ha presentato alcuni lavori site-specific connotati da forme rigorose quanto evanescenti, dovute all’uso del policarbonato blu e trasparente come unico materiale e dalla luce che, su di esso, produce riflessi e bagliori.
milia
Per gli oltre 20 ambienti ipogei delle Case Romane, la cui struttura è data della fusione di una domus del II secolo d.C. e di un’insula del III, il giovane scultore ha progettato un percorso scandito da monumentali strutture, realizzate appositamente sul luogo, ripetendo ed alternando la figura archetipa del cerchio a quella del parallelepipedo. In questo modo ilconnubio tra arte contemporanea e arte antica è passato da elemento di possibile rottura tra due espressioni assai differenti, a punto di forza in grado di evidenziare le bellezze scaturite dalle reciproche interferenze.
Nel luglio del 2014 Marco Milia ha poi vinto una prestigiosa residenza artistica presso The Art Students League di New York e per l’occasione ha realizzato Crystal Time, un’esposizione composta da una grande installazione (8×4 m) e da una serie di disegni a grafite su carta. L’installazione si presenta articolata in strutture primarie e geometriche in cui l’artista ripete e alterna la forma del cerchio. Ognuno di questi è idealmente una particella di una grande struttura complessa che riempie lo spazio. La luce che attraversa la scultura è ricercata come fattore essenziale, in cui il visitatore trova se stesso immergendosi nel cristallino splendore dato dalla rifrazione. La scultura sembra esser composta da bolle d’aria, rese attraverso la trasparenza delle materie plastiche. La grandezza del lavoro mira anche a far riflettere il visitatore sull’importanza dell’ossigeno, elemento essenziale per la vita.
Marco-Milia-Crystal-Time-installazione
La riflessione di Marco Milia sul tema delle “trasparenze” si evolve ulteriormente in alcuni dei suoi ultimi lavori, molti dei quali ancora in corso d’opera. Per citarne uno su tutti, molto interessante è il discorso portato avanti dall’artista nei suoi Drawing continuos, in cui la trasparenza si fa riflettente come lo specchio magico di Alice, metafora di un viaggio esistenziale in uno spazio sconosciuto e misterioso. Ecco che la realtà non è più assoluta, bensì si presenta doppia, triplice e quanto mai sfuggente.
La “riflessione” attiva una percezione alterata con l’obiettivo di straniare l’osservatore e di innescare nuovi pensieri e sguardi. Un mondo sovvertito, raddoppiato, laddove lo spazio si presenta virtuale e al contempo reale, connesso a tutto ciò che lo circonda. L’acciaio riflettente, di cui si compone lo specchio, rende propri i tratti dell’ambiente circostante, interagendo con l’illusione prospettica di uno spazio continuo, nel quale fluttuano le strutture geometriche. Non più trasparenze tangibili, bensì trasparenze concettuali che portano il lavoro di Milia ad un altro livello, tale da sperimentare nuove dimensioni della percezione al di là delle convenzioni naturali.

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