I ragazzi intrappolati nella grotta e il senso di appartenenza del popolo Thai

lug 8, 2018 0 comments


Di Fabio Polese
http://www.occhidellaguerra.it

Da Chiang Mai (Thailandia) – I volontari affollano la zona della grotta di Tham Luang, nel nord del Paese, dove 13 ragazzi che fanno parte della squadra di calcio locale Moo Pa, sono intrappolati dal 23 giugno scorso. Il giorno della scomparsa, i giovani di età compresa tre gli 11 e i 16 anni, erano insieme al loro vice allenatore Nopparat Kantawong di 25. Il più piccolo del gruppo, l’undicenne Chanin Wibrunrungrueang, gioca a calcio fin dall’età di 7 anni. Mentre il capitano della squadra è il tredicenne Duangpet Promtep.

Sin dai primi momenti, da quando si è saputa la notizia, tutto il popolo thailandese ha seguito con molta apprensione la vicenda. I canali televisivi, così come radio e siti web, sono in diretta 24 ore su 24. E gli avventori dei piccoli bar dei muban, così come si chiamano i quartieri in lingua thai, sono incollati agli schermi per seguire ogni sviluppo. Intanto, candele ed incensi vengono accesi durante le preghiere a qualsiasi ora del giorno e della notte. “Preghiamo affinché il loro salvataggio avvenga al più presto”, mi dice Sriveang, una donna sulla cinquantina d’anni che sta ascoltando le ultime notizie. “Potrebbero essere i miei figli, sono i figli di tutti noi”, aggiunge.
Tantissime persone hanno raggiunto la zona del parco nazionale al confine con la ex-Birmania per portare supporto. Proprio come aveva fatto anche Saman Gunan, 37 anni, ex incursore dei Navy Seals, che è morto durante un’operazione di soccorso la notte tra giovedì e venerdì. Insieme ad altri 28 ex militari, che lavoravano con lui come addetti alla sicurezza all’aeroporto di Bangkok Suvarnabhumi, avevano deciso di partire per mettere a disposizione le loro capacità professionali. L’enorme operazione di soccorso, vede impegnati oltre un migliaio di uomini delle forze armate, centinaia di poliziotti, medici ed ingegneri. Alcuni sono arrivati da diverse parti del mondo.
Ma anche chi non ha esperienze particolari, ha voluto portare il proprio aiuto. La zona che circonda la grotta di Tham Luang è invasa di persone. Tutte con l’intento di fare del bene. C’è chi prega insieme alle famiglie dei giovani intrappolati e chi, invece, si occupa di rifocillare i soccorritori, grazie alle provviste di cibo e bevande che ogni mattina arrivano per mano del Re Maha Vajiralongkorn.
“Molta gente, soprattutto quella più facoltosa, ha dato ai familiari dei ragazzi soldi e regali. Alcuni hanno comprato per i giovani degli abbonamenti a vita per le partite di calcio delle squadre locali”, mi racconta sempre Sriveang. Tra i benefattori, ci dovrebbe essere anche Wanchai Chongsutthamani, il primo cittadino di Chiang Rai. E aggiunge: “Lo fanno per alleviare l’enorme dolore che in questo momento stanno passando le famiglie”. Quello di donare, è una rituale ben saldo nella tradizione buddista, che prevede poi benefici nel presente o nella prossima vita.
Un regalo per i 12 ragazzi e il vice allenatore è arrivato anche dalla Fifa, la Federazione mondiale di calcio, che li ha invitati alla finale della Coppa del Mondo che si svolgerà allo stadio Luzhniki di Mosca il prossimo 15 luglio, augurandogli che vengano portati in superficie sani e salvi per la gara. Ma la partita più importante che si sta giocando in questo momento, senza dubbio, è quella contro il tempo che si sta svolgendo nelle tenebre della grotta di Tham Luang.

La preoccupazione maggiore, infatti, sono le piogge monsoniche previste per domenica, che rischiano di vanificare l’enorme lavoro fatto in questi giorni per svuotare l’acqua nelle cavità della caverna. Ulteriori precipitazioni renderebbero anche più difficile raggiungere i giovani intrappolati e rifornirli dei beni di prima necessità. I soccorritori, intanto, hanno promesso che faranno il possibile. Ma una cosa è certa. Seppur nella sofferenza, questa situazione ha dimostrato un senso di appartenenza incredibile da parte di tutta la popolazione thailandese.

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