DANNI DA STRESS? ECCO COME E QUANDO FARSI RISARCIRE DA EQUITALIA

giu 18, 2016 0 comments


Di Anna Rossi

Fermo auto, pignoramento e intimazioni di pagamento illegittime: ecco quando il danno morale da stress di Equitalia può essere risarcito.
La giurisprudenza è molto restrittiva, ma ci sono dei casi in cui Equitalia provoca al contribuente danni che devono essere ripagati. Una sentenza di due giorni fa ha aperto la strada ad una serie di ricorsi che per anni sono rimasti inascoltati. La Cassazione ha stabilito che il semplice disagio, il fastidio, il disappunto o la sola ansia per un fermo auto, un’ipoteca o un pignoramento illegittimo di Equitalia non dà diritto, al contribuente, di ottenere un risarcimento del danno morale. Nonostante l'Agente della Riscossione "si svegli" spesso in ritardo e contatti il cittadino dopo diversi anni pretendendo pagamenti non dovuti, non si può fare nulla: bisogna incassare il colpo e andare avanti.
Ma in alcuni casi, come spiega il protale laleggepertutti, Equitalia è in torto marcio e deve risarcire il contribuente per i danni morali provocatogli. Ecco in quali casi è lecito fare ricorso all'Agenzia.

Primo caso: danno grave

La sentenza ha spiegato che se c’è un danno grave è possibile chiedere un risarcimento dastress. Quando le conseguenze del comportamento illegittimo di Equitalia sono gravi e possano essere quantificate, allora è possibile chiedere l’indennizzo al giudice, insieme all’atto di ricorso.
Un esempio: viene imposto il fermo auto illegittimo a un cittadino che di conseguenza non riesce ad andare al lavoro e quindi viene licenziato. In questo caso, è possibile chiedere il risarcimento per danni gravi. Ma anche quando un imprenditore subisce il pignoramento del conto corrente e che, a causa del blocco dei rubinetti, fallisce. O all’ipoteca su una casa che blocca le trattative di vendita.

Secondo caso: responsabilità processuale aggravata

La seconda possibilità per ottenere il risarcimento è di evidenziare al giudice la responsabilità processuale di Equitalia che ha agito o ha resistito in causa pur avendo palesemente torto, ossia per malafede o colpa grave. Certamente, essendo più difficile dimostrare la malafede di un ente pubblico, ci si può precostituire la prova della colpa grave. Per questo secondo caso, è consigliabile sempre, prima di agire in giudizio, presentare un ricorso in autotutela all’Agente della riscossione e all’ente titolare del credito, in cui vengono messe in evidenza le ragioni dell’illegittimità dell’atto.
Il portale di legge ricorda, che per chiedere i danni a Equitalia, è necessario accertarsi che l'Agente della riscossione ha eseguito il provvedimento di fermo, di ipoteca o di pignoramento senza che ne avesse il diritto.
La sentenza ha anche precisato che non verranno mai risarciti i danni consistenti in meri disagi, fastidi, disappunti e ansie perché non costituiscono conseguenze gravi. Se invece l'atteggiamento di Equitalia è stato ingiusto ed è documentato da prove vere è possibile avviare la battaglia legale.

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