Cile:dal movimento all’autonomia

gen 11, 2017 0 comments
Risultati immagini per educacion gratuita en chile
Di Raúl Zibechi
Il vasto movimento studentesco che in Cile ha guadagnato le grandi alamedas [i viali del Cile], con manifestazioni di centinaia di migliaia di giovani e con l’occupazione di decine di scuole superiori chiedendo cambiamenti nel sistema educativo, si è consolidato con la creazione, in territori popolari, di circa 30 iniziative di educazione autogestita.
Fin dai primi passi, il movimento ha sollevato la richiesta “Educazione gratuita, pubblica e di qualità”, intendendo che lo Stato doveva farsi carico di realizzarla. La maggioranza continua a scendere nelle strade con le stesse richieste e petizioni. Tuttavia, un altro settore di coloro che dal 2011 si sono mobilitati, ha optato per le istituzioni, dove si sono impelagati con la proposta di realizzare una riforma educativa per modificare il sistema ereditato dalla dittatura di Augusto Pinochet.
Adesso ci si rende conto che la riforma è talmente limitata che non soddisfa la maggioranza degli studenti e gran parte del corpo docente. Nelle ultime mobilitazioni, però, si è reso visibile un forte indebolimento del movimento. Domenica 4 settembre, una convocazione del movimento studentesco per gli “indebitati per studiare”, ha visto la presenza di solo tremila persone, quando mesi fa le marce erano massicce.
Il movimento per l’istruzione si è ramificato in tre fronti. Quelli che hanno scommesso sul fatto di essere al governo, con il Partito Comunista e Camilla Vallejo in testa, soffrono di un forte logoramento. I gruppi radicali hanno guadagnato i principali centri universitari, come la CONFECH (Confederazione degli Studenti del Cile) e la ACES (Coordinamento degli Studenti delle Superiori) e per strappare al governo [risposte] alle loro richieste, puntano tutto sulla lotta nelle strade. Forse il logoramento che entrambi i settori soffrono, sta a indicare che la dinamica statale è un vicolo cieco.
Compare un nuovo attore che pure ha iniziato il suo cammino nel 2011, quando è scoppiato il movimento con milioni di persone nelle strade. Sono quelli che che puntano a costruire al di fuori delle istituzioni, sfuggendo anche alla dinamica della richiesta allo Stato. Costruire autonomia educativa implica dedicare la vita all’intento. Hanno messo in piedi esperienze molto diverse, con contraddizioni per nulla semplici da risolvere.
1505350_10202506810659100_413842389_n
La Escuela Pública Comunitaria di Santiago
Scuola Pubblica Comunitaria
In un edificio del quartiere Franklin, nella zona centrale di Santiago, funziona da tre anni la Escuela Pública Comunitaria (EPC Scuola Pubblica Comunitaria), una delle iniziative più importanti del movimento per l’educazione. La cucina, ampia come quelle contadine, sembra l’ufficio principale dove si dibatte e si prendono le decisioni. Metà della ventina di insegnanti sono donne, con una media di età tra i 25 e i 40 anni e riassumono le potenzialità e le contraddizioni di coloro che vogliono fare qualcosa al di fuori delle istituzioni.
L’iniziativa parte da un gruppo di insegnanti insoddisfatti del loro lavoro e di studenti di pedagogia che dal 2011 hanno preso parte al movimento. Hanno creato il Colectivo Diatriba che pubblica una rivista con lo stesso nome, “Per una pedagogia militante”. La partecipazione, per diversi mesi, nelle scuole superiori autogestite grazie all’alleanza tra professori e studenti, ha avuto un ruolo di coesione del collettivo.
Si sono proposti due obiettivi principali: “Che le comunità educative si riapproprino degli spazi educativi” e “la formazione di soggetti critici, coscienti e impegnati” per mettere in movimento i cambiamenti sociali [1]. Assicurano di inserirsi in una tradizione che rimanda alle scuole razionaliste della Federación Obrera Chilena [Federazione Operaia Cilena] dei primi decenni del XX secolo, alle esperienze educative delle occupazioni di terreni urbani negli 60 e 70 e all’”autoeducazione” che nella storia recente ha visto protagonisti i settori popolari.
Dar vita a questo tipo di educazione implica la territorializzazione dello spazio scolastico da parte della comunità educativa. Il riferimento ineludibile è il brasiliano Paulo Freire così come altri autori della cosiddetta “pedagogia critica”, ma anche esperienze educative di movimenti come i Sem terra del Brasile, gli zapatisti o i licei popolari dell’Argentina.

Commenti

Related Posts

{{posts[0].title}}

{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[1].title}}

{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[2].title}}

{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[3].title}}

{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}

Search

tags

Modulo di contatto